Counseling per l’elaborazione della simbiosi nella coppia.

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amoreCos’è l’amore? Dell’amore sono state date diverse definizioni fin dai tempi più remoti. San Paolo riteneva che l’amore generasse tutte le cose. Dante scorse nell’amore l’energia che dà impulso al mondo. Secondo gli insegnamenti chassidici la perfezione e l’unità con Dio dipendono dall’amore tra gli uomini.

Da un punto di vista prettamente psicologico l’amore si riferisce al rapporto duale che ha alla base uno scambio emotivo di diversa intensità e durata, promosso dal bisogno fisiologico della soddisfazione sessuale e dal bisogno psicologico dello scambio affettivo.

L’esperienza dell’amore autentico si può realizzare esclusivamente solo attraverso la conoscenza di se stessi, è infatti, il riconoscimento di noi stessi che ci permette di accedere alla capacità di amare.

Un amore privo della costante individuazione di sé perde di profondità e si degrada nella sua natura.

Naturalmente questo non significa che siamo autorizzati ad amare solo dopo aver trovato o ritrovato noi stessi, in quanto, la ricerca di sé non si compie con il raggiungimento di una meta specifica.

Amarsi ed amare l’altro significa impegnarsi ogni giorno per realizzare quelle grandi trasformazioni interiori che permettono di conquistare noi stessi.

 Gli equivoci sull’amore

 

Esistono diversi equivoci sull’amore:

-         Un primo equivoco sta nell’idea che amore e passione siano autoescludentesi. In realtà non c’è amore autentico senza passione. La passione, però, non deve presentarsi in maniera eccessiva in quanto amare non significa possedere, dominare o violare l’altro nella sua libertà.

-         Un secondo equivoco sta nella credenza che l’amore centrato sul desiderio ammetta il tradimento. . nell’amore autentico non c’è tradimento ma una fedeltà dettata dall’essere onesti con se stessi e con l’altro.

-         Un terzo equivoco sta nella convinzione che l’amore vero è guidato dalla simbiosi. In realtà la simbiosi trapela un eccesso di dipendenza. Per star bene una coppia deve avere propri spazi nella quale frequentare amici in comune e amici personali, nella quale coltivare propri interessi e rimanere nella solitudine quando lo si desidera.

-         Un quarto equivoco risiede nel pensiero che si possa continuare a stare insieme pur senza un minimo di progettualità futura. L’amore sta nella progettualità che significa voler conquistare nuove possibilità e nuovi spazi di definizione di sé.

-         Un quinto equivoco è quello che considera la gelosia come un fattore significativo dell’amore. L’amore vero non si esprime nel possesso dell’altro, in quanto, ci si ama incondizionatamente per quello che si è.

-         Un sesto equivoco risiede nell’idea che l’amore sia sofferenza. In realtà un rapporto di amore maturo deve esaltare l’ interiorità e la gioia di vivere.

 

La comunicazione nella coppia

 

Nella maggior parte dei conflitti che si creano in una coppia il motivo scatenante è la mancanza di dialogo, in cui nessuno ammette di avere torto e incolpa l’altro della situazione.

Come favorire la comunicazione nella coppia e interrompere il circolo vizioso fatto di violenza, molestie morali e conflitti di potere?

Innanzitutto bisogna partire dal presupposto che le difficoltà più usuali in una coppia sono in relazione ad una comunicazione errata. Esistono quattro fondamentali blocchi della comunicazione in una coppia:

 

-         discutere con insistenza, ossia parlare quando si è arrabbiati;

-         ritirarsi, cioè, evitare di affrontare qualsiasi problema mantenendo la rabbia nei confronti del partner;

-         rimproverare e colpevolizzare il partner di essere la causa del problema;

-         ignorare quanto dice il proprio partner, cambiare argomento saltando da un problema all’altro.

 

Quindi il primo passo per chi intende intraprendere un percorso di cambiamento all’interno della coppia consiste nello smettere di parlare quando si è troppo arrabbiati, in altre parole evitare di litigare, attuando nel caso un’interruzione della discussione e rinviando l’argomento in un secondo momento

Un altro passo consiste nell’evitare di mettere in atto la tendenza a ritirarsi, ossia nell’evitare di rinchiudersi in se stessi aspettando che il partner comprenda e capisca che c’è qualcosa che non và.

L’aspettativa che l’altro ci capisca sempre, che sappia leggere nella nostra mente è un illusione, quindi se esiste l’opportunità per un dialogo sereno conviene esplicitare chiaramente il disagio.

È necessario evitare di colpevolizzare il partner come l’unico responsabile del conflitto in atto. Scaricare, infatti, interamente il problema sull’altro non farà altro che fomentare ulteriormente il blocco comunicativo, costringendo il partner a barricarsi dietro un atteggiamento di fuga o di attacco.

Infine un ultimo passo per avviare una comunicazione costruttiva all’interno della coppia, consiste nell’evitare di mettere in atto la tendenza a cambiare argomento, in quanto, questo comportamento non solo prolunga il litigio ma contribuisce al mantenimento del problema.

 

Strategie di comunicazione assertiva

 

Le principali strategie a carattere assertivo che possono migliorare la comunicazione nella coppia sono:

-         preparare l’incontro;

-         inviare messaggi in prima persona;

-         ascoltare attivamente;

-         restare in argomento;

-         trovare le soluzioni al problema.

 

Per concretizzare il miglioramento della comunicazione il primo compito è quello di rinviare il dialogo in momenti in cui c’è poca probabilità che le emozioni prendano il sopravvento. È consigliabile, quindi, chiedere al partner di preparare il colloquio cercando circostanze utili per affrontare la discussione con maggior armonia.

Durante l’incontro è utile accordarsi per evitare discussioni sterili, stabilendo delle regole che consentano una comunicazione lineare: parlare a turno, per un tempo abbastanza lungo da chiarire le proprie opinioni senza cadere nella ridondanza ed evitando le interruzioni.

Per favorire una comunicazione assertiva è quindi indispensabile:

 

-         aspettare sempre un momento favorevole al dialogo, evitando di esporre un argomento di discussione se il partner si sta occupando di altre cose;

-         comunicare il desiderio di parlare all’altro;

-         valutare se il momento scelto è appropriato all’auto – rivelazione dei propri sentimenti ed è idoneo a trovare soluzioni al problema;

-         assumere un atteggiamento corporeo che esprima desiderio, coinvolgimento, affettività evitando di utilizzare un tono della voce elevato o espressioni del viso che trapelano malessere.

 

Per garantire un confronto autentico è necessario rispettare ulteriori regole:

-         Evitare di accusare, offendere, rimproverare, tenere il muso, giudicare o fare letture della mente, ad es. invece di dire: “come sempre non mi ascolti, spegni quell’aggeggio (rivolto alla televisione)”, è meglio dire “puoi spegnere la televisione mentre parliamo?”.

-         Formulare domande che aiutino a capire il punto di vista dell’altro.

-         Ascoltare attivamente, ossia prima di reagire o ribattere alle affermazioni dell’altro, riformulare ciò che il partner ha detto, es. “è questo che mi volevi dire?”.

-         Evitare di lagnarsi esprimendo specificatamente quello che si vuole dire.

-         Rivolgere solo critiche costruttive evitando di giudicare quello che l’altro è ma evidenziando solo ciò che non si vuole.

-         Evitare l’accumulo di emozioni negative esprimendo al momento gli stati d’animo che si provano.

-         Evitare di nascondere con la rabbia altri sentimenti come la paura, la rabbia, la colpa, l’invidia, la delusione.

-         Rimanere centrati sull’argomento, ad es. se si discute della mancanza di puntualità è sconsigliato dire all’altro “tu sei una persona distratta e smemorata”.

-         Evitare di generalizzare, ad es. evitare di dire “sei sempre il solito/a” o “non fai mai quello che ti si dice di fare”.

-         Evitare di utilizzare un’eccessiva sincerità, ad esempio non serve dire “da un po’ di tempo non so se mi piaci ancora” dal momento che un’affermazione del genere potrebbe solo riferirsi ad una situazione transitoria di stanchezza ma che l’altro potrebbe percepire come un rifiuto radicale.

-         Fare complimenti.

-         Non rivolgere al partner richieste difficili, ad es. “smettila di essere una persona così problematica”.

-         Evitare di minacciare o porre ultimatum, es “non mi vedrai più”, “non ti farò vedere più i bambini”.

-         Lasciare all’altro l’ultima parola in modo da non dare l’impressione di voler imporre le proprie opinioni.

-         Trovare punti di accordo e di comprensione reciproca, in modo da poter risolvere il problema con una soluzione che soddisfi entrambi i partner.

-         Evitare di generare spirali di violenza, se il partner continua ad aggredire verbalmente o fisicamente si potrà chiedere in modo chiaro che cosa provoca in lui turbamento facilitando in questo modo la ricerca di soluzione del problema.

 

Per poter sostenere un confronto leale, inoltre, si deve tener conto di alcune convinzioni:

-         I conflitti sono inevitabili dal momento che vivere in relazione in ogni caso comporta la conciliazione di esigenze diverse.

-         I partner devono riconoscere che l’incomprensione è generata da una distorsione cognitiva che coinvolge entrambi.

-         Ognuno deve apportare dei miglioramenti nel rapporto assumendosene la piena responsabilità a partire da un cambiamento personale, non dalla pretesa di cambiare l’altro.

-         Entrambi i partner devono impegnarsi al fine di evitare di alleviare la propria rabbia scaricandola sull’altro.

-         I partner devono invece imparare ad ascoltarsi reciprocamente in modo capire i bisogni e i desideri fondamentali dell’altro che, in ogni caso, devono essere messi sullo stesso piano.

-         Ognuno deve imparare a recepire l’ostilità dell’altro senza dover necessariamente contro reagire.

-         Quando si procede alla risoluzione di un conflitto si deve tener conto del fatto che entrambi possono soddisfare in una certa misura i propri desideri e le proprie necessità.

Bisogna ricordare, infine, che la comprensione dell’altro permette l’amplificazione della comprensione di sé e che per poter cambiare insieme occorre che ciascuno prospetti all’altro che cosa vuole cambiare di se stesso.

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