Un ricordo di Serge Ginger


serge gingerIl 1 novembre scorso è scomparso Serge Ginger. Aveva 84 anni, 4 figli e 10 nipoti. Voglio qui ricordare la sua figura che credo essere stata una delle più importanti nel panorama della Psicoterapia e della relazione d’aiuto del nostro Continente. La sua importanza si può riassumere in alcune significative note biografiche. E’ stato per molti anni esperto permanente dell’UNESCO nel settore dell’Educazione Specialistica. E’ stato il co-fondatore, insieme ad Anne Peyron–Ginger della Scuola Parigina della Gestalt (EPG) - che è a tutt’oggi uno dei principali Istituti di Formazione alla Psicoterapia in Europa, oltre che della Società Francese della Gestalt (SFG). E’ stato fondatore e presidente onorario della Federazione internazionale degli Organismi di Formazione alla Gestalt (FORGE) - che riunisce una trentina di Istituti di 20 paesi in tutto il mondo. Ha insegnato la terapia della Gestalt in una quindicina di paesi (in molti Paesi Europei, in Russia, in Nord America, in America Latina, in Libano, in Giappone...) oltre che in molte università francesi (Paris VII, Lyon I, SFU, ecc.). E’ stato segretario generale della Federazione Francese di Psicoterapia e Psicanalisi (FF2P) – che confedera una sessantina di associazioni (scuole di formazione, società culturali e sindacati) che rappresentano circa 5.000 terapeuti di una ventina di metodi di Psicoterapia riconosciuti. E’ stato il portavoce degli psicoterapeuti durante le trattative sulla legge concernente il titolo di psicoterapeuta. E’ stato membro dell’ufficio esecutivo dell’ Associazione Europea per la Psicoterapia (EAP) – che raggruppa circa 150.000 psicoterapeuti professionisti in oltre 40 paesi europei. E’ stato l’incaricato dell’accreditamento dei programmi degli Istituti di formazione che rilasciano il Certificato Europeo di Psicoterapia (CEP) - che implica 3.200 ore di formazione e 7 anni di studi. Si è sempre interessato in special modo alla Gestalt applicata ai gruppi e alle coppie, alle ricerche sulle neuroscienze, sul sogno e la sessualità, oltre che della psicopatologia applicata. Serge Ginger ha viaggiato e soggiornato, con sua moglie Anne, in 70 paesi nel mondo. Parlava molte lingue (insegna in Francese, Inglese e Russo) e si è sempre interessato alle diversità culturali e religiose. E’ stato autore di numerose opere sulla Terapia della Gestalt e la Psicoterapia in generale, la più importante delle quali è: “La Gestalt - Terapia del Con-tatto emotivo”, scritto con la Moglie Anne e che rimane uno dei più bei libri mai scritti sulla Terapia della Gestalt.

Quando nel 2009 contattai Serge per invitarlo a organizzare insieme un workshop nella mia città presi contatto con una persona disponibile e affabile che, fin da subito, si relazionò con me senza ostentare lo spessore della propria figura. Ginger sapeva ascoltare con curiosità e passione, si appassionò molto ai miei obiettivi come formatore e mi raccontò dei suoi trascorsi con Edoardo Giusti, il fondatore della Scuola a cui appartengo con aneddoti gustosi di quando Edoardo insegnava agli allievi parigini dell’allora neonata Scuola Parigina di Gestalt (EPG). Mi rimproverò bonariamente perché pretendevo di “spremerlo” organizzando un workshop con tempi e ritmi serrati per ottenere il massimo dal nostro incontro ed anche perché secondo lui pretendevo di organizzare al millimetro un evento che sarebbe accaduto quasi un anno dopo! Il 4 novembre di un anno fa incontrai Serge Ginger all’Aeroporto di Genova e in realtà l’impatto non fu all’altezza delle nostre comunicazioni scritte. Eravamo entrambi molto imbarazzati e, forse anche a causa del fatto che io non parlo bene il francese e che pertanto per comunicare dovevamo usare entrambi una lingua diversa dalla nostra lingua madre, la comunicazione inizialmente non fu affatto fluida. Il 5, 6 e 7 novembre 2010 si tenne a Genova il workshop: “Tra arte e scienza, una camminata nel paese di Gestalt con Serge Ginger”. Un evento straordinario e un Serge Ginger molto ispirato e generosissimo. Instancabile e precisissimo nel seguire le mie “tiranniche” disposizioni sull’andamento del workshop riguardo ai tempi e alle cose da fare. Il suo piacere era poi prendere in giro in plenaria la mia ossessione per i dettagli! Nel suo modo di ascoltare l’altro c’era moltissimo della sua storia, una gran dose di creatività e integrazione di tutto quello che Serge è stato e ha fatto in tanti anni di professione. Il grande insegnamento che Serge ha passato in quei giorni a tutti noi è stato che non è necessario essere perfetti, possiamo anche commettere “errori tecnici” purché abbiamo l’onestà di riconoscerlo e di ritornare sui nostri passi salvaguardando la relazione. Le cene e i pranzi con lui diventarono via via più coinvolgenti dopo quella prima sera imbarazzata: è stato un piacere ascoltare i racconti di Serge circa la sua formazione, le evoluzioni teoriche della Gestalt e le sue esperienze a Esalen con alcuni tra i più grandi personaggi che hanno caratterizzato questo approccio teorico.

Ciò che fa comprendere quanto Serge sia stato capace di farsi amare in soli tre giorni fu la fine del workshop! I 130 presenti (quasi tutti rimasti fino all’ultimo secondo) esplosero in un applauso spontaneo che ebbe il potere di commuovere Ginger e mostrare a noi l’uomo oltre che il professionista. Accolse questa dimostrazione d’affetto con un certo imbarazzo e con gioa sottolineata da occhi che si inumidirono. Alla fine nessuno voleva andarsene e Serge venne trattenuto ancora quasi un’ora per essere abbracciato, complimentato e salutato a dovere da tutti i presenti!

Di lui mi rimangono due flash nitidissimi: la soddisfazione nel viso al ricevere in regalo da me una camicia con due taschini (Serge adorava le camicie con due taschini e si incupiva per il fatto che sono sempre più rare…) e il saluto con la mano all’Aeroporto di Genova l’8 novembre di un anno fa quando non smetteva di agitare la mano invece di incamminarsi verso il gate di partenza...

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