Un NO al giorno leva il medico …


noCosì dice una amata maestra, vediamo.

Ti succede di dire sì e poi pentirtene? Di dire sì, ma volevi dire no? Ecco, qualche spunto su  questo tema. Intanto qualche frase, di quelle che mi vengono riportate più spesso.

“Se un collaboratore mi fa una richiesta, molto spesso dico di sì, anche se in realtà volevo rifiutare.
Ho paura che se non lo accontento, poi quello non collaborerà più, si comporterà male”.

“Qualche volta ho provato a dire no, ma poi il collaboratore si è messo in malattia ed è stato peggio”.

 

Oppure. “Non mi piace dire di no, mi sembra di fare lo scaricabarile. Se un collaboratore ha bisogno di uscire prima, resto io al suo posto, se no mi sento in colpa. Mi rendo conto che loro lo sanno e ne approfittano, ma non so cambiare”.

 “Quando il capo mi fa una richiesta, dico sì, anche se vorrei dire no. Ho paura a dire no, paura che poi verrò mal giudicato.”

“Il mio capo vuole tutto e subito, non sente ragioni. E io non sono capace di dire no, o almeno spiegargli in che situazione mi trovo e negoziare cosa fare. Lo so che facendo così poi chiede sempre a me, vorrei che mi capisse, che si mettesse nei miei panni”. O spesso, più semplicemente mi sento dire "Non posso dire no".


Dire di no per qualcuno è semplice, dov'è il problema?

Per altri non lo è affatto, capi o collaboratori, non è necessariamente una questione di ruolo. Dire no mette in gioco una serie di questioni organizzative, relazionali, emotive. Anche se chi dice sì, volendo dire no, si sente un po' pirla. Imparare a dire no non è una evoluzione facile, anche se, quando siamo in azienda, veniamo richiamati a maggiore fermezza, polso. Anche se, fuori e dentro l'azienda, ci dicono che siamo troppo buoni.

La paura di quello che succederà, di come reagirà l'altro e di cosa penserà di noi, è il sentimento che ci guida, non i ragionamenti e le valutazioni. O meglio. Il sentimento si traveste da ragionamento, “E se poi l'altro reagisce male...” è paura travestita da ragionamento.
Così giustifichiamo razionalmenteil nostro comportamento, e continuiamo a dire sì, pensando “ah, ma prima o poi mi stufo e allora mi farò valere...”.


Dire no, certo nel modo giusto, non porta a una rottura della relazione, non necessariamente. Dire no, certo al diretto interessato non fa piacere, ma agli altri? Evita che qualcuno diventi privilegiato. Evita che qualcuno si approfitti troppo. E non è detto che questo qualcuno per forza la prenda male. Certo, non gli piace, ma magari accetta. E soprattutto dire no, invece di sì quando il sì è una forzatura, fa stare meglio noi.


SE SEI UN CAPO, ovviamente di sì, se ti è possibile, alle richieste dei tuoi collaboratori. Se possibile diciamo sì, perchè rifiutare? Sarebbe assurdo. Ma se non è possibile, se è fuori dalle regole, se danneggia il resto del gruppo, ... meglio dire no.
Allora, prendi tempo per riflettere, non si dice mai di si o di no subito, senza avere il tempo per pensare.

Rifiuta con calma, senza dire "Mi dispiace". Perchè dispiacersi? Il no è equo, è valutato.
Spiega senza dilungarti i motivi del rifiuto. Non per giustificarti, ma per permettergli di capire.
Se possibile, offri una alternativa. Ecco. È un buon no.

VERSO IL CAPO, non puoi dire no punto, in azienda sei lì per lavorare. Però puoi concordare le condizioni del sì: tempi, modalità, priorità. Ecco, un no condizionato è un buon no.

 

Il lavoro come counselor a volte verte su questo. Facilitare l’evoluzione di una persona che “non sa dire no”. Lavorare sulla sua un po’ eccessiva voglia di compiacere, sulla autosvalutazione di sé e delle proprie esigenze, sull’esagerazione-grandiosità delle possibili reazioni altrui. In gergo, recuperare un po’ di okness. Può sembrare contraddittorio che una azienda paghi un counselor per rendere i propri dipendenti un po’ meno disponibili, un po’ più pronti a dire no. Può sembrare paradossale. Ma certo, quell’azienda si è resa conto delle difficoltà che l’eccesso di accondiscendenza comporta, come l’eccesso di ogni caratteristica umana.

 

PS. Unno al giorno, dice la mia maestra. Se ogni giorno ne dici molti di più … forse il medico – o qualcun altro -  non te lo levi di torno.

 

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