Nel rapporto con gli altri bisogna tener presente tre sfere importanti: sfera della creazione/ispirazione; quella dell’affettività e quella della professione. Lavorare in modo costruttivo in questi ambiti, aiuta a evitare conflitti e a lavorare nel dialogo e nell’integrazione. Nell’ambito lavorativo, ognuno si esprime in base alle sue tendenze; essere disponibile ad accogliere le diversità ci permette di avere un’ampia visione, potendo cogliere il lato costruttivo anche in scelte che noi non avremmo mai fatto. Spesso gli altri sono una risorsa, ma se nei rapporti siamo chiusi e ristretti al nostro pensiero, non potremo lavorare in modo armonico con le persone. Ognuno di noi ha le sue risorse che vanno accettate e poste sul tavolo delle scelte, evitando di pensare che le nostre siamo migliori di quelle degli altri. Lavorare in modo armonico porta a dei risultati così soddisfacenti da stupire anche il più scettico. Svolgere attività in contesti innovativi, permette di svolgere i compiti con visione ampia. Se siamo aperti al cambiamento, gli atri ci potranno dare stimoli che miglioreranno le scelte aziendali. Tutti hanno da insegnarci e da offrirci qualcosa. Basta vedere le diversità senza giudizio. La base, le fondamenta sulle quali sono creati buoni rapporti, anche i lavorativi, sono la comunicazione e l’accoglienza. Bisogna guardare le persone al di là delle loro maschere. Sono proprio queste a infastidirci. Se noi sappiamo guardare oltre e vedere un essere dalle mille sfaccettature, avremo una visione diversa. La relazione è una condivisione. Un Counselor Relazionale Spirituale è bene che abbia presente i seguenti punti che lo aiuteranno a formare basi solide per relazioni, anche in campo lavorativo: accoglienza, condivisione e orientamento.
Nell’ambito lavorativo quindi è importante vedere negli altri delle risorse e non degli ostacoli. Gli altri sono il nostro banco prova, la nostra cartina tornasole.
Spesso si verificano disagi lavorativi che a lungo andare causano il Burn-out[1]. Le principali cause sono: conflitti intra/inter relazionali e l’inadeguatezza. Un malsano ambiente di lavoro è causa di alterazioni del benessere psico-fisico, perdita di sicurezza e calo di autostima. Sul piano personale si manifestano con: stress psicologico; disturbi fisici e segnali comportamentali. I conflitti avvengono per diverse cause: troppo/poco lavoro, una struttura caotica dove non vi sono i giusti livelli e riferimenti; poca collaborazione, generata dalla mancanza di comunicazione. Saper lavorare con tutti ci aiuterà ad armonizzare l’ambiente lavorativo. Valorizzare se stessi e gli altri è un ottimo passo verso la comprensione. Sìì il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. (Gandhi). Se noi facciamo del nostro meglio, influenzeremo in modo benefico anche il prossimo. Lo stress affliggerà anche noi stessi se ci facciamo coinvolgere emotivamente. Le pretese e le aspettative rovinano i rapporti e le relazioni. Se offriamo invece che pretendere, otterremo ottimi risultati. Come si evitano i conflitti? Intanto va fatta un’ottima analisi della situazione per comprendere le dinamiche che hanno creato disagi. Quando agiremo dovremo farlo preservando la nostra dignità e quella dell’altro. Se creeremo scompensi, si avranno ulteriori disagi. È bene poi affrontare il problema senza arrivare allo scontro. Nel rapporto con l’altro sono importanti l’etica, la lealtà e la trasparenza. Le cause del conflitto sono: soggetti litigiosi, scarse risorse, invasioni, competizioni, differenza di pensiero e nel modo di lavorare. Muoversi in maniera progettuale, meditare sul perdono e valorizzare l’altro migliorano l’atmosfera lavorativa, creando un ambiente sano dove tutti desiderano lavorare e collaborare. Perdonare è un’ottima terapia che dona vigore e serenità.
Come Counselor ma anche come collega in ambito lavorativo, per evitare le conflittualità bisogna evitare di agire in modalità reattiva. Cercare di intervenire e rispondere dopo la scelta accurata del nostro riscontro. Agire invece di reagire. Il distacco emotivo ci permette di essere empatici e comprendere emozioni e bisogni dell’altro, senza entrare nella modalità giudicante. L’azione è giusta solo se è stata valutata prima; quando abbiamo avuto modo di gestire le emozioni senza farci gestire da loro, altrimenti si entra in conflitto e il rapporto di lavoro o la relazione diventano ingestibili. Se siamo concentrati sul nostro focus emotivo o su quello dell’altro (senza averlo compreso), si genera il conflitto. Questo perché il focus emotivo è generato dall’ansia e dalle difese dell’ego. Esso per suo uso e costume ha sempre alibi ben costruiti e che calzano a pennello per ogni situazione.
Per un buon rapporto bisogna anche sapere/fare secondo il tempo, il luogo e la circostanza. Se vogliamo dire una nostra opinione ad un collega, dovremo avere tatto e aspettare che sia il momento opportuno. Se lo vediamo confuso e impegnato, sarà necessario aspettare. Le azioni impulsive sono dinamite per le relazioni, siano personali o lavorative.
Il Counselor ha prima di tutto da svolgere un lavoro intenso su se stesso, questo per avere le giuste qualità che gli permettano di lavorare al meglio. Queste qualità sono: ispirazione, motivazione, distacco emotivo, compassione, misericordia e umiltà. Il distacco aiuta il Counselor ad evitare di immedesimarsi nelle emozioni dell’altro facendole proprie. Se ci facciamo influenzare dagli accadimenti del cliente o dell’altro, significa che abbiamo degli irrisolti da sistemare. Quindi prima di tutto il lavoro bisogna farlo sui noi stessi. Successivamente il Counselor dovrà prendere in considerazione bisogni, emozioni, pensieri, giudizi, ansie, difese e resistenze. Dopo un’attenta valutazione sarà suo compito dirigere il cliente verso un meta-modello, verso una migliore versione di se stesso. Se il cliente viene indirizzato verso il suo interno e non verso l’esterno, anche la creatività, la motivazione e l’ispirazione saranno incrementate. Il Counselor tradurrà i segnali emozionali del cliente affinché possa comprendere i veri bisogni e le corrette espressioni dello stesso. Il cliente troverà la giusta via e la strada più evolutiva, grazie ad un lavoro di introspezione. Ognuno di noi ha fantastiche risorse, vanno solo riscoperte. Un supporto importante per il Counselor è la CNV, comunicazione non violenta, che supporti l’altro e lo aiuti a trovare nuove prospettive di vita. Attraverso la traduzione delle emozioni si può individuare l’emozione di base, causata dal vero disagio. Trovato questo si potrà arrivare alla soluzione. Ci sono importanti strumenti a nostra disposizione e sono: la visualizzazione meditativa, il rilassamento e la respirazione. Questi si possono usare con il cliente per alleviare stress e disagi. Ricordiamoci che la guarigione prima di tutto è emotiva. Chi si trova oppresso dalle emozioni è necessario che trovi nel Counselor dell’agio che allievi la sua pesantezza. Chi trova nel Counselor una nuova possibilità, troverà in lui un modello da seguire. Ecco perché è necessario che il Counselor sia un vero professionista che abbia fatto un profondo lavoro su se stesso. Egli/Ella è bene che conosca le proprie emozioni. Il lavoro sarà di: riconoscimento, sostenimento, dis-identificazione, meditazione sull’opposto e trasformazione/sublimazione.
[1] Stress che consegue ai conflitti interpersonali. Esso deriva da situazioni di disagio e insoddisfazione in ambito lavorativo
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