la forza del...dialogo interiore


 

la forza del...dialogo interiore

 

            Ci accompagna, ci segue, ci in-segue, ci aiuta, ci ingombra la mente e il cuore, ci induce in uno stato di euforia o di totale insoddisfazione, amico e nemico ad un tempo, sempre pronto ad esprimersi e ci convince sempre. Sì, ci convince , ci appare come "il" punto di vista da seguire in ogni situazione.

            Mi sto riferendo al dialogo interiore, a quel parlarsi interiormente, a quel dialogare con se stessi, una trasmissione sempre attiva e forse, dico forse, si spegne o semplicemente si attenua quando dormiamo.

            Da che abbiamo memoria di noi, usiamo dirci con immediatezza ciò che crediamo, pensiamo, valutiamo delle situazioni nel momento stesso in cui le stiamo vivendo ed anche dell'altro, degli altri, sia quando sono lì davanti a noi, sia quando la memoria ce li rappresenta trasferendoli dal passato nel presente.

 

Ebbene, di questo potente e inesausto sempre acceso "sistema interno di comunicazione"  raramente, troppo raramente abbiamo consapevolezza piena. Lo consideriamo alla stregua di un naturale commento preciso e puntuale -se non altro perchè nostro- ma niente di più che un commento e invece... invece si dà il caso che si presenti a noi mascherato da commento quello che in noi si è tenacemente e solidamente strutturato giorno dopo giorno, il nostro modello di comportamento, il nostro copione.

È proprio sulla base e in dipendenza da quel copione di vita, che comincia a formarsi dall'infanzia in ciascuno di noi (come ci ha ben avvertito Eric Berne), che si avvia il dialogo con noi stessi, è in nome di quell'effetto che crediamo di avere ragione sull'altro, che agiamo o re-agiamo alle situazioni.    

            Averne consapevolezza forse cambierebbe il nostro comportamento? Non è certo così semplice, tuttavia quanto meno potrebbe indurci qualche minuscolo pulviscolo di dubbio e il dubbio è una potentissima leva per il cambiamento, per migliorarci, per imparare a non considerarci l'unica persona ad aver compreso ogni cosa o  la vittima designata dell'ignoranza e incomprensione altrui.

            Averne consapevolezza avrebbe inoltre un incomparabile ulteriore vantaggio: tenere conto del fatto che gli altri non agiscono in seguito a ciò che noi, dettagliatamente e con grande precisione o autorità abbiamo chiesto, gli altri -come ciascuno di noi- agiscono in seguito a ciò che si dicono dopo quello che a loro abbiamo detto!

Ed è anche per questo che accade frequentemente di parlare di cambiamento, piuttosto che affrontare il cambiamento.

            Educatori, formatori, insegnanti e counselor sanno bene -spero tutti, proprio tutti- che occorre fare i conti con il dialogo interno di ogni interlocutore e i più allenati tra loro hanno nel tempo imparato a riconoscere l'andamento di quel dialogo da impercettibili segnali paraverbali e non verbali.

            Meraviglioso! Sì un meraviglioso defatigante usurante bellissimo lavoro quello di comunicare compiutamente con l'altro, dialogando con il suo...dialogo interiore e lo “sforzo emotivo” dell'educatore come dell'educando sarà il segno che veramente entrambi stanno imparando qualcosa, stanno crescendo nella relazione.

 

Cordialissimamente,

Giancarla Mandozzi

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