Uno dei fenomeni più interessanti della sessualità femminile è senza dubbio la capacità di eiaculare, attribuita all'uomo in forma esclusiva fino a non molto tempo fa. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che ci sono riferimenti millenari, come quello di Ippocrate, che ha parlato di uno sperma femminile o di Galeno, che ha affermato l'esistenza di un liquido seminale femminile durante il sesso. Tuttavia, sono Whipple e Perry che più hanno contribuito alla diffusione sociale del fenomeno nel 1982. Durante quel decennio, sono stati condotti studi che hanno rivelato l'esistenza di un fluido, che va oltre la lubrificazione stessa, che è peculiare della fase di eccitamento, meno viscoso dello sperma e leggermente biancastro.
Il punto G, conosciuto anche come punto Gräfenberg (dal nome del ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg, erroneamente ritenuto lo scopritore di questa struttura anatomica), non solo sarebbe sensibile al piacere, ma pare che sia strettamente collegato al meccanismo dell’eiaculazione femminile.
L'origine dell'emissione del liquido pertanto, potrebbe essere secreto dalle ghiandole di Skene o dalle ghiandole parauretrali, situate in prossimità del meato urinario, nella zona superiore rispetto al vestibolo vaginale, intorno all'uretra e con una struttura simile alla prostata dell'uomo.
Lo stesso liquido sarebbe costituito da glucosio, monosaccaride aldeidico molto diffuso in natura, sia libero sia sotto forma di polimeri, creatinina, composto eterociclico che a temperatura ambiente si presenta come un solido bianco quasi inodore e residui post-minzionali.
L’eiaculazione femminile non può essere omologa a quella dell'uomo perché differisce in funzione (non ha uno scopo riproduttivo) e composizione di base.
L’investigatore Francisco Cabello, medico, psicologo e sessuologo è colui che per primo ha ipotizzato concettualmente il processo fisiologico dell’eiaculazione nelle donne. Partendo dal presupposto che tutte le donne sono dotate biologicamente della "prostata femminile", tutte possono allora aver eiaculazione. La differenza starebbe solo nel fatto che la maggior parte della donne non se ne accorge perché la piccola quantità di liquido generata non sarebbe espulsa ma immessa nella vescica come avviene nell'eiaculazione retrograda in alcuni maschi.
E’ arrivato a ciò grazie ad una comparazione delle analisi dell’urina femminile prima e post rapporto completo. In ogni caso e nonostante i progressi scientifici che si sono verificati in questo campo, c'è ancora molto da chiarire.
L'assenza di investimenti nella ricerca sessuologica impedisce di avanzare nelle conoscenze strettamente connesse a questo campo scientifico.
Dr. Francesco Mappa
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