Viene chiamata proprio disapprovazione per la enorme quantita di dinieghi che il figlio riceve dal momento della nascita fino ad età adulta. Tali comportamenti fanno si che la persona già da bambino non si senta approvato per quello che realmente è.
Spesso il livello di consapevolezza acquisita da parte dei figli si trasforma nell’opposto quando questi diventano genitori, per esempio da troppo rigida avuta a troppo permissiva concessa.
La disapprovazione familiare si può sinteticamente evidenziare in questi punti
- tende ad abbassare la nostra autostima, i poteri.
- si tende a sentirsi in balia delle persone
- il bambino quando nasce è perfetto ed ha tanta autostima fino a quando non capisce che è amato in funzione di quello che fà
- si ribella e si conforma
- se si conforma si dovrà adattare per essere amato
- questa disapprovazione si tramanda
- la si trasmette sugli altri
- facciamo i capricci se siamo bambini o puntiamo il dito facendo i genitori
La disapprovazione familiare produce nella crescita dell’individuo molte condizioni e molti sensi come per esempio
- il senso dell’obbligo che ci portiamo dall’infanzia (bisogna comportarsi in un certo modo perché gli altri ci amino) e questo crea una rabbia molto forte.
- senso del tradimento: tradisco tutte le aspettative che sono state rivolte a me, faccio quello che vuoi.....ma guarda che disastro
- quando si entra nel senso di colpa ho bisogno anche della punizione, in sintesi mi auto punisco. (Questo è uno dei motivi inconsci per cui le persone sono dedite al fumo)
Questa disapprovazione ormai consolidata non tiene conto della unicità individuale e se sotto l’aspetto razionale si trasforma in un conflitto vero e proprio, con effetti qualche volta non piacevoli, sotto l’aspetto spirituale rappresenta in un certo senso la perfezione del percorso per il quale ogni essere umano può, in alternativa di pensiero, comprendere che solo quei genitori gli hanno potuto garantire questo tipo di dinamica relazionale.
Questo pensiero alternativo rappresenta una grande possibilità che potrebbe essere usata come chiave di lettura se in un domani la persona volesse integrare e trasformare nella propria e personale responsabilità, questa disapprovazione in accettazione e amore incondizionato.
Quello che è auspicabile è che se si vuole rompere la catena di questa disapprovazione sia necessario da parte dei figli la volontà di allargare la propria visione sull’amore, trasformando la disapprovazione ricevuta in una relazione comunicativa senza dover essere inconsciamente costretti a tramandare ai propri figli ciò che loro stessi hanno “dovuto” assorbire contro il principio della individualità personale. E’ vero che nella prima fase della loro vita non era possibile avere consapevolezza sia perché la persona doveva in un certo senso “imparare” e poi perché legata per una questione di sopravvivenza al nucleo familiare, ma questo non esula dalla volontà di consapevolizzare, accettare e trasformare nell’età adulta.
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