Come onde in uno stagno


Ond in uno stagno“Ogni più piccola ombra di gentilezza si diffonde nello spazio e nel tempo, influenzando vite del tutto sconosciute allo spirito generoso che aveva dato origine a quella eco positiva, perché la gentilezza si trasmette e cresce ogni volta che viene trasmessa, finché un semplice gesto di cortesia diventa, anni dopo e in luoghi lontani, un generoso atto di coraggio. Lo stesso avviene con ogni piccola meschinità, ogni manifestazione di odio, ogni atto di malvagità.” H.R.Withe, This Momentous Day. Questa citazione è tratta e fedelmente riportata dall’opera “Il cattivo fratello” dello scrittore statunitense Dean Koontz. A mio avviso riproduce con chirurgica precisione un concetto che, a livello intuitivo, probabilmente in tanti abbiamo sfiorato. Una sorta di “effetto domino” che si propaga da uomo ad uomo, potenzialmente all’infinito.

E’ possibile che un gesto gentile, uno sgarbo, una “parola buona”, una frase sprezzante, siano in grado di innescare reazioni simili in chi ci circonda o in qualcuno che ne viene a contatto, anche del tutto fortuitamente? La risposta sembrerebbe essere affermativa, anche alla luce di recentissimi esperimenti condotti negli Stati Uniti, che hanno portato alla pubblicazione di uno studio di James Fowler, della università di San Diego e di Nicholas Christakis della Harvard Medical School.

Esperimenti che hanno evidenziato come l’essere i destinatari di un gesto di generosità imprima una forte pulsione a manifestare generosità verso il prossimo, quasi una coartazione a riprodurre l’esperienza come soggetti attivi. Molto probabilmente queste conclusioni saranno applicabili anche a manifestazioni di segno opposto. Questi modelli teorici potrebbero fornire una valida spiegazione all’imperante dilagare di comportamenti stereotipati, introiettati in modo acritico soprattutto dai più giovani, psicologicamente più vulnerabili all’influenzamento del mondo esterno. Un forte richiamo si impone a tutte le persone che, a vario titolo, concorrono a creare la rete di connessioni sociali in cui tutti noi viviamo immersi.

Un forte richiamo a tutti coloro, compresa ovviamente la sottoscritta, che si trovano ad avere il privilegio di comunicare ad un grande numero di persone, potenziali recettori passivi di concetti altrui. Fondamentale un senso di rispetto senza “se” e senza “ma”, indispensabile l’essere consapevolmente responsabili del sasso che si scaglia nello stagno. Sasso che può andare malamente a fondo, od abilmente increspare l’acqua più e più volte. Onde superficiali che si propagano nello spazio virtuale, onde che è moralmente imprescindibile siano generate da un sasso lanciato da una mano salda, che non trema, che non si nasconde. Una mano che appartiene a qualcuno che non teme di mostrare il proprio volto.

 

Giovanna Rezzoagli Ganci

Diplomata in Counseling Professionale ad indirizzo in Scienze Sociali. Iscritta al Registro Counselors F.A.I.P. al n° 935. Assistente Socio-Sanitario. Consulente per il Tribunale dei Diritti del Malato, cofondatrice dello “Sportello Counseling” di Cittadinanzattiva Liguria con sede in Chiavari (GE). Corrispondente per il quotidiano on-line “DentroSalerno”.

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Sito: http://www.foglidicounseling.org

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