L'espressione di sé nell'intimità: Counseling e sessualità

Inviato da Milena Screm

melaA detta d’ illustri pensatori ed eminenti scienziati, pare che il benessere, profondo e autentico, di un essere umano sia molto più legato alla conoscenza, espressione e realizzazione di sé piuttosto che ad altri aspetti. Appagati ovviamente i bisogni primari.

Le direzioni da perseguire con azioni pratiche, secondo questa visione, per realizzare la soddisfazione dell’essere al mondo, sono tre:

 

  • Conosci te stesso”: la consapevolezza di sé;

  • Esprimi te stesso”: l’espressione di sé;

  • Realizza te stesso”: l’autorealizzazione.

 

Il paradosso divertente è che queste tre attitudini pratiche si alimentano a vicenda, in un specie di continuum.

 

Può darsi che le righe appena lette vi abbiano evocato immagini di lettini psicoanalitici, podi da oratori e viaggi alla guida di potenti auto. Ma esiste un altro ambito, riservato ed intimo, nel quale ogni individuo ha l’opportunità di sviluppare profonda consapevolezza del proprio corpo, delle proprie emozioni e dei propri pensieri; può inoltre esprimere queste parti di sé e contribuire ad un senso primitivo di autorealizzazione.

Come una danza, a momenti lenta e fluida, in altri intensa ed incalzante, la sessualità può offrire una dimensione di esplorazione percettiva di sé. Messo momentaneamente in secondo piano il mondo spesso troppo logico del linguaggio verbale, sono il corpo e il sentire che fanno da protagonisti. I sensi esplodono, si amplificano; la marea delle sensazioni scorre accendendo flussi intensi e sfaccettati. La chimica cerebrale si modifica, il corpo si altera, la mente – se si abbandona – fluisce in un tutt’uno integro ed essenziale. Un viaggio sensoriale e sensuale alla scoperta di altri sé, normalmente confinati negli spazi necessari ma a volte angusti dell’immagine sociale.

 

E in quest’esperienza esplorativa, conoscitiva ed espressiva così intima, profonda e coinvolgente, c’è un'altra opportunità: la scoperta al tempo stesso anche dell’altro, del suo mondo, del suo sentire ed esprimere. Tanghi, lambade, mambo. Movimenti d’incontro ritmato da passi istintivi, viscerali.

 

La spinta fusionale delle sessualità, oltre che essere funzionale al bisogno primario di continuare la specie, ha in sé un dono inestimabile: concedere uno spazio, un tempo ed un’esperienza per poter ritornare all’assenza di condizionamenti di quando non “eravamo” e non “avevamo”: un sé primario, libero, autentico che in questo spazio, per alcuni minuti, può ritornare alla luce. Perché è una parte a volte soffocata, altre mascherata o peggio dimenticata sotto le strutture delle difese psichiche, delle strategie mentali, delle emozioni tenute a bada.

 

Abbandonarsi all’intensità del sentire, esprimere la carica sessuale, esplorare i mondi di sé inesplorati, sentirsi umanamente appagati: anche tutto questo è conoscenza, espressione, realizzazione di sé.

Ma la sfera dell’intimità, che non si gioca solo in parole, ma in fisicità ed intense emozioni, fa i conti anche con molto altro: l’auto-immagine, l’accettazione del proprio corpo, la propria autostima, i bisogni di conferme, gli stereotipi su come un uomo e una donna “devono” essere per poter piacere e sedurre. Il mondo delle favole ci viene in aiuto…

 

Tutti i brutti anatroccoli sono potenzialmente maestosi cigni. E perché uno pseudopapero abbracci la sua reale essenza e decida di dispiegare le ali, è necessario uno specchio d'acqua che gli consenta di vedere e rimirare chi è.

Ogni essere umano è un brutto anatroccolo, quando prova a vivere preferendo i panni di qualcun altro ai propri. E il maestoso cigno, promessa di incontrollate e potenti spinte interiori, è il risultato di un percorso dentro di sé, che ha tutte le caratteristiche di una rinascita: buio, passaggi stretti, eccitazione di cambiamento, luce, scarica emotiva, respiro, e, finalmente, espressione.


Da “Il Brutto Anatroccolo” prendiamo in prestito la simbologia per parlare di tendenza attualizzante, e vedere come può il Counseling lavorare nell'ambito dell'orientamento sessuale, con uno sguardo a ciò che può muoversi nel cliente, e qualche possibile spunto per il Counselor.

Quando il conflitto tra stereotipi sociali (da cui siamo bombardati) ed archetipi interiori (da cui siamo abitati) raggiunge la soglia critica dell'inadeguatezza, la propria unicità viene percepita come inappropriata diversità. Una persona che si scopre omosessuale per esempio, si trova a fare i conti con qualcosa dentro di sé, abbondantemente sottoposto a giudizio e a critica da parte di molti ambiti di vita sociale.

Positivamente o negativamente che sia, tutti sentono il diritto e il dovere di sindacare su aspetti di vita estremamente concreti per gay e lesbiche: abitudini sessuali, visibilità, legittimità delle coppie, moralità o meno, eccetera. Chi ha visto che l'etichetta eterosessuale non gli si addice, non sarà allora certo in smania per averne un'altra così tanto discussa. Che fare?

Pazienza, rispetto, ascolto: questi gli ingredienti per consentire che il cliente, un passo alla volta, dapprima riconosca i propri colori e poi li scelga. Essere presenti, perché la parte evolutiva lo conduca a ritroso lungo il sentiero che dalla percezione dell'unicità ha condotto a quello di una condannata diversità.

Se la pratica sessuale sta al primo livello nella piramide di Maslow, salendo si incontrano il bisogno di appartenenza e di intimità sessuale. L'esigenza che affiorerà prima o poi nel cliente, sarà cioè quella di armonizzare la necessità di sentirsi parte di un gruppo, con quella di riscoprirsi individuo, e con quella di rimanere individuo nell'esperienza dell'intimità con un altro membro di questo gruppo.

Se per ogni essere umano il desiderio di non sentirsi solo è importante, ancora di più lo è per chi vive l'esperienza della minoranza. Spesso ciò che accompagna la percezione della diversità è quello della solitudine: chi altro condivide la mia condizione, e come ha portato “sé stesso” nella propria vita? Domande che, se non trovano risposta, possono andare dalla solitudine all'isolamento.

Latenti o esplicite, queste esigenze agiranno nella vita del cliente. E potrebbe essere necessario proporre un'occhiata più profonda alla propria interiorità, affinché contatti questi bisogni e possa, con i suoi tempi, occuparsi della loro soddisfazione.


Maslow parla dell'essere umano considerandone la totalità dei suoi aspetti, compresa la spiritualità. Quelle che lui chiama esperienze della vetta (peak experiences), e che supportano in modo unico una persona nella ricerca di sé, possono generare un ulteriore attrito nella fase di espressione della propria identità.

L'Italia e lo stato del Vaticano condividono un medesimo territorio geografico con tutta una serie di conseguenze. Tra queste, il fatto che percentualmente la maggior parte degli italiani hanno in eredità dalla propria famiglia di origine un imprinting cattolico. La Chiesa Cattolica, pur non condannando esplicitamente l'omosessualità in quanto tale, invita, al fine di mantenere lo status di fedele, alla sublimazione dell'espressione sessuale. Chi ha sperimentato nel cattolicesimo l'espressione della propria spiritualità, può trovarsi in una situazione difficile da gestire. Questo ambito di vita, come gli altri, può diventare uno step nel lavoro di Counseling. Nel modello a mediazione corporea può risultare un importante strumento di integrazione, considerati gli spazi transpersonali in cui le tecniche di BreathWork possono condurre, espressione di una spiritualità esperienziale e laica. Accanto a questo rimane una buona iniziativa, una piccola ricerca delle molteplici realtà per omosessuali credenti.

Percorrendo i vari piani della piramide di Maslow che dai bisogni primari conducono all'autorealizzazione, provando a calarli nella realtà dell'omosessualità, si può avere una griglia di riferimento per accompagnare un cliente nelle fasi critiche di accettazione ed espressione. Al di là di ogni riferimento teorico, rimane il contatto con l'essere umano, quale che sia il suo orientamento sessuale, a fare da guida.

Omo, bi, etero, trans o qualunque altro prefisso si voglia prendere in considerazione, occorre un attento e realistico cambio di punto di vista: è molto più importante ciò che segue il prefisso stesso! Ogni uomo o donna è un essere sessuale, concepito nella perfezione di un atto che si compie attraverso una profonda intimità fisica.
Tornare alla realtà del proprio corpo, ogni volta che un ideale, un'etichetta, o un'opinione, conduce lontano dalla propria natura, costituisce un potente antidoto a sensi di colpa, giudizi, vergogna.


Ed è in questo contatto con il proprio sé fisico, emotivo e mentale, che un brutto anatroccolo lascia un po' del piumaggio che non gli appartiene. Un gradino in più verso la propria autorealizzazione si compie. E dalla cima della piramide è possibile il volo, ma con un unico tipo di piume: le proprie.

Di Milena Screm, Direttrice Insight e Umberto Niranjan Catellani, Counselor

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