Una delle prime domande che mi rivolgono le persone che incontro quando scoprono che faccio la counselor è: chi viene da un counselor?
Il mio lavoro mi offre la possibilità e la fortuna di essere un’ascoltatrice di storie di vita di uomini e donne.
Ci sono protagonisti tristi perchè la loro relazione è finita e ora sentono il bisogno di trovare un nuovo modo per proseguire.
Ci sono principesse che scoprono che il loro principe le tiranneggia e non vogliono più recitare una parte che dipende da qualcun altro ma scoprirsi capaci di essere protagoniste della loro esistenza, non sopportano più l’idea di vivere nel terrore del ricatto e della violenza.
Ci sono madri e padri che non sanno come entrare in contatto con il mondo dei loro figli
Ci sono principi che si credono ranocchi e non vedono cosa c’è di bello in loro e non utilizzano le loro potenzialità.
Ci sono uomini e donne che portano dentro di sè bambini feriti e tristi che sono rimasti chiusi in una spelonca per anni e quasi dimenticati e non sanno emozionarsi di quello che la vita offre ogni giorno.
Ci sono cavalieri con pesi grossi come macigni dentro il cuore e che traboccano di rabbia e soffrono perchè sono sempre soli, si rendono innavicinabili.
Ci sono avventurieri e avventuriere che si rendono conto che le loro capacità possono essere ancora maggiormente sviluppate e che vogliono scoprire quanti tesori nascosti ci sono dentro di loro e come poterli utilizzare al meglio.
Ci sono re che sono talmente centrati a osservare se stessi che non si accorgono di tutto quello che c’è nel loro regno si sta sgretolando e che provano paura quando incominciano a vederlo.
In definitiva, il counseling è per uomini e donne che in un momento transitorio di difficoltà della loro esistenza vogliono rimettersi in cammino e scrivere nuove pagine di storie di vita, insieme a un ascoltatore esperto che non giudica e che affianca con il solo scopo di aiutare a trovare un nuovo modo per mettersi in cammino.
Elisabetta Ghezzi
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