come diffuso in questi giorni dalla stampa, venerdì 27 luglio il Ministero delle Politiche Comunitarie ha presentato, in esame preliminare al Consiglio dei Ministri, la bozza di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2005/36/Ce, per il riconoscimento delle qualifiche professionali in Europa.
Il testo, ed in particolare l’articolo 25 relativo alle piattaforme comuni, rappresenta per le associazioni professionali un parziale ma importante risultato in quanto prevede che nella predisposizione delle piattaforme comuni, alla cui elaborazione parteciperanno le autorità ministeriali competenti, vengano sentiti gli Ordini e *le associazioni di categoria “rappresentative a livello nazionale”*.
E’ questo un (timido) passo in avanti per le associazioni che permetterà ai nostri professionisti di non essere tagliati fuori dalla consultazione e di avere l’opportunità di poter contribuire, per il tramite delle associazioni, alla definizione delle qualifiche professionali necessarie per esercitare la professione in Europa. Senza questa opportunità, i nostri professionisti non avrebbero avuto alcuna rappresentanza e si sarebbero dovuti adeguare a piattaforme concordate e stabilite da altri (gli ordini), con un grave danno per la competitività e l’ammodernamento del sistema professionale italiano. Al contrario, l’inserimento delle associazioni all’interno del dlgs equipara, per questi specifici fini, associazioni e ordini, _e costituisce la prima pietra del sistema duale e sinergico fondato sulla parità di diritti e doveri._
*Personalmente ritengo che questo sia un importante successo per il nostro mondo al quale tu, con la partecipazione agli Stati Generali del 30 novembre 2006, hai dato un grande, insostituibile contributo del quale ti ringrazio di cuore, come dovrebbero ringraziarti i tantissimi altri colleghi che invece quel giorno sono restati a casa.*
Molte sono state le opposizioni alla norma messe in campo da parte degli ordini professionali, che hanno ritenuto minacciata la loro primogenitura con questa “equiparazione” con le associazioni.
A tal proposito il Ministro Bonino ha tenuto a sottolineare come il provvedimento ha “inteso fare in modo che l'Italia non venisse penalizzata dalla rigidità del suo sistema ordinistico* impedendo ad altre significative realtà professionali di accedere alle opportunità che la direttiva offre*”.
Ha inoltre ritenuto “veramente di retroguardia le polemiche sorte in questi giorni rispetto alla decisione, peraltro concordata con tutte le Amministrazioni interessate e condivisa dall'intero Consiglio dei Ministri, di equiparare - per specifiche finalità - le professioni non regolamentate agli ordini nella disciplina in sede europea dei criteri per l'armonizzazione di tali professioni".
L’intervento degli ordini ha portato, purtroppo, al risultato di escludere sia loro che noi dalla partecipazione diretta ai tavoli tecnici transnazionali (così come previsto nella prima versione del dlgs, pubblicato il 12 luglio, alla quale avevamo a lungo lavorato con i tecnici del Ministero)* *prevedendo in sua sostituzione la consultazione in fase di elaborazione delle piattaforme comuni.
In ogni caso, dopo i lunghi anni di richieste e promesse disattese, il contenuto del dlgs ed in particolare dell’art. 25 rappresentano per le associazioni il primo vero elemento riformatore. Certamente non si tratta di un riconoscimento ma conferma ancora una volta l’impossibilità, per il nostro Paese e per il suo sviluppo, di prescindere dai milioni di professionisti non regolamentati, che quotidianamente svolgono la loro attività al servizio dell’utente e ribadisce la necessità improrogabile di porre le basi per un sistema duale e sinergico dove associazioni e ordini possano coesistere.
Mi è gradita l’occasione per porgerTi i miei più cari saluti ed augurarTi buone ferie.
Giuseppe Lupoi
Coordinatore Nazionale CoLAP
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