L’attaccamento è un comportamento innato nella specie umana. Il bambino nasce con un set di comportamenti per stimolare nell’adulto la risposta di accudimento – protezione.
LA FIGURA DI ATTACCAMENTO E’ UNA BASE SICURA PER ESPLORARE IL MONDO
Si manifesta intensissimo nell’infanzia e nell’adolescenza, perdura per tutta la vita facendoci conoscere le emozioni intense dell’innamoramento, la gioia e la tenerezza per il mantenimento del legame e il dolore per la sua eventuale perdita.
Per sviluppare un buon comportamento di attaccamento ciascuno di noi, da bambino, da adolescente e da adulto deve sviluppare la convinzione di essere amato e di essere amabile. Deve cioè avere la consapevolezza di suscitare reazioni positive del tutto gratuite, non intenzionalmente determinate né dipendenti da particolari caratteristiche, quali la bellezza o la simpatia, ma originate semplicemente dal fatto di esistere.
Ma se l’individuo si sentirà amato per una sorta di strategia educativa fondata su un più o meno palese ricatto affettivo (“ti voglio bene solo se ti comporti bene, solo se la pensi come dico io, solo se provi le emozioni che provo io”) allora svilupperà il terrore dell’abbandono e conseguentemente comportamenti di dipendenza affettiva. Continuerà a chiedere anche in età adulta prove di amore e di apprezzamento da parte degli altri. E’ spesso un’illusione dalla quale ci si risveglia con le ossa rotte dicendo “Non è la persona giusta”. E così si va alla ricerca di un’altra altrettanto ideale, del vero amore, collezionando una serie di abbandoni e frustrazioni, specchio dell’attaccamento infantile non riuscito.
L’intensità della gelosia e della possessività è inversamente proporzionale all’autostima, per cui quanto più una persona è insicura (pattern insicuro- ambivalente) e si sente inadeguata al confronto con gli altri, tanto più grande è la paura di essere esclusa dal rapporto preferenziale con la persona amata.
•Sicuro (B): l'individuo ha fiducia nella disponibilità e nel supporto della figura di attaccamento, nel caso si verifichino condizioni avverse o di pericolo. In tal modo, si sente libero di poter esplorare il mondo. Tale stile è promosso da una Figura sensibile ai segnali del bambino, disponibile e pronta a dargli protezione nel momento in cui il bambino lo richiede.
I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: sicurezza nell'esplorazione del mondo, convinzione di essere amabile, capacità di sopportare distacchi prolungati, nessun timore di abbandono, fiducia nelle proprie capacità e in quelle degli altri, Sé positivo e affidabile, Altro positivo e affidabile. L'emozione predominante è la gioia;
Adulto – Sicuro (IO + TU +): modello di sé positivo, modello dell'altro positivo. Basso evitamento, bassa ansia. Caratteristiche principali: alta coerenza, alta fiducia in sé, approccio positivo agli altri, alta intimità nelle relazioni. Il modello positivo che ha di sé, porta l'individuo Sicuro ad avere grande fiducia in se stesso. Davanti ai problemi, risponde in maniera flessibile, fronteggiandoli attivamente ed attivando strategie di coping che includono il rivolgersi all'altro come fonte di supporto. Il modello positivo che ha dell'altro lo porta ad apprezzare gli altri e ad essere caldo ed affezionato nei loro confronti. In generale una persona sicura avrà una relazione mutua con le altre persone, dalle quali generalmente vengono considerati tipi positivi. Le sue relazioni di coppia sono caratterizzate da intimità, vicinanza, mutuo rispetto, coinvolgimento e apertura emotiva. Sono in grado di risolvere i conflitti col partner in maniera costruttiva. Ha confini.
•Insicuro evitante (A) (IO+/TU-): questo stile è caratterizzato dalla convinzione dell'individuo che, alla richiesta d'aiuto, non solo non incontrerà la disponibilità della figura di attaccamento, ma addirittura verrà rifiutato da questa. Così facendo, il bambino costruisce le proprie esperienze facendo esclusivo affidamento su se stesso, senza l'amore ed il sostegno degli altri, ricercando l'autosufficienza anche sul piano emotivo, con la possibilità di arrivare a costruire un falso Sé. Questo stile è il risultato di una Figura che respinge costantemente il figlio ogni volta che le si avvicina per la ricerca di conforto o protezione.
I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: insicurezza nell'esplorazione del mondo, convinzione di non essere amato, percezione del distacco come “prevedibile”, tendenza all'evitamento della relazione per convinzione del rifiuto, apparente esclusiva fiducia in se stessi e nessuna richiesta di aiuto, Sé positivo e affidabile, Altro negativo e inaffidabile. Le emozioni predominanti sono tristezza. Nell’insicuro – evitante prevale l’amore “cauto” fatto di amicizia e praticità più che di intimità. E’ distaccato ma non autonomo.
Adulto – Evitante: modello di sé positivo, modello dell'altro negativo. Alto evitamento, bassa ansia. Caratteristiche principali: bassa coerenza, svalutazione delle relazioni, evitamento dell'intimità, alta fiducia in sé e sicurezza compulsiva di sé. Il modello positivo che l'individuo Distanziante ha di sé lo porta ad avere alta fiducia in se stesso. Generalmente sembra non essere interessato al giudizio degli altri, anche se pensa di essere considerato arrogante, furbo, critico, serio, riservato. Il modello negativo che ha dell'altro lo porta a dare l'impressione di non apprezzare troppo le altre persone, apparendo talvolta cinico o eccessivamente critico, mantenendo costantemente dagli altri una distanza emozionale. Non è a proprio agio con gli affetti e non ricerca l'intimità, evitando attivamente di dare il supporto che gli altri possono chiedergli. Svaluta l'importanza delle relazioni, evita i conflitti interpersonali e sottolinea l'importanza dell'indipendenza, della libertà e dell'affermazione. Le relazioni di coppia del Distanziante sono caratterizzate dalla mancanza dell'intimità o della vicinanza e da una bassa apertura nella comunicazione, risultando meno coinvolto del partner. Tende a non mostrare affetto nelle relazioni e non si sente a proprio agio con le richieste di supporto o le manifestazioni di dipendenza del partner. Preferisce evitare i conflitti o altre manifestazioni emozionali e rapidamente si sente intrappolato o annoiato dalla relazione.
•Insicuro ansioso ambivalente (C) (IO -/TU+): non vi è nell'individuo la certezza che la figura di attaccamento sia disponibile a rispondere ad una richiesta di aiuto. Per questo motivo l'esplorazione del mondo è incerta, esitante, connotata da ansia ed il bambino è incline all'angoscia da separazione. Questo stile è promosso da una Figura che è disponibile in alcune occasioni ma non in altre e da frequenti separazioni, se non addirittura da minacce di abbandono, usate come mezzo coercitivo.
I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: insicurezza nell'esplorazione del mondo, convinzione di non essere amabile, incapacità di sopportare distacchi prolungati, ansia di abbandono, sfiducia nelle proprie capacità e fiducia nelle capacità degli altri, Sé negativo e inaffidabile (a causa della sfiducia verso di lui che attribuisce alla figura di attaccamento), Altro positivo e affidabile. L'emozione predominante è la colpa.
L’ambivalente è attaccato ma non riesce ad essere intimo.
Adulto - Preoccupato: (assimilabile all'insicuro Ansioso Ambivalente) modello di sé negativo, modello dell'altro positivo. Basso evitamento, alta ansia. Caratteristiche principali: preoccupazione per le relazioni, alta dipendenza dagli altri per l'autostima, elevato bisogno di relazione. Il modello negativo che l'individuo Preoccupato ha di sé lo porta ad avere bassa autostima e a tendere alla dipendenza dal giudizio degli altri. Quando si confronta con i problemi, reagisce in maniera forte o eccessiva dal punto di vista emotivo, e trova difficoltà nella loro risoluzione senza l'aiuto degli altri. Il suo impulso è quello di rivolgersi immediatamente all'altro nei momenti critici. Il modello positivo che ha dell'altro lo porta disperatamente alla ricerca di compagnia ed attenzione. Necessita costantemente di intimità nelle relazioni, tanto che la sua insaziabilità nella richiesta di attenzione ed approvazione tende a far allontanare gli altri. Tendenzialmente appare in conflitto con gli altri, in quanto ha la convinzione che l'altro non dia mai abbastanza, e di non essere mai giudicato per il proprio reale valore. Per l'individuo preoccupato le relazioni sentimentali sono di importanza critica. Si può dispiacere di non riuscire a trovare qualcuno con cui dividere la propria vita anche se sembra essere costantemente coinvolto in relazioni romantiche. Le sue relazioni sono costellate da picchi emotivi di rabbia, passione, gelosia e possessività. Tende a dare inizio ai conflitti, esprimendo apertamente i propri sentimenti e la propria insicurezza verso la relazione, ma allo stesso tempo tende a rimandare la rottura del legame, rimanendo così col partner nonostante i gravi problemi che egli stesso ha messo in rilievo.
Tuttavia, dalle osservazioni della Strange Situation è emerso che alcuni bambini manifestavano comportamenti non riconducibili a nessuno dei tre pattern comportamentali sopra descritti, rivelando così la necessità di aggiungere un quarto stile di attaccamento alla classificazione originaria. Main e Solomon (1986) hanno proposto la definizione
•Disorientato/disorganizzato (D) (IO-/TU-) per descrivere le diverse gamme di comportamenti spaventati, strani, disorganizzati o apertamente in conflitto, precedentemente non individuati, manifestati durante la procedura della Strange Situation di Ainsworth. I due autori suggeriscono di considerare disorientati/disorganizzati gli infanti che, ad esempio, appaiono apprensivi, piangono e si buttano sul pavimento o portano le mani alla bocca con le spalle curve in risposta al ritorno dei genitori dopo una breve separazione. Altri bambini disorganizzati, invece, manifestano comportamenti conflittuali, come girare in tondo mentre simultaneamente si avvicinano ai genitori. Altri ancora appaiono disorientati, congelati in tutti i movimenti, mentre assumono espressioni simili alla trance. Sono anche da considerarsi casi di attaccamento disorganizzato quelli in cui i bambini si muovono verso la figura di attaccamento con la testa girata in altra direzione, in modo da evitarne lo sguardo. Liotti (2001) racconta di un caso particolarmente drammatico di disorganizzazione dell'attaccamento in cui una bambina esprimeva due emozioni diverse (rifiuto/disgusto e gioia) nelle due metà del volto durante la riunione alla madre.
Adulto - Disorganizzato: (assimilabile al Disorientato/Disorganizzato) modello di sé negativo, modello dell'altro negativo. Alto evitamento, alta ansia. Caratteristiche principali: bassa fiducia in sé, evitamento dell'intimità causato dalla paura del rifiuto, conflitto tra il desiderio e la paura dell'intimità, elevata conoscenza di sé. Il modello negativo che l'individuo Timoroso ha di sé stesso lo porta ad avere bassa autostima, molte incertezze verso se stesso e gli altri. Questo modello negativo si rispecchia nell'altra dipendenza emozionale, alta gelosia, elevata ansia di separazione. Spesso si lamenta di non piacere agli altri o che questi lo vedano come noioso o non attraente. Il modello negativo che ha dell'altro lo porta ad evitare le richieste di aiuto, finché non sia certo di una risposta positiva. Evita i conflitti, di piangere davanti a gli altri, e di autorivelarsi perché impaurito dalla possibilità del rifiuto. Il Timoroso ha difficoltà nel fidarsi degli altri. Desidera il contatto con le altre persone, ma contemporaneamente sente di non esservi adeguato ed è estremamente sensibile ad ogni segno di rifiuto. Nelle relazioni è dipendente, e spesso si autodescrive come solo. Si lamenta di non riuscire a trovare il giusto partner o che non sarà mai desiderato da nessuno in futuro. È difficile trovarlo coinvolto in una relazione sentimentale e quando vi si trovi assume un ruolo passivo. Nelle relazioni sentimentali è decisamente dipendente ed insicuro e tende ad essere più coinvolto del partner. Tende ad autocolpevolizzarsi per i problemi della coppia ed ha difficoltà a comunicare apertamente e a mostrare i sentimenti al partner.
A cura di:
Dott. Andrea Duranti, Filosofo, Counselor della Gestalt, Consulente Filosofico, iscritto alla facoltà di psicologia.
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