Il libro è ... come leggiamo
Potrebbe sembrare l’oggetto di una questione settoriale, per appassionati lettori o sviscerati fan del pc detrattori del cartaceo e invece...INVECE il libro, quello reale e stampato su carta è fondamentale questione che attiene al nostro individuale personalissimo modo di viaggiare verso noi stessi, perché la lettura è una guida ad intraprendere l’avventura verso il sé.
Sfogliare un libro, toccando il lembo inferiore destro, pagina dopo pagina appena quel tanto che basti a sollevarla per adagiarla sul lato sinistro, magari tornare indietro perché ci è sfuggita una parola o una frase, usare una matita bene appuntita (o anche, orrendamente, l’evidenziatore) per segnalare con asterisco ciò che ci interessa o ciò che rigettiamo, per chiosare, sottolineare ed anche annotare le nostre impressioni
o
scorrere le pagine con gli occhi, premendo un tasto o sfiorando lo schermo con tocco sapiente e allenato per andare oltre, usando ogni opportunità che il programma ci consente per digitare note e commenti che potremo memorizzare, addirittura condividere e stampare,
non sono operazioni assimilabili, quasi neppure confrontabili dal momento che non hanno quasi nulla in comune.
Il libro in carta, patinata o riciclata, deperibile, progressivamente un poco più gualcito, in brossure o in edizione rilegata o il libro virtuale, immarcescibile (salvo guai gravi con il pc) che scorre velocemente in orizzontale o in verticale sempre identico, pulito, terso, a colori o in bianco e nero, con caratteri adattabili docilmente alle nostre esigenze, sono oggetti che hanno poco in comune, assai poco.
Mi piace riportare qui alcune definizioni di libro che risalgono ad anni in cui ci si occupava della necessità di diffondere la lettura, sottintendendo ancora che l’oggetto in causa fosse solo il libro stampato.
Che cos’è un libro?
Paul Otlet,1934 (in Robert Escarpit, a cura di, Letteratura e società, Bologna, ’72): “un supporto di una certa materia e dimensione, eventualmente di una certa piegatura o avvolgimento, che reca dei segni rappresentativi di certi dati intellettuali.”
UNESCO (1964) “un libro è una pubblicazione non periodica stampata che conta almeno 49 pagine (escluse le pagine della copertina) edita in un Paese e offerta al pubblico.
Robert Escarpit (1965) “Poiché possiede, racchiuso in un piccolo volume, un contenuto intellettuale e formale molto denso; poiché passa facilmente di mano in mano e poiché può essere copiato e moltiplicato a volontà, il libro è lo strumento più semplice che, a partire da un punto dato, sia in grado di liberare tutta una serie di suoni, di immagini, di sentimenti, di idee e di elementi di informazione dischiudendo loro le porte del tempo e dello spazio; nonché, unitamente ad altri libri, di convogliare questi dati diffusi verso una moltitudine di altri gruppi, sparsi attraverso i secoli e i continenti e un’infinità di combinazioni tutte diverse le une dalle altre”.
Ognuna ci offre qualche suggestione e tuttavia non ci appaga; forse quella che meglio ci comunica la complessità del mondo che il libro può aprirci è la definizione di Escarpit che insiste proprio sull’energia che il libro sprigiona e in combinazionisempre diverse. Certo perché il libro dà al lettore esattamente quello che ciascun lettore è in grado di cogliere; per questo dalle stesse pagine lette traiamo emozioni e riflessioni diversificate non solo a seconda di chi legge, me persino a seconda dei momenti della nostra vita in cui leggiamo o ri-leggiamo.
Ironica e gustosa, intelligente, la presentazione dell’oggetto LIBRO, in un video spagnolo, ancora visibile su youtube, dove è comparso il 07/set/2010.
È definito parodia delle ormai celebri presentazioni "i-Tech" alla Steve Jobs, (a cui da qualche mese abbiamo tributato definitivamente il valore di genio del nostro tempo, anche se talvolta con qualche punta di livore ...).
Riporto qui di seguito una parte del testo:
“Presentiamo il nuovo dispositivo per la conoscenza bio-ottico organizzato, il cui nome commerciale è LIBRO.
Il libro è un’innovazione tecnologica rivoluzionaria senza cavi, senza circuiti elettrici, senza batterie, senza necessità di connessione; compatto e portatile libro può essere usato in qualsiasi luogo.
Privo di batteria elettrica non ha bisogno di ricarica e può essere utilizzato per tutto il tempo necessario anche se non si dispone di corrente.
Libro non si blocca mai, libro non ha bisogno di essere inizializzato. Basta semplicemente aprirlo e sfruttare i suoi enormi vantaggi.
Ecco come funziona: libro è fatto di pagine di carta numerate in sequenza ciascuna delle quali può immagazzinare migliaia di bit di informazione.
Ogni pagina è scandita otticamente e registra l’informazione direttamente nel tuo cervello.
Un semplice movimento con il dito ci porta alla pagina successiva. Le pagine sono mantenute unite da un dispositivo di cucitura chiamato COPERTINA che le mantiene nel loro ordine corretto.
Grazie alla tecnologia della carta opaca i produttori possono usare ambedue le facciate raddoppiando le informazioni e riducendo i costi.
La maggioranza dei libri include una funzione di INDICE che riporta l’esatta collocazione di qualsiasi informazione selezionata per il suo immediato reperimento.
L’accessorio opzionale SEGNALIBRO permette di riaprire il libro nel punto esatto in cui lo si è lasciato nella sessione precedente anche se il libro è stato chiuso. I segnalibro seguono standard internazionali in modo che lo stesso segnalibro può essere usato in libri di diversi produttori. Al contrario, diversi segnalibri possono essere usati nello stesso libro se l’utente desidera immagazzinare varie ricerche in una volta.
È anche possibile fare note personali unite a parti di testo del libro mediante un semplice strumento di programmazione...la MATITA.
Il dispositivo mani libere conosciuto anche come LEGGIO permette la corretta disposizione del libro per una comoda lettura senza necessità di usare le mani. Se vuoi girare la pagina, è sufficiente un semplice movimento con il dito. Libro è un prodotto ecologico[...].
Anche presentato così, in termini diciamo della contemporaneità informatica e simbioticamente legata al marketing, il LIBRO riesce a risultare appetibile, tuttavia credo sia difficile trovare una definizione del libro più attraente di quella usata da Daniel Pennac (www.bookcrossing.com):
“Un libro è un insieme di pagine, vuote o piene, non importa, potrebbe anche non avere né titolo né autore, e comunque lo chiameremmo libro.
Ma quando lo leggi, questo diventa “Il Libro”, quando gli dai attenzione, smette la sostanza di 'cosa', di 'oggetto' e diventa 'essere', comincia a 'trasmettere'.
Quando finisci un libro ne hai assorbito sempre qualcosa, poco o tanto, importante o frivolo: nel peggiore dei casi, impari che quel testo, quell'autore, quello stile, non era per te.
Ti ha insegnato comunque, forse ti cambierà la vita, o più comunemente la renderà, anche solo per poche pagine, libera[...]
Se un libro non vi è piaciuto, abbandonatelo.
Se vi è piaciuto, abbandonatelo per farlo leggere a qualcun altro.
Se vi è piaciuto così tanto, ricompratelo!”
Spero vogliate divertirvi a cercare altre definizioni o forse preferirete comunicare le vostre.
Le nostre modalità di lettore, il se e soprattutto il come leggiamo e come ci poniamo di fronte alla pagina scritta nutrendo e affinando negli anni predilezione per il cartaceo o il digitale, sono indici rivelatori di noi stessi.
Potrebbe sembrare una scelta sostanzialmente dovuta all’età anagrafica, alle abitudini ataviche di chi era già svezzato quando ancora la fotocopia era un miraggio e lo studio necessitava di una esperienza collaudata di amanuense per appunti, annotazioni, persino schemi e grafici con squadra, righello e compasso, in realtà tanti giovanissimi, esperti di navigazione in internet e iPod, iPad, iPhone muniti, custodiscono con insolita gelosa cura i propri testi cartacei, da cui hanno ricevuto emozioni e suggestioni, gualciti o ancora diligentemente foderati.
È una questione di... feeling: poter toccare con mano e visivamente personalizzare, anche pasticciando un po’, le pagine accresce il gusto dello scambio tra il libro e noi, accende l’animo nostro.
Mi chiedo: quante volte, nei colloqui, ho aiutato la persona che si affidava a me a conoscersi attraverso il comelegge oltre che il che cosa (che in genere spontaneamente e ripetitivamente è pronta a raccontare, anche per apparire un po’ esperta agli occhi del counselor)?
Cordialissimamente
Giancarla Mandozzi
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