Quali valori mettere in discussione e quali priorità? Il fallimento ha senso perché “costringe” a ricostruire su basi più solide, sia economiche (maggiori riserve, maggiore capitalizzazione, ecc.) sia emotive.
Quali sono i valori a cui si tiene maggiormente? La crescita economica, l’evoluzione personale o sociale, gli affetti, ecc.
E conseguentemente, quali sono le attività prioritarie? Sostenere la famiglia, l’impresa in generale, i lavoratori dipendenti, i professionisti, i manager, le nuove professioni, le imprese innovative, le imprese storiche, le imprese di settori strategici, ecc.
Quali abilità sviluppare? Imprenditorialità, innovatività, affettività, sicurezza, determinazione, autostima, capacità d’amare, leadership, ecc.
Da qui possono sorgere le basi di un equilibrio maggiormente integrato, dove la parte economica e razionale sia un aspetto importante e non il tutto. La storia, infatti, ci insegna che l’economico è al servizio dell’essere umano. È vero che la persona ne deve rispettare le leggi dell’ambiente in cui vive, ma può anche modificarle con le proprie capacità.
Se quanto l’essere umano produce non è al servizio della propria evoluzione, integrando razionalità (conoscenza del mondo esterno) ed emozioni (percezione, comprensione-interiorizzazione) e, anzi, se ne discosta, allora il rischio di fallimento può rinnovarsi e costringere l’uomo a riflettere dolorosamente sulle proprie sconfitte per costringerlo a cambiare, a creare le premesse per il successo futuro.
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