La relazione di aiuto può esistere fuori da una dimensione magica?


La relazione di aiuto può esistere fuori da una dimensione magica? Se è vero che i disagi che viviamo sono frutto del nostro personale incontro con la realtà che ci circonda, devo pensare che questa realtà abbia una importante responsabilità sulla nostra vita. È vero che alcuni sostengono che non è quello che accade che ci forma ma è ciò che noi facciamo di quella esperienza che sviluppa una nostra personale reazione alla vita. Per molto tempo mi sono chiesto se fosse davvero così o questa realtà che sembra agire solo di riflesso ricopra un importante ruolo nel disagio come parte attiva.


Essendo un'ipotesi indimostrabile come la maggior parte di quello che concerne il mondo emotivo e psichico, mi limiterò a proporre un ragionamento che ha come oggetto il mondo della relazione di aiuto.

Mi chiedo: se è vero che il mondo che ci circonda con le sue pressioni più o meno consapevoli crea il disagio, come è possibile aiutare qualcuno che sta male utilizzando le stesse regole del mondo che quel male ha creato? È possibile che una persona possa essere di aiuto ad un'altra senza essere fuori da quel sistema che ha creato il disagio?

 

Se lo scopo di ogni relazione è una evoluzione personale e quindi un cambiamento, mi chiedo quali tipi di cambiamento possano avvenire. Personalmente e professionalmente la mia attenzione è colpita da due tipi principali di cambiamento: quello che avviene all’interno del sistema di regole  precostituito (cambiamento semplice) e un cambiamento rivoluzionario che scardina quelle regole segnando una rinascita dell’anima (cambiamento evolutivo).

 

Utilizzerò un esempio per essere più chiaro.

È come se una persona si stia muovendo in un labirinto. Se la persona per un po’ di tempo percorre strade che non presentano un uscita potrebbe accusare un disagio. Così decide di lavorare sul disagio per trovare una soluzione. Nel primo caso (cambiamento semplice) la persona inizierà a percorrere strade differenti, svilupperà nuove strategie e si porrà nuovi obiettivi, magari riuscendo a trovare la propria strada e raggiungendo il proprio personale unico traguardo. Nel secondo caso (cambiamento evolutivo) la persona si accorgerà di essere un in labirinto e se vorrà potrà abbandonarlo e comunque vivrà la propria esistenza rigettando nuove basi, appunto rivoluzionando il sistema vita fino ad allora accettato ed utilizzato.

 

Ed ecco l’importanza della magia, di una dimensione diversa, di un luogo in cui non serve porsi i perché delle cose ma basta viverle, diventando consapevoli di noi stessi e di ciò che ci circonda. Un luogo magico in cui la realtà non è disegnata sulle regole delle nostre convinzioni ma esiste per quello che è, esattamente come noi. Un luogo in cui non serve ricondurre tutto a se stessi e soprattutto non serve dimostrare quello che si è, semplicemente perché non occorre dimostrare l’ovvio.

 

Molte sarebbero le parole da investire per dare alla magia nella sua forma più nobile lo spazio e la dignità che merita e che lentamente sta perdendo ma lascio questa ricerca a chi vorrà farla seguendo proprie e personali strade speculative. Viviamo in un mondo che confeziona idee e le propone e raramente invoglia alla ricerca e allo sviluppo di un personale senso critico, sarebbe interessante chiedersi come mai questo accada…

 

Non vi citerò tutti coloro che hanno sostenuto questa stessa tesi, poiché non credo che un numero maggiore di opinioni possa rendere più vera un affermazione. Queste mie parole vogliono essere motivo di riflessione per coloro che ancora oggi amano porsi domande e mettersi in discussione, cercando di accrescere la propria consapevolezza senza paura di scoprire cose che fuggono dal proprio controllo.

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