Si chiama gelotologia cioè lo studio della risata, ed è una nuova materia che si inizia ad applicare alla scienza. Ce ne sono di tutti i tipi.. Schietta, spontanea, accennata, falsa ma è presente in ogni cultura e predispone l'uomo alla comunicazione. Stiamo parlando della risata. "La risata è un modo per esprimere solidarietà e senso di appartenenza al gruppo, un po' come un branco di lupi ululanti" commenta la psicologa americana Jo-Ann Bachorowski.
E' onnipresente nella storia del genere umano. "Sia negli uomini sia nei primati la risata è legata a un atteggiamento giocoso, anche se in questi ultimi è sempre prodotta da un contatto fisico, come il solletico o la finta lotta". Attraversa in modo trasversale la civiltà, partendo da Platone che come affermava nella Repubblica andava regolamentata in quanto rappresentava un potenziale elemento di disturbo, a Socrate che ne consigliava un uso parsimonioso come il sale per un iperteso. Pitagora, la vietava ai suoi discepoli, ma è solo con Aristotele che le cose iniziano a cambiare. "La risata distingue l'uomo dalla bestia", affermava in un suo saggio, e non a caso Schopenauer asseriva:"È la percezione di un salto logico". Si racconta poi, che nel Medioevo all'università di Parigi gli studiosi del tempo dedicarono giornate di riflessione per tentare di rispondere al quesito: "Ma Gesù ha mai riso?". Nessuno, però, lo sa anche se alcuni testi gnostici ne parlerebbero. C'è da ammettere comunque, che nulla predispone meglio al colloquio di un simpatico ed allegro approccio interpersonale. Di solito chi si rivolge al Counselor, non è che abbia molta voglia di ridere, anche perchè è un lungo e doloroso percorso di vita che lo ha condotto a chiedere aiuto, ma a volte basta una battuta, uno sguardo, un imprevisto… e si scoppia a ridere fino alle lacrime, fino a non poterne più, e la molla che non è scattata per settimane scatta all'improvviso. Ebbene è proprio la risata la medicina trattata da quella particolare scienza chiamata Psico Neuro EndocrinoImmunologia (PNEI), meglio nota come la cura del dottor Patch Adams, resa famosa al grande pubblico dall'omonimo film con Robin Williams. Ridere, specialmente nelle situazioni critiche e disperate, libera tutta una serie di mediatori e neurotrasmettitori endorfinici che possono capovolgere emozionalmente la più drammatica delle situazioni, basta solo avere la costanza di continuare a ridere a crepapelle per almeno dieci minuti e il gioco è fatto, tutto il resto della vostra persona entrerà in risonanza con la risata iniziale, scacciando il demone della disperazione dalle vostre menti atterrite e sconvolte.
Ridere, fa ridere non solo il volto, ma anche il diaframma, i visceri, migliora la circolazione sanguigna, e incrementa le difese immunitarie ed alcalinizza notevolmente cellule e tessuti.
Come dice un vecchio saggio, per ridere si utilizzano oltre sessanta muscoli, pellicciai, mimici, cervicali ecc., mentre per piangere solo una ventina ... Nell'umorismo peraltro da un punto di vista psicologico, trova ampio spazio l'esperienza della sensibilità nonchè quella dell'esplorazione totale dei risvolti e dei numerosi punti di vista del proprio vissuto. L’umorismo consiste nel “sentimento del contrario”; vedere il contrario di tutte le cose, cioè il lato oscuro delle cose, è appunto la prerogativa dell’umorista(Pirandello), ed è da qui che nascono situazioni abnormi, casi particolari, tipiche delle pagine del disagio. Tutti abbiamo sorriso leggendo l'inettitudine di Zeno Cosini dello Svevo sempre alle prese con comportamenti ripetitivi, come iniziare di smettere di fumare, tratti tipici di molti soggetti in psicoterapia, molti altri, come i personaggi di Pirandello, vivono per molti anni immersi in una realtà a loro stessi "aliena" , finquando un qualsiasi cambiamento non li porti alla presa di coscienza di sè e della propria vita inadeguata. E' la crisi!. Tornare indietro è impossibile...Un punto decisivo, in questa possibilità dell’umorismo, riguarda quindi il ruolo della riflessione; è appunto dalla riflessione che viene messo in moto il sentimento del contrario che non potrà avere ultima meta diversa se non l'accettazione. Sì l'accettazione di sè è il primo passo, un atto d'amore verso se stessi e farlo sorridendo non può che aiutare. Si produce un vissuto di piacere e ciò avvicina il cliente al Counselor ponendo basi più solide nel rapporto Empatico. Insieme si ride, si pianifica si disegna il cambiamento e si affrontano le difficoltà ma lo si fa scherzando. Unica difficoltà è che far ridere è difficile, difficilissimo, e richiede maggior attenzione al controtransfert, ma aiuta molto e quale scopo diverso ha il lavoro del Counselor se non AIUTARE? Parafrasando il dottor "Patch" Adams .. I mali che affliggono la maggior parte dei malati, come la sofferenza, la noia e la paura, non possono essere curati con una pillola. Si deve aver curare delle persone, non delle malattie".. chi vive il disagio...vorrebbe TANTO tornare a ridere.
di Lungarini Alessandro
Bibliografia:
Ironia, umorismo e disagio psichico; Querini P. , Lubrani F. ;Franco Angeli
“La Voglia di Guarire” di Norman Cousins Ed. Armando
Ridere a..... di. dott.Anna Fata ; articolo
La risata stimolata nella Psicoterapia. dott. F. Scirpo ; (http://www.laterapiadellarisata.it ; articolo)
La terapia della risata ; Ecplanet ;( http://www.ecplanet.com; articolo)
La biochimica delle emozioni ; (http://www.girodivite.it ; articolo)
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