Il suffisso terapia implica una patologia e una diagnosi antecedente. Se così non è allora non può trattarsi di psicoterapia. Il colloquio d’aiuto è altro e se vogliamo accusare un counselor di abuso di professione allora dovremmo sistematicamente denunciare il parroco che porta conforto ai malati, l’amico che cerca di sollevare il morale di un depresso e perché no la madre che consola un figlio che sta male perché lasciato dalla fidanzata. Se fomentiamo la gelosia tra categorie non c’è scampo ne tantomeno limite.
Se volessimo entrare nel merito delle psicoterapie mi si dovrebbe spiegare come sia possibile che esistano correnti di pensiero che presuppongono strutture d’intervento terapeutico diverse. Un cognitivista ha sicuramente altri criteri terapeutici rispetto ad un analista freudiano. Poi troviamo analisti junghiani, lacaniani, il “semaforo” dell’analisi transazionale e via dicendo. Una giungla terapeutica. L’uomo però non è
Allo stesso modo dei farmaci la psicoterapia ha un’efficacia parziale ed effetti collaterali. Qualche anno fa uscì un libro dal titolo “Cento anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio”. Che il mondo vada peggio è un dato di fatto e sicuramente non è colpa della psicoterapia. Però è anche vero che si è “psicologizzata” la vita quotidiana, che molte persone pensano che lo psicoterapeuta sia in grado di risolvere qualsiasi problematica salvo poi scoprire che così non accade. La querelle credo si protrarrà all’infinito per la semplice ragione che la dimostrazione che si sia praticata una psicoterapia è pressoché impossibile.
Dialogando con una persona mi si deve dimostrare qual è il momento in cui comincia la psicoterapia e finisce il colloquio d’aiuto. Perché allora non denunciare la trasmissione SOS Tata? Secondo me stanno facendo psicoterapia…
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