quando ...il bruco non vuol mettere le ali
È un'affermazione, o talvolta un giudizio, che gli adulti riservano alle giovani generazioni, in particolare agli adolescenti che sembrano proprio non voler crescere, arroccati a difendere presunti diritti e del tutto o quasi ignari di doveri. L'abbiamo detto e ripetuto molte volte, l'adolescenza è un'età che si allunga, del tutto in controtendenza con i tempi brevi-brevissimi che viviamo, in cui ogni fenomeno che sia importante o meno ha effimera vita, rapido se pure entusiastico consenso della durata di un soffio. Proprio in questa condizione dalla quale ci è molto difficile sottrarci come individui, come cittadini, come lavoratori, insomma come esseri umani, l'adolescenza si alluuunga inesorabilmente, in controtendenza certo e tuttavia coerentemente. Un altro paradosso della nostra epoca: se adolescenza è ricerca di identità, di autonomia, è contraddizione drammatica tra due essenziali e opposte necessità di base, connessione e separazione , allora anche noi adulti siamo in parte adolescenti. Anche noi adulti viviamo più o meno ansiosamente la scelta di seguire ciò il mondo suggerisce, ciò che gli altri fanno, vedono, realizzano, credono e ciò che impercettibilmente avvertiamo più nostro, più vicino forse a ciò che vorremmo e che quasi mai coincide con il resto. Anche noi adulti soffriamo la solitudine e condividiamo con l'adolescente la sensazione di essere incompresi ogni volta che ci concediamo il lusso di andare controcorrente e non per il gusto del rischio, non perché vogliamo provare a dispetto di qualcun altro (come accade all'adolescente e ci è accaduto anni orsono), semplicemente per onestà e lealtà verso noi stessi, verso quella identità che con fatica abbiamo delineato, abbozzato, imparato a rispettare e che vorremmo libera da sensi di colpa e pressioni esterne.
Ogni volta che noi adulti di fronte alle difficoltà, a quelle insopportabili pressioni esterne che pure avvertiamo ingiuste, di fronte ad una scelta optiamo per quella più comoda o meno scomoda, per quella che almeno in apparenza ci permette di essere nel gruppo dei tanti, ogni volta che noi adulti rifiutiamo il cambiamento o “sfide” importanti, ci lasciamo travolgere da ansie confuse e generiche, rifiutando di cambiare noi stessi pretendiamo che cambi l’altro, ignoriamo l'efficacia della leale negoziazione con noi stessi e con gli altri, ogni volta che gettiamo la spugna anziché ri-conoscere e ri-provare fiducia in noi, nella vita, nel futuro, ognuna di quelle volte anche noi stiamo rifiutando di mettere le ali.
Se noi adulti riusciamo a comprendere quanto dignitosa e terribile sia la fatica di crescere in ogni stagione della vita, dal momento in cui ci è data, con naturalezza e serenità ci accosteremo agli adolescenti, condivideremo le loro ansie e paure, anche se abilmente mascherate da indolenza o aggressività per un mondo sempre più ingeneroso, precario, in cui vige la sola dimensione del presente.
Cordialissimamente,
Giancarla Mandozzi
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