Articolo pubblicato sulla rivista Fenix numero di novembre 2011
Simbologia e messaggio della preghiera che Gesù insegnò ai discepoli e all’Umanità – di Loris Adauto Muner.
Il Padre Nostro è il mantra dell’occidente, insegnato direttamente da Gesù di Nazareth ai suoi discepoli e a tutti, ed è l’unico che lui ha consegnato. I sette versetti di questo Mantra sono stati collegati praticamente a qualsiasi tradizione filosofica e spirituale: dall’albero della vita della Kabbalah alla teoria dei sette chakra, dai cicli esistenziali fino ai sette sacramenti. In molti pensano che in questi versetti sia celato il percorso del cammino di integrazione e evoluzione dell’essere uomo.
La preghiera di Gesù comincia così : papà. È difficile pronunciare questo nome con tutto il cuore e con tutto il corpo senza esserne commossi. È il nome che ogni bambino ha pronunciato con gioia, lo ha pronunciato squillante correndogli incontro, o sommessamente appoggiando la testa sulle sue spalle. È un nome che da calore, sicurezza, protezione, tenerezza.
Papà, nostro. Non è così facile né scontato quel “nostro”. “Mio” ci viene spontaneo: è il mio mantra, è la mia vita, la mia richiesta, ma cosa c’entrano gli altri? Il fatto è che se non c’entrano gli altri non c’entra neanche l’Energia di Amore del Cristo. E non solo gli amici sono nelle intenzioni del Mantra, ma anche e soprattutto i nemici, con tutto il creato, le piante, gli animali, i venti, il sole e la luna, e le stelle: nel Padre Nostro come nel Cantico di Francesco tutte le creature, visibili e invisibili, sono fratelli e sorelle.
Praticare la meditazione di questa preghiera porta nella condizione di figlio e di fratello. Solo da questa condizione si entra nel Silenzio, nello Spazio Sacro che permette di contattare il proprio Centro (il Santo dei Santi) e di respirare nel Soffio (il Pneuma) di Colui e coloro che prima di noi hanno pregato con queste parole.
Gesù ha racchiuso nel “Padre Nostro” tutta la sua sapienza (Sophia), sperando che gli uomini che l’avessero seminata nel loro cuore e l’avessero coltivata, nutrita e protetta, vedessero crescere e fruttificare il loro Albero della Vita.
Il Padre Nostro è un Mantra essenziale, così intimo e confidenziale, che non c’è cuore che non ne venga toccato.
Il Padre Nostro e i sette Chakra
La meditazione del Padre Nostro è un modo per cercare l’armonia con le correnti energetiche che attraversano il corpo.
I sapienti di tutte le Tradizioni dicono che l’uomo possiede più corpi:
1. il Corpo fisico (chiamato anche Soma), composto della materia tratta dal suolo;
2. il Corpo eterico o energetico (chiamato anche Psychè), cosiddetto in quanto l’energia fa riferimento all’etere, che in oriente si chiama Prana;
3. il Corpo astrale (chiamato anche Nous) è il corpo volitivo o emozionale. Si chiama astrale perché si crede che gli astri influenzino il carattere e le emozioni;
4. il Corpo Spirituale (chiamato anche Pneuma), nel senso che vi è in esso una “scintilla divina”.
Questi corpi sono in connessione tra loro attraverso i sette Centri Vitali del corpo denso, chiamati chakra, letteralmente vortici rotanti simili a dei trasformatori di energia incorporati in noi.
Il Cristo Gesù aveva ben presente le sette parti costitutive della natura umana quando insegnò il Padre Nostro. Come nell’arcobaleno la luce si mostra in sette colori e la musica in sette note, così la natura umana si esprime nelle sette domande del Padre Nostro.
Grandi saggi hanno quindi abbinato la recita di ogni versetto della Preghiera del Signore a ognuno dei sette Centri Energetici. L’effetto è molto salutare: attraverso la pratica di questa meditazione i Centri Energetici vengono puliti, energizzati e attivati.
In modo poetico gli indiani dicono che alla base della colonna vertebrale, nel primo Centro Energetico chiamato Centro Radice, dorme arrotolato il serpente Kundalini, l’energia più sotterranea e primordiale di Madre Natura che come il fuoco di un vulcano sonnecchia nelle viscere infuocate del suo grembo. Praticando la meditazione del Padre Nostro si può far confluire una grande quantità di energia spirituale proprio in “quel” posto e risvegliare il serpente della Kundalini, che risale allora attraverso i sette chakra energizzandoli uno per uno. Se l’energia spirituale del Padre Nostro e l’energia materiale della Kundalini si risvegliano e risalgono fino alla sommità del vulcano, dove c’è il settimo Centro Energetico chiamato Centro Corona, ci può essere una bella eruzione vulcanica e sperimenta una gradevole espansione di coscienza.
I sette Chakra
I sette centri energetici sono dei vortici che hanno la funzione di captare e convogliare l’energia universale per alimentare i vari livelli del campo energetico, collegarli con il corpo fisico e rilasciare poi energia all’esterno. Possono essere chiusi, semichiusi o aperti, a secondo del livello di salute dell’anima e del corpo di una persona e sono disposti in verticale lungo la Sushumna, un canale interno alla colonna vertebrale attraverso cui Kundalini risale dalla base fino al cervello. Quando l’energia di Kundalini risale dal primo al settimo chakra, attiva tutti i centri uno dopo l’altro e si raggiunge uno stato di pace e armonia.
Ogni Centro Energetico simboleggia una tappa evolutiva. Infatti come la dimensione spirituale, anche la dimensione energetica si sviluppa mediante la crescita. Ogni ciclo evolutivo scandisce le diverse età dell’uomo ed è associato a un Centro Energetico e a un versetto del Padre Nostro. A seconda dell’età, un vortice di energia presiede gli organi che sono in corrispondenza a quel chakra. A ogni età corrisponde così un Centro Energetico specifico, e ogni sette anni si apre una porta e ne arriva uno ad aggiungere il suo dono a quello degli altri.
I sette chakra sono:
1) Il Centro della Radice (Muladhara) dà l’energia vitale e corrisponde alla fase che va dai 0 ai 14 anni, dall’embrione al bimbo.
2) Il Centro della Polarità (Svadhisthana) dà la forza creatrice e corrisponde alla fase che va dagli 14 ai 21 anni, dal bambino al ragazzino.
3) Il Centro del Plesso Solare (Manipura) dà la coscienza comunitaria e corrisponde alla fase che va dagli dai 21 ai 28 anni, dal ragazzino al ragazzo.
4) Il Centro del Cuore (Anahata) dà la capacità di vivere l’Amore e si attiva dai 28 ai 35 anni, dal ragazzo al giovinotto.
5) Il Centro dell’Espressione (Visuddha) dà la saggezza, corrisponde alla fase che va dai 35 ai 42 anni, dal giovanotto all’uomo.
6) Il Centro della Visione (Ajna) dà la capacità di vedere la Realtà e si attiva dai 42 ai 49 anni, dall’uomo all’uomo maturo.
7) Il Centro della Corona (Sahasrara) dà la libertà e l’autodeterminazione e si attiva dai 49 a oltre, segnando il passaggio dall’uomo maturo all’Essere Umano.
Questa è la scala della vita.
Tanti bravi ragazzi sono caduti durante questa scalata.
Il miglior consiglio da dare a chi si prepara ad arrampicarsi assieme a Kundalini sull’albero della Vita è di non voler arrivare in alto troppo presto, di prepararsi con pratiche adeguate vivendo una vita conforme alle leggi universali.
Queste leggi sono scritte nel nostro cuore e in tutti i testi sapienziali dell’umanità e sono riassunte in modo mirabile nel percorso del Padre Nostro.
Chi vive nell’incoscienza scompensa l’energia dei Centri Vitali. Le energie usate male si ammalano e la vita viene allora bloccata dai sette demoni che lentamente se la divorano.
Durante l’ascesa della Kundalini incanalata dai codici del Padre Nostro, è possibile
prendere coscienza e liberarsi da questi sette vampiri energetici e dai loro fastidiosi lasciti: paure, rabbie, ossessioni, ecc. Portando l’amore del Padre Nostro nei chakra possiamo illuminare i loro lati oscuri e vincere il nemico più grande: la paura della separazione e dell’abbandono.
Nella tradizione cristiana ortodossa queste paure sono state raffigurate come demoni e i primi monaci hanno passato la vita studiare i loro figli: i Sette Spiriti della malvagità: Gola, Porneia, Avidità, Tristezza, Ira, Invidia e Superbia. Liberando ogni Centro energetico associato a uno di questi Spiriti possiamo sperimentare la libertà dalla Paura e soprattutto dalla paura che regna sovrana su tutte le altre, cioè la paura della morte.
In ogni tradizione religiosa della Terra, il Paradiso è visualizzato in qualche luogo situato “in alto” da cui spira l’energia del Cielo, mentre l’inferno “in basso” da dove spira l’energia della Terra. Quello che scende dall’alto eleva la nostra coscienza e ci fa sentire la vita leggera, quello che spinge dal basso invece dà la forza necessaria per sostenere “l’insostenibile leggerezza dell’essere”.
È necessario essere saldamente ancorati a Terra per volare fino al settimo cielo.
Ma che venga dalle profondità infuocate della Terra o dalle altezze siderali è sempre il medesimo vento che spira, proprio come nel respiro è sempre la stessa aria che entra ed esce. Lo Spirito soffia in ogni luogo, in alto come in basso, e quindi anche in ogni individuo, esattamente nei chakra “alti” della spina dorsale come in quelli “bassi”. La sua Voce risuona nella nostra Coscienza, al centro dell’incrocio dei chakra, nel chakra del Cuore. La Via del Signore, la strada i cui sentieri vanno “raddrizzati” è la spina dorsale: raddrizzare la schiena è raddrizzare la “vita”,
sintonizzando i luoghi bassi della nostra natura animale, che è un’evoluzione di quella minerale e vegetale, con i luoghi alti della nostra natura umana che è angelica. Quando la schiena (la vita) si “raddrizza”, gli alti e bassi della dualità vengono appianati e si riposa in pace nel Centro della propria coscienza, nel Sé interiore.
Un uomo dritto è un uomo retto, onesto, leale e motivato dalla ricerca del bene. Un uomo “privo di spina dorsale” è invece chiamato un uomo che sta chino, disonesto, sleale e interessato solo a se stesso. Se l’energia di un uomo, quindi la sua attenzione, è concentrata nei tre chakra inferiori della spina dorsale attira l’Anima verso il basso, verso l’attaccamento alla materia. La “vita” allora diventa storta.
Quando l’energia è concentrata in particolare nel cuore, la vita è profondamente coinvolta nei sentimenti e nelle emozioni e se la qualità del sentimento viene diretta intenzionalmente verso l’alto, si sviluppa un forte anelito di amore e di pace e nel cuore possono calmarsi le acque agitate. Le emozioni si spengono, i sentimenti si placano e un sentimento calmo dischiude i chakra della percezione intuitiva. Succede spesso che chi vive nei piani “alti” della propria casa, guardi gli altri dall’ alto in basso, senza accorgersi che proprio le sue cantine sono infestate dai topi, che di notte scorazzano anche nei piani nobili. Ci vuole equilibrio: non è un Uomo né chi guarda gli altri dal “basso all’alto” né viceversa.
È necessario che le Energie vitali salgono dapprima dalla Terra verso il Cielo e poi scendano dal Cielo verso la Terra. Rispettando quest’ordine naturale di precedenza, le invocazioni del Padre Nostro, in questa meditazione, iniziano da “Amen” e arrivano fino al “Padre Nostro che sei nei cieli”.
L’Amen è il punto di partenza, è l’accettazione della vita per ciò che è, è l’amore incondizionato della Madre Terra. “Amen” (letteralmente così sia) risveglia la sua energia e dà inizio all’ascesa ai Sette Regni, fino a raggiungere il Padre, per poi scendere con Lui nella Camera Segreta, la Camera Nuziale che oggi si chiama Inconscio. Fecondando la Matrice, lo Spirito del Padre risveglia il Figlio, che inizia la sua crescita, il seme si schiude, germoglia, cresce e fruttifica. Diventa un uomo realizzato e un Signore.
Questa pratica di meditazione abbina i sette versetti del Padre Nostro ai sette chakra, dal primo all’ultimo e poi dall’ultimo al primo.
1.Chakra Radice: Amen
Inchinati alla Vita e ai suoi sforzi per nascere. In milioni di anni di evoluzione la Madre Terra fecondata dal seme del Cosmo ha combinato e ricombinato i cinque elementi, si è data un corpo vivente, un corpo di polvere stellare da cui ha partorito la vita, dall’acqua, dal fuoco, dall’aria, dal legno e dal metallo, la vita è esplosa in immensi vulcani, spinta dai venti di potenti bufere, dai mari si è mossa alla conquista della coscienza, affondando le radici della sua vita fin nel centro del cuore della madre finché il primo uomo si è alzato in piedi e ha gridato all’universo: io sono vivo. La Terra ci ha donato un corpo. Noi siamo figli delle galassie e delle stelle, dal più piccolo insetto alla più luminosa cometa tutto è fatto della stessa sostanza-vita. Nell’Amen, riconosci e accetti le tue radici, le sorgenti di ogni tua forza vitale.
2. Chakra dell’Ombelico: E liberaci dal male
Chiedi di essere liberato dalla Paura della Separazione e della Morte. Liberaci tutti dalla divisione e dalla competizione dell’uomo con l’uomo, dalla guerra dell’uomo con gli altri, con il mondo, con Dio. Portaci dove c’è amore, pace, gioia, sensualità, eros, creatività, arte. Pace.
3. Chakra del Plesso solare: Guidaci nella tentazione
Non ci abbandonare nella tentazione. La tentazione è il sale della vita, lo spirito che ci spinge nei deserti affinché veniamo tentati, perché è confrontandoci con le tentazioni che forgiamo il coraggio, la prudenza, la responsabilità, la nostra etica. Tutte le tentazioni che la vita ci invia sono per imparare a scegliere, a decidere e a ragionare. Ma abbiamo bisogno di un criterio e di una guida per poterle attraversare come acrobati sul filo. Serve un bilanciere per non cadere nel baratro del delirio di onnipotenza e nel delirio di importanza personale, che fa credere di potere disporre della vita delle creature, di manipolare e soggiogare la vita. Non abbandonarci nella prova, conducici sulla via di mezzo.
4. Chakra del Cuore: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori.
Perdonando chi ha sbagliato con te, perdoni anche i tuoi sbagli. Questa energia è la compassione, la fiducia, la tolleranza e l’equanimità, la quiete interiore che deriva dal distacco, e per ottenerlo è necessario distaccarsi dagli irrisolti, dai crediti e dai debiti. Occorre entrare in uno stato di coscienza più vasto, che riesce a vedere l’eterno muoversi degli scambi cosmici come fondamentalmente giusti. L’amore è l’unica giustizia. Per respirare bene nel respiro divino, affinché il respiro non sia corto, affannato e ansioso, è necessario che la mente sia sgombra da preoccupazioni. I creditori come i debitori non respirano bene, il peso dei debiti e dei crediti schiaccia il cuore, altera il loro respiro.
5. Chakra della Gola: Dacci oggi il nostro pane quotidiano.
Il pane quotidiano è il pane dei poveri, il “pane comune” che deve essere a prezzo calmierato, affinché nessuno possa mancare dell’indispensabile. Gesù per i suoi discepoli chiede innanzitutto pane. Ma non di solo pane vive l’uomo e non di solo pane di frumento. L’altro pane che ci nutre e ci rinforza è l’energia vitale, la grazia è il prana: il Pane Necessario che nutre i corpi sottili.
6. Chakra della Fronte: Venga il tuo Regno, sia fatta la tua Volontà così in Cielo e così in Terra.
Il Regno che cerchiamo è il Regno della Pace per tutti gli esseri, e la Volontà è la volontà cosmica della fratellanza universale.
7. Chakra della Corona: Santificato sia il Tuo Nome, Padre Nostro che sei nei cieli.
Il Nome è il tuo, perciò se vuoi santificare tuo Padre realizza te stesso, diventa quell’uomo, unico irripetibile e meraviglioso che sei destinato a essere. Santificare è celebrare, onorare e far festa. La festa del riso, dei canti, la festa degli abbracci dei compagni (cum-panis) che spezzano il pane assieme. La festa è l’ospitalità, che rende sacro l’ospite.
Santificare è gioire della festa della vita, onora dio chi è felice, chi partecipa alle nozze e al banchetto, chi danza, chi dipinge, chi suona e chi canta e chi fa l’amore nelle vigne. Chi festeggia onora il nome di dio, il suo nome è amore Che sei nei cieli, cioè ovunque. Le tradizioni antiche hanno identificato nel Cielo la loro divinità più omnicomprensiva, il nome stesso Dio deriva da Djzeus, parola che significa Cielo e “Dzjeus Pitar” (da cui deriva lo Jupiter latino) significa appunto Padre cielo. Ma il cielo non è la volta celeste, è l’aria che respiriamo. Il cielo non è una semisfera a distante da noi, il cielo è l’aria che circola in noi, fra noi e il creato, è l’aria che i viventi si scambiano incessantemente in un cosmico processo di inspirazione e espirazione. E quest’aria non è vuota. È composta da un continuum indissolubile di particelle (onde) di materia, quello che una volta chiamavamo spirito, che ora chiamano energia, che è la grazia. Noi inspiriamo grazia ed espiriamo le nostre tossine, noi viviamo nella grazia e per mezzo di essa.
Il respiro è il luogo di incontro tra materia e spirito. Quando vorrai pregare, non parlare, ascolta il tuo respiro e sentirai la voce di Dio. Perché pregare non è parlare, ma ascoltare.
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