Sport e disordini del comportamento alimentare

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disordine alimentareVienna, complesso dell’Hofburg. Entrando negli appartamenti di Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, meglio conosciuta nella filmografia come Sissi, moglie dell’imperatore d’austria Francesco Giuseppe, non si possono non notare le attrezzature ginniche ivi presenti. Elisabetta dedicava parecchio tempo alla cura del corpo attraverso il rigido controllo alimentare e la dedizione giornaliera agli esercizi fisici tra cui la scherma, l'equitazione e appunto la ginnastica, peraltro poco comuni in una donna in quel periodo storico. Oggi saremmo propensi a identificare in tale comportamento un disturbo alimentare anche se manca qualsiasi documentazione al riguardo. Questo esempio ci stimola un interrogativo: lo sport è un catalizzatore delle alterazioni del comportamento alimentare o al contrario è  un fattore di rischio? Partiamo dall’assioma che una persona che pratichi una qualsiasi forma di sport è da ritenersi sana. L’attività sportiva porta indubbiamente dei vantaggi, soprattutto se praticata durante il periodo adolescenziale in quanto favorisce la costruzione della struttura corporea, migliora le  capacita’ motorie e  rassicura circa la normalita’  dello sviluppo; favorisce  la  formazione del pensiero ipotetico-deduttivo ed  il senso critico; ha  una funzione  socializzante e  di apertura  a nuove  esperienze; aiuta  nella  conoscenza   dei  propri limiti  e  nell’assunzione  di ruoli  e  responsabilità; incrementa l’autostima e il desiderio di migliorarsi;insegna  a  tollerare  le  frustrazioni (le sconfitte sono una necessità). Lo  sport  in definitiva  favorisce  la costruzione  dell’identità.

 

Nell’ambito dei disturbi del comportamento alimentare si possono individuare delle condizioni favorenti il loro sviluppo:

 

Socio-culturali

 

                           Efficienza

        Confusione ruoli di genere

        Moda

        Valori sociali ritenuti positivi come 

                  Competitività

                  Magrezza

         Eccesso di  informazione sulle diete e sull'alimentazione in generale

        Culto del corpo e forma fisica

 

Familiari

 

- Struttura familiare invischiata

- Madre centrale e padre “periferico”

- Disunione coniugale

- Patologia psichiatrica in un genitore

- Storia pregressa o attuale di problemi alimentari in un genitore

 

Individuali

 

  Allattamento e svezzamento problematici

          Attaccamento insicuro

          Dipendenza dalla figura materna

          Difficoltà a socializzare

          Presenza di malattie croniche congenite

          Alterazione percezione corporea

          Storia di violenza nell’infanzia

 

Biologici

 

Si possono considerare dei rischi “aggiuntivi” legati all’ambiente sportivo :

 

 Vittoria come unico obiettivo

 Ricerca ossessiva del record

 Disconoscimento dei propri limiti

 Ambiente esasperante

 Trainer autoritario

 Carico emotivo eccessivo

 Necessità di controllo forme e dimensioni  corporee

 

Se una persona anoressica ancora la propria autostima al peso ed alle forme corporee un’atleta può legare la propria al risultato sportivo. Da qui il ricorso a tutte quelle pratiche atte a conseguire  a tutti i costi un risultato: diete ferree, utilizzo di integratori ecc…

Nei maschi è descritta una forma di disturbo alimentare chiamato reverse anorexia  caratterizzato dalla paura di non essere sufficientemente muscolosi; dieta ferrea iperproteica; meccanismi di compenso per perdere peso; esercizio fisico compulsivo; uso di steroidi.

Nelle atlete è più frequente la triade disordine alimentare,osteoporosi e disturbi mestruali.

L’eccessivo esercizio fisico può contribuire,in persone predisposte, allo sviluppo di un disturbo alimentare.
Gli sport maggiormente a rischio sono quelli dove maggiore è il conflitto tra prestazione atletica e necessità di sviluppo psico-fisico

Sport “estetici”: pattinaggio artistico, ginnastica, body building, ballo, nuoto sincronizzato.

Sport con categorie  di peso: ippica (la famosa dieta del fantino!), boxe, wrestling, lotta.

E’ conosciuta da anni la maggiore incidenza di anoressia nervosa tra le danzatrici.

E’ importante riconoscere in tempo  i segnali di un disordine del comportamento alimentare emergente:

     

Episodi ripetuti di vomito o utilizzo di lassativi

Regime dietetico troppo restrittivo

Ritiro o isolamento dai compagni di squadra

Affaticamento eccessivo

Eccesso di esercizio fisico al di fuori dei programmi di allenamento

Incapacità a terminare esercizi fisici

Eccessiva riduzione ponderale

Ridotta capacità di concentrazione

Cambiamenti di umore

Svenimenti e vertigini

 

I trainers dovrebbero avere una formazione prima educativa e poi tecnica. L’atleta  è  prima di  tutto  una  persona. La prevenzione dovrebbe quindi iniziare da qui, con una maggiore attenzione alle persone ed alla loro crescita. Non serve andare nelle scuole a fare corsi sull’alimentazione. Gli studi dimostrano che l’educazione alimentare produce un aumento di conoscenza ma non modifica i comportamenti. Lo sport in sé non ha una valenza positiva o negativa: è come ci si approccia a tale dimensione che fa la differenza. Si deve decidere se va data priorità alla persona oppure al risultato sportivo. Pensiamo a tutti quei ragazzi che introdotti alla pratica sportiva si scontrano con degli allenatori privi di scrupoli che iniziano già a suggerire a ragazzi di dodici anni di utilizzare integratori per sopperire alla stanchezza. In questo mondo abbiamo bisogno di uomini, non di eroi. 

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