Counseling e formazione

Inviato da Lucia Balista

10ragazzeAvrete certamente sentito parlare di counseling. Non vorrei ripetermi ma il counseling è una pratica che non si fonda su prescrizioni di soluzioni né su consigli, ma guida chi desidera intraprendere un cambiamento consapevole e responsabile della propria esistenza. Sono diverse le aree di applicazione del counseling: esse vanno dal superamento di un momento di crisi, al counseling aziendale nella gestione del conflitto alla leadership efficace, dalla formazione e consulenza al counseling scolastico rivolto a bambini demotivati, iperattivi ed aggressivi...

Il counseling consiste in un processo dialogico tra un counselor ed un cliente tramite ascolto e critica costruttiva. Il counselor fa leva sulle risorse e sul desiderio di cambiamento. Si parte dall’individuazione di una mancanza, si passa all’obiettivo, si conduce l’obiettivo alla realtà e si rende perseverante l’obettivo, indipendentemente dagli ostacoli. Tutto ciò alla luce del cambiamento.

Max Weber, nella sua conferenza dal titolo La scienza come professione, del 1919, scriveva che il docente non deve trasformarsi in un profeta, in un messia che impone e suggerisce agli altri una presa di posizione. Deve invece sforzarsi ad aiutare i suoi ascoltatori a conseguire la chiarezza ed a rendersi conto del senso ultimo del proprio operare, per decidere quale scegliere fra i punti di vista ultimi possibili.

Nella scuola, gli studenti, dovrebbero essere indirizzati alle regole fondamentali di un’educazione positiva, ossia è necessario che gli insegnanti concordino regole chiare, pongano dei limiti ed agiscano di conseguenza.

Lo stesso vale per gli adulti: l’autoaffermazione richiede lo sforzo di dominarsi. Il disagio si può colmare solo con una vita che abbia dei valori ed un senso. Si trova il senso della vita, tuttavia, non isolandosi in se stessi, ma trascendendosi per giungere ad una persona, a una società o a una cosa conseguita con impegno. Occorre cambiare il modo di guardare la vita per rendere possibili nuove ed imprevedibili esperienze di senso.

I formatori o esperti dell’apprendimento degli adulti dovranno, dunque, aiutare l’adulto al cambiamento. Imparare, per una persona adulta ed esperta che lavora, ad esempio, in un'azienda, implica infatti non solo acquisire nuove cognizioni, ma anche mettere in gioco ruoli e identità professionali, relazioni organizzative, percezioni e atteggiamenti, sistemi culturali: e ciò esige un aiuto sistematico e professionale.

L'adulto ricorre a una attività formativa soprattutto perché si rende conto di qualche inadeguatezza nel far fronte ai problemi della sua vita attuale. Vuole usare domani quel che impara oggi; la sua prospettiva temporale è quella della immediata applicazione. Ecco perché si rivolge alla formazione con un orientamento alla risoluzione dei problemi.

L'educazione, pertanto, tende a sviluppare la sensibilità e la forza della mente. Il suo compito è duplice: da un lato essa trasmette all'individuo una parte sul sapere, dei costumi e dei valori, accumulati nel tempo, che costituiscono la cultura di un popolo; ed in tal modo forma gli impulsi, la coscienza, ed uno stile di vita negli individui. Dall'altro lato, l'educazione deve contribuire allo sviluppo dei processi intellettivi e far sì che l'individuo sia capace di procedere al di là delle forme culturali del mondo a cui appartiene, di essere in grado, cioè, di innovazioni, sia pure modeste, e di crearsi un'interiore cultura personale; e poiché non esistono discipline avulse dall'uomo, si tratti di scienza, d'arte, di storia o di geografia, ogni uomo deve mirare a divenire un artista, uno scienziato, un letterato, uno storico o un navigatore.

La metodologia dell'insegnamento tende a porsi come incentivazione e stimolazione, soprattutto indiretta, attraverso la presentazione di ben selezionate occasioni, tecniche, strumenti che accrescano la motivazione ad apprendere, aiutino l'autoeducazione, agevolino tra le varie possibili formazioni quella di una durevole e plastica capacità di “imparare a imparare”, che si faccia poi sostegno per tutti gli anni che seguono l'azione scolastica vera e propria: che è certo già un'opzione e non optare è impossibile nel compito storico e determinato dell'educare.

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