Il Drevillon, nel testo “l’orientamento scolastico e professionale” individua cinque gruppi di metodi dell’orientamento:
1. Il metodo liberale: si ispira la principio del “lasciar fare” per il quale ciascuno tenta di trovare il proprio posto nella vita valendosi esclusivamente delle proprie capacità di iniziativa ed inserimento
2. Il metodo imperativo: nel quale tutto viene deciso da un genitore o da un autorità esterna o da condizioni socio-economiche particolari (posti di lavoro limitati da riempire ad ogni costo)
3. Il metodo selettivo: basato su procedure concorsuali e condizioni di accesso ai diversi gradi della gerarchia sociale
4. Il metodo diagnostico: incentrato sulle “previsioni” offerte da test psico-attitudinali che richiedono l’intervento di psicologi
5. Il metodo educativo-formativo: favorisce lo sviluppo della persona in una società in divenire attraverso una formazione generale polivalente, riservando ai giovani la più ricca gamma di scelte, aiutandoli a conoscersi e ad identificare i propri punti di forza ed a formulare traiettorie esistenziali e progetti di inserimento rispondenti ai propri bisogni, obiettivi e desideri profondi.
Appare sempre più evidente, opportuno e necessario implementare, nella società della complessità, una visione dell’orientamento come un’attività di educazione alla scelta che deve accompagnare il soggetto in crescita verso la sua maturità personale e professionale (vale a dire la capacità di assumere una decisione motivata in ordine ad un progetto personale di vita)! L’insieme delle componenti di maturazione che fanno parte di un percorso di orientamento formativo può essere delineato come un insieme di costrutti che appartengono alla sfera della crescita personale a 360° dei soggetti: conoscenze, capacità, attitudini, preferenze, interessi, valori, competenze e abilità, motivazione, personalità, concetto di sé, autostima, autoefficacia, assertività, stile cognitivo, stile attributivo, metodo di studio, dinamica della decisione, maturità professionale, capacità di progettazione, spirito di iniziativa ed intraprendenza.
E’ evidente d’altra parte come una forma di didattica centrata su contenuti, nozioni, mono-direzionalità comunicativa, neutralità del setting…. Non possa essere adeguata a fornire risposte complesse finalizzate a facilitare la maturazione globale degli studenti e la presa in carico relazionale che fonda la loro progettualità identitaria.
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