Esiste un buon conflitto? Un conflitto utile, sano, costruttivo?
Nella nostra cultura siamo abituati a evitare conflitti pensando che siano negativi, ma il conflitto di per sé non è buono nè cattivo, può anzi avere molti aspetti positivi se gestito nel giusto modo. Per esempio senza svalutare o aggredire l'altro, ma manifestando in modo funzionale un nostro bisogno, si può serenamente affrontare un conflitto per discutere e ottenere quello che desideriamo, o retrocedere su una nostra posizione troppo rigida o, ancora, negoziare un compromessso perché vivendo il conflitto con l'altro, ascoltando le sue ragioni, magari riusciamo a chiarire meglio i reciproci bisogni.
Il manifesto del buon conflitto è uno strumento ideato da CPPP (Centro Psico Pedagogico per la gestione dei conflitti) per affrontare situazioni di difficoltà che si incontrano quotidianamente.
Questo il testo del manifesto, impostato in 9 punti:
1) Non confondere il conflitto con la violenza. Il conflitto lo usi per affrontare l'ostacolo, la violenza per eliminare chi ti ostacola; 2) Utilizza il conflitto come antidoto alla violenza. Se hai imparato a saper gestire i momenti di crisi e di contrarietà non avrai motivo di ricorrere alla violenza, né contro gli altri né contro te stesso; 3) Non cercare il colpevole. È la forma più arcaica e primitiva di affrontare il conflitto che rischia di portarti unicamente al rancore e alla vergogna. 4) Impara a so-stare nel conflitto. È meglio che cercare subito la soluzione. Il conflitto nasconde tante informazioni che puoi esplorare. Il conflitto provoca tante emozioni che puoi saper riconoscere e rispettare; 5) Impara a comunicare e ascoltare. Anche in presenza di contrasti, leggi il conflitto non come minaccia ma come occasione di cambiamento. Così puoi sviluppare la tua competenza conflittuale; 6) Prenditi cura dei tuoi tasti dolenti, saranno tuoi alleati! Nei conflitti avrai capito che emergono le tue emozioni e i tuoi dolori infantili. Prenditene cura, così sviluppi la necessaria capacità di capire te stesso e gli altri; 7) Usa la domanda maieutica. Rappresenta una forma molto efficace di comunicazione: crea interesse reciproco e ti permette di cogliere i punti di vista altrui; 8) Educa bene. Dove c’è violenza c’è anche cattiva educazione. Educare bene è la base della vita come il cibo, riguarda tutti, anche te. Impegnati per avere scuole di qualità e perché i genitori non siano lasciati soli nella crescita dei figli; 9) Aiuta i bambini a litigare bene. Nei litigi infantili evita di cercare il colpevole o imporre la soluzione. Sostieni i bambini a comunicare e a darsi le reciproche versioni dei fatti. In questo modo faciliti la loro ricerca di accordi possibili.
Se volete sottoscrivere e/o scaricare il manifesto del buon conflitto in versione pdf potete seguire questo link.
Due parole spenderei anche sulla rabbia. La rabbia, così come il conflitto non è necessariamente una emozione negativa. La rabbia è una manifestazione di sentimenti profondi, di nostri vissuti ed è carica di energia. Questa energia se ben incanalata può essere un'ottimo strumento espressivo, vitale. Se la rabbia è esplosiva il conflitto rischia di essere esplosivo a sua volta. Imparare a gestire, riconoscere, e trasformare la rabbia in modo che diventi funzionale e non ci sovrasti, è forse il primo passo da cui partire per un cambiamento nelle nostre relazioni. Ne parla in modo approfondito Monica Morganti (psicoterapeuta junghiana) nei suoi libri, approfondendo il maschile ed il femminile e proponendo tecniche alternative e meditative come il mandala e la mindfulness.
- Riporto di seguito una breve bibliografia sul tema del conflitto/rabbia:
Litigare fa bene, Daniele Novara. Bur edizioni
Gestire la rabbia. Mindfulness e mandala per imparare a controllare e usare questa emozione travolgente. Monica Morganti. Franco Angeli edizioni.
- Qui invece potete trovare la bibliografia consigliata dal CPPP.
Lisa Massei
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