Albert Ellis può essere considerato l’antesignano del cognitivismo. Proveniente da una scuola americana post freudiana degli anni Cinquanta, fu influenzato dalla rivoluzione cognitiva degli anni Sessanta, che lo portò ad ideare la terapia razionale emotiva nel 1955.
La teoria clinica della RET attribuisce un importanza preminente al fatto che esseri umani tendono a pensare in maniera irrazionale, ad avere convinzioni irrazionali, a usare male i principi della logica e del ragionamento, a formarsi una visione del mondo poco realistica.
In tal modo si procurano emozioni e stati d’animo spiacevoli, e mettono in atto comportamenti disadattanti, autolesivi o palesemente assurdi.
• Ellis afferma che il nostro comportamento e le nostre emozioni non sono determinate dagli eventi esterni, ma da come li percepiamo e ce li rappresentiamo.
• La prassi terapeutica della RET diventa un processo di apprendimento attraverso cui una persona acquista l’abilità di parlare a sé stessa (dialogo interno) così da poter controllare la propria vita emotiva.
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Secondo Ellis se noi elaboriamo pensieri irrazionali, questi influenzeranno non solo le nostre emozioni che distorceranno la realtà facendola percepire in maniera non obiettiva, ma saranno conseguenza di comportamenti negativi, non oggettivi, conducendo il soggetto a vere e proprie forme di psicopatologie.
Il suo approccio mette in relazione tre elementi:
• Il comportamento;
• Le emozioni;
• Le cognizioni.
Tale metodo è rivoluzionario perché trova una strada per modificare le emozioni.
Secondo Ellis, infatti, una emozione negativa può essere correlata a tutta una serie di pensieri negativi.
Attraverso il processo di analisi introdotto dallo studioso, si evidenziano quei pensieri che risultano parte di una dimensione irrazionale, quindi del tutto inconsistente e non obiettivi rispetto alla realtà.
Un processo di razionalizzazione può restituire una giusta dimensione alla realtà, andando a modificare una infondata emozione negativa.
In sostanza ciascuno di noi nell’affrontare degli eventi negativi, mette in atto una serie di strategie, dove la più razionale ci permette di aderire meglio alla realtà e trovare una soluzione.
Il metodo di Ellis consiste proprio nella “rielaborazione” della rappresentazione dei significati della realtà: portare i pensieri in una dimensione razionale che permetta di cambiare non solo le emozioni ma anche le azioni.
Il processo della RET intende strutturare un dialogo con noi stessi, consistendo in una vera e propria autoterapia.
RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA
• Le convinzioni irrazionali sono di solito apprese durante l’infanzia, poi consolidate dalla cultura dominante della società e perpetuate da un sistema autoreferenziale con cui è organizzata la rappresentazione di sé e della conoscenza.
Imparando a riconoscere, capire e confutare tali convinzioni noi ritroviamo noi stessi e le emozioni giuste per affrontare la vita.
Di fronte ad ogni convinzione bisognerebbe chiedersi: quali prove la sostengono.
“Le convinzioni irrazionali” ci riportano quindi alla teoria dei modelli operativi di Bowlby.
Alcuni pensieri “automatici” vengono generati da un concetto, ovvero da una convinzione legata ad un sistema di modello su cui si è strutturata la nostra personalità.
Esempio: se un soggetto ha avuto come genitore un perfezionista (modello), avrà una rappresentazione della realtà legata a principi perfezionistici e ciò inciderà sul suo sistema di autovalutazione, il quale risulterà consequenzialmente difettoso.
Il modello di Ellis insegna a capire e confutare le convinzioni errate, portando il soggetto ad una giusta valutazione di se stesso e quindi alle giuste emozioni per affrontare la vita.
PRINCIPI TEORICI FONDAMENTALI
1. Il modo in cui ci sentiamo emotivamente dipende da come pensiamo.
2. Quando proviamo sofferenza emotiva tanto da bloccare le nostre azioni è perché prevalgono pensieri disfunzionali;
3. I pensieri disfunzionali che conducono alla sofferenza emotiva possono essere identificati e razionalizzati;
4. Sebbene il disagio degli esseri umani ha numerose determinanti, il loro mantenimento dipende da ciò che l’individuo continua a pensare;
5. Il modo più efficace per ridurre la sofferenza emotiva consiste nel cambiare il proprio modo di pensare.
IDEE IRRAZIONALI
• Io devo avere sempre l’approvazione e l’amore di tutte le persone che considero importanti o significative.
Io devo dimostrarmi sempre competente e adeguato in tutto quello che faccio.
• Mi considero debole ed inadeguato, quindi ho bisogno di dipendere dagli altri.
• Io non devo sentire ansia, depressione, colpa, vergogna, rabbia, e se invece mi succede, allora sono una persona debole e da condannare.
• Se gli altri mi trattano male devo essere severamente puniti . devo fare in modo tale che mi prima o poi la scontino.
• La mia infelicità dipende dagli altri e io devo continuare a restare ansioso e depresso se gli altri non cambiano.
• I miei genitori avrebbero dovuto trattarmi diversamente da bambino ed ora i miei guai dipendono dal mio passato.
• Le cose devono andare come voglio io perché ho assoluto bisogno di avere quello che desidero e se non lo ottengo allora la mia vita è orribile.
• Se mi capita qualche cosa di spiacevole o dannoso, io non posso fare assolutamente nulla per migliorare la situazione, quindi devo soffrirne per sempre e allora la mia vita non è più degna di essere vissuta.
• Io devo trovare soluzioni perfette ai miei problemi e a quelli degli altri, altrimenti succederanno catastrofi e orrori.
Successivamente Ellis si rese conto che era possibile considerare tutte le convinzioni irrazionali come derivate da, tre DOVERIZZAZIONI DI BASE:
Doverizzazioni su se stessi: “io devo agire bene ed essere approvato da tutte le persone per me significative, altrimenti sono completamente un incapace e ciò è terribile”.
Doverizzazioni sugli altri: “gli altri devono trattarmi bene ed agire come io penso che debbano assolutamente agire, altrimenti meritano di pagarla “.
Doverizzazioni sulle condizioni di vita: “le cose che mi succedono devono essere proprio come io pretendo che siano, altrimenti la vita è insopportabile”.
Da queste principali convinzioni irrazionali possono scaturire altre categorie di pensieri irrazionali. Esse sono:
pensiero catastrofico:consiste nell’esagerare l’aspetto terribile di certi eventi. Esempio: “E’orribile essere criticati”.
Intolleranza: si tratta di pensieri che denotano una bassa tolleranza alla frustrazione. Consistono nel ritenere che certi eventi obiettivamente spiacevoli non possono essere sopportati, ad esempio:
“ Non posso tollerare di essere preso in giro”. “Non posso tollerare di fare quello che non mi piace”.
Svalutazione globale di sé o degli altri: consiste nel ritenere che poiché non si è riusciti bene in qualcosa, allora si è un fallimento totale. Oppure la svalutazione globale può essere rivolta agli altri, ritenendo che poiché uno o più aspetti del comportamento di una persona sono negativi, allora l’intera persona è negativa. Esempi di entrambi i tipi di svalutazione globale potrebbero essere: “Siccome ho agito in modo insensato sono stupido ed incompetente”.
Indispensabilità, bisogni assoluti: è un modo di pensare che ci porta erroneamente a considerare indispensabile ciò che è desiderabile, auspicabile, utile, ma di cui possiamo fare a meno, pur con qualche inconveniente. Con questa forma di pensiero trasformiamo certi eventi, certe persone o certi oggetti in un “sine qua non” per la nostra felicità. È come se dicessimo “posso essere felice solo se avrò questo”, ma così facendo ci costruiamo la nostra stessa infelicità.
IL MODELLO ABC
Il modello A-B-C, riguarda essenzialmente il livello cognitivo della terapia razionale emotiva.
Le radici di tale modello risalgono a Thorndike al paradigma stimolo-risposta del behaviorismo classico, ma anche ai primi tentativi di Tolman di introdurre in tale paradigma le mappe cognitive, come elementi capaci di rappresentare il processo di mediazione effettuato dall’organismo tra lo stimolo e la risposta.
Nella terminologia A sta per Activating event (evento attivante), vale a dire azioni o attività che si possono identificare fornendo delle risposte alle seguenti domande:
Dove mi trovavo?
Con chi mi trovavo?
Che cosa stavo facendo?
Cosa è accaduto?
B sta per Belief System (sistema di convinzioni) vale a dire pensieri, idee che formano la base cognitiva dell’individuo. Si possono individuare fornendo delle risposte alle seguenti domande:
Cosa stai pensando di te?
Che cosa mi fa capire di me stesso?
Che cosa significa riguardo a me, alla mia vita e al mio futuro?
Che cosa temo possa accadere?
Se è vero qual è la cosa peggiore che potrebbe accadermi?
Che cosa gli altri possono pensare di me?
Quali immagini o ricordi mi fa venire in mente questa situazione?
C sta per Consequences (conseguenze) di natura emotiva e comportamentale. Si possono individuare rispondendo alle seguenti affermazioni:
Descrivi il tuo stato d’animo ( nervosismo, panico, paura, tristezza, rabbia, ansia).
Valuta da
Descrivi il tuo comportamento.
Il modo in cui si possono capire e confutare i pensieri irrazionali presenti in B che originano stati emotivi esagerati e di conseguenza comportamenti disfunzionali è dando risposta alle seguenti domande:
Questo pensiero corrisponde alla realtà dei fatti? Ho vissuto un’esperienza che dimostri che questo pensiero non è sempre completamente vero?
Serve a farmi sentire come vorrei essere?
Serve a farmi raggiungere i miei scopi presenti e futuri?
Mi aiuta a difendermi da qualcosa?
Gli obiettivi dell’A-B-C sono:
• Trasformazione della convinzione irrazionale in razionale.
• Positivizzazione del pensiero.
• Interiorizzazione autoistruzionale e autoconvincimento attraverso il dialogo interno
• Definizione di obiettivi realistici.
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