emozioni, archivio della memoria


 emozioni, archivio della memoria

Simba:-Ahi! Che male, perché mi hai colpito?

Rafiki:Non ha importanza! Ormai è passato!

Simba:Si, ma continua a fare male!

Rafiki:Oh si, il passato può fare male. Ma, a mio modo di vedere, dal passato puoi scappare oppure imparare qualcosa!

dal film "Il Re Leone 3D" di Roger Allers

 

https://www.pensieriparole.it/frasi-film/il-re-leone-3d-(2011)/citazione-338899

Non è semplice archiviare il passato e soffocare la sensazione di tristezza legata ai brutti ricordi; implica accettare il passato e imparare dai ricordi.

Il film Il Re Leone, che è riuscito nell’intento di far provare a piccoli e adulti con dolci emozioni il valore della famiglia e della lealtà, presenta ogni vita animale e, per immediata traslazione di noi spettatori, umana come connessa ad ognuna che l’ha preceduta e a quelle che la seguiranno: “ogni vita rinascerà in un fiore che fine non ha”! Mufasa muore e lascia a un giovane inesperto Simba il ruolo di “Re delle Terre del Branco”. La saggia e vecchia guida spirituale Rafiki sa che Simba porta con sé il peso dei ricordi e si occupa di insegnargli una priorità: può apparire una soluzione eludere le responsabilità e fuggire dai problemi reali, ma dal passato, dai traguardi raggiunti e dagli errori commessi, si può ripartire ed imparare! E nell’“imparare” troviamo l’intima gioia della crescita.

È una condizione ambigua quella di riconoscere il valore e l’utilità della memoria, raramente ci accade di vantare con noi stessi il possederne una “da elefante”, assai più frequentemente avvertiamo l’acuto desiderio invece di avere in dote la memoria del …pesce rosso. Sì, perché in fondo, la pressoché assenza di capacità di fissare nella mente e nelle emozioni il passato ci libererebbe dal peso di sensazioni e percezioni negative che sembrano rimanere intatte, lucide e refrattarie alla polvere del tempo, e come un macigno schiacciano ogni momento fugace di gioia che la vita ci concede.

Sappiamo bene che il nostro cervello si mette a dragare vecchi ricordi senza il nostro consenso esplicito e nonostante le nostre resistenze, all'improvviso ri-viviamo i momenti che ci hanno causato dolore..

           Che sia un ricordo negativo o anche (talvolta ci accade) positivo è indubbio che ci coinvolge emotivamente, lasciandoci in una condizione di destabilizzazione e lontani dalla concretezza del qui e ora. Come i ricordi siano immagazzinati, nascosti, e richiamati quando lo vogliamo, ma anche quando non lo vogliamo, è fenomeno che ben conosciamo e, tuttavia, ancora difficile da spiegare per le neuroscienze. E mentre l'idea del "risvegliare" può essere applicata anche a ricordi positivi, quelli negativi sembrano sempre più radicati.

Se le persone vi trattano male, ve lo ricorderete per tutta la vita. È stata una delle funzioni evolutive chiave per la nostra sopravvivenza. Ci ricordiamo di chi non si comporta bene con [noi]. È così che sopravviviamo. Tendiamo a dimenticare le persone che sono buone con noi, perché non sono un problema per la nostra sopravvivenza ha detto Ming Zhou, professore al dipartimento di fisiologia dell'università di Toronto e detentore della Michael Smith Chair in Salute Mentale e Neuroscienze.

Il sogno di chiunque abbia mai visto tornare a galla un ricordo traumatico è trovare ciò che sta logorando il suo cervello e distruggerlo.

Secondo Zhou, l'informazione migliore a nostra disposizione sul modo in cui il cervello sistema e recupera i ricordi è data dagli studi sulla LTP, o long term potentiation. È quel meccanismo sfruttato per la memoria di apprendimento. Leggi un libro, vai all'università—tutta quella conoscenza è parte dei ricordi legati all'apprendimento," ha detto. La LTP causa un rafforzamento a lunga durata delle sinapsi tra i neuroni—e sentieri più forti significano ricordi più vividi, nel bene e nel male.

Traumi fisici o emotivi potrebbero risvegliare la nostra LTP, ha detto Zhou. Ecco perché vediamo persone con paure a lungo termine, e ansie che durano da sempre.

I ricordi che hanno radici nelle emozioni saranno sempre più intensi. Più [il ricordo]è emotivo, più queste associazioni sono veloci e facili, ha spiegato Catherine Loveday, Docente in neuroscienze cognitive all'università di Westminster: Credo che l'unico modo per liberarsene davvero sia fare nuove associazioni. Se riusciamo ad ampliare quel fattore sensibile, è più facile che quello che consegue in genere sia eliminato.

(cfr. https://www.vice.com/it/article/784jjb/perche-il-cervello-conserva-i-brutti-ricordi).

Quando più niente sussiste d'un passato antico [...] l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano [...]sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo.

Marcel Proust in À la recherche du temps perdu, Du côté de chez Swann

La possibilità di recuperare il tempo perduto grazie alla scintilla mnemonica accesa da un piccolo particolare, come le famose madeleine inzuppata nel tè, ha trovato una spiegazione in uno studio pubblicato sulla rivista Neuron dai neuroricercatori del Massachusetts Institute of Technology. Cesare Peccarisi, 2011

https://www.corriere.it/salute/11_febbraio_18/memoria-ricordi-proust-peccarisi_b74e42ae-3b64-11e0-ad4e-5442110d8882.shtml

            Tuttavia, questi e altri studi confermano la complessità del fenomeno con cui si legano e intrecciano memoria ed emozioni in un circuito difficile da gestire e sfuggente a qualsiasi precisa teorizzazione. Alla prossima puntata.

Cordialissimamente

Giancarla Mandozzi

Potrebbero interessarti ...