Struttura del feed-back fenomenologico


feedback_fenomenologicoUna tecnica neutra e efficace per comunicare all’altra persona il nostro modo di sperimentare la sua presenza o il suo comportamento: tale tecnica permette di eliminare l’interpretazione personale e il giudizio dalla nostra comunicazione all’altro, palesando allo stesso tempo la nostra personale e soggettiva esperienza, cognitiva, immaginativa, emotiva e corporea della situazione. Utilizzare il feedback fenomenologico ci consente di assumere la nostra responsabilità nell’esperienza e di sollevare l’altro (e il resto del mondo) dalla colpa e dal peso delle nostre aspettative su di lui.

Quando ci esprimiamo dicendo: “TU: mi fai stare male, mi fai diventare matto, mi hai fatto sbagliare, mi fai sentire in colpa etc.”, ma anche “mi fai stare bene, mi fai sentire amato, importante”, è come se puntassimo un dito verso l’altro e lo caricassimo, lui e le sue azioni, di un ruolo e di un’importanza centrale, enorme, sulla nostra vita e sul nostro stato, attribuendogli, inoltre, piena intenzionalità e volontarietà. Sono frasi, modi inconsapevoli di esprimerci che rimandano però il senso di un giudizio inappellabile, carico di disapprovazione per l’inadeguatezza dell’altro o di abbandono al suo sguardo pigmalione e adulatore. 

Ma l’altro, come ricorda Fritz Perls nella sua "Preghiera della Gestalt", non è al mondo per il nostro piacere o dispiacere e le sue azioni hanno senso nei nostri confronti solo per quello che noi personalmente ci vogliamo vedere, e per quello che ce ne vogliamo e possiamo fare. Possiamo provare invece a prendere su di noi la responsabilità di quello che immaginiamo, pensiamo, sentiamo e proviamo, riferendoci e ancorandoci a qualcosa di fenomenologico, cioè oggettivo, tutto quello che possiamo vedere, ascoltare, che cade sotto i nostri sensi come un comportamento, una frase detta, un’esperienza che abbiamo condiviso con l’altro, qualcosa di molto più tangibile di una sensazione, di una aspettativa mai espressa, di un bisogno solo nostro mai palesato, di una richiesta rimasta pensiero.

Possiamo inoltre esprimerci in prima persona, facendo diventare noi stessi il centro e il riferimento della nostra soggettiva personalissima esperienza. Questo consente ad entrambi, a noi e all’altra persona, di salvaguardare la relazione, consente all’altro di accogliere il nostro rimando accettandolo così come è oppure delucidandolo con una spiegazione che evidenzi uno schema di riferimento diverso dal nostro, magari per noi sconosciuto o difficile da accettare, ma comunque valido per l’altro e degno di rispetto.

Il feedback fenomenologico ci permette di non rimanere inchiodati da un’interpretazione inflessibile che, anche se corrisponde a verità, nel migliore dei casi genera imbarazzo, fastidio, senso di invasione o di lettura della mente. Vediamo qualche esempio pratico. “Quando parli di lavoro mi fai sentire esclusa!” “Quando tu parli del tuo lavoro io mi sento esclusa” “Sei bugiarda e mi hai deluso profondamente” “Quando non sei sincera provo una profonda delusione” “Sei incapace di portare a termine i compiti” “Non hai consegnato lavoro nel tempo stabilito e questo mi fa pensare che tu possa non essere in grado di farlo” “Mentre parlavi di tuo figlio ti ho visto chiusa e tesa” “Mentre parlavi di tuo figlio ho osservato i tuoi pugni serrati, il mento abbassato, e ho sentito tensione dentro di me (o nel mio corpo)” “…….ho immaginato” “…….ho ascoltato” “…….ho visto” “Sei seduto di fronte a me da stamattina e ho notato il tuo modo di sorridere. Mi fa venire in mente……..” “……….mi fa pensare” “……….mi mette allegria” “……….ora sono curiosa di sapere…..” “……….ho pensato che mi piacerebbe saperne di più su…..” “Mentre lavoravi al centro del gruppo ti ho vista piangere e ho provato commozione. Ti ho immaginata nella situazione che descrivevi e ho avuto voglia di aiutarti. Mi sono ricordata di me in una situazione simile.”

Utilizzare il feedback fenomenologico consente di contenere le barriere della comunicazione (il giudizio, l’interpretazione, il sostegno, l’espressione del proprio parere personale come consiglio, la domanda curiosa). Comunica all’altra persona la nostra presenza e compartecipazione a tutti i livelli, sensoriale e emotivo. Amplifica la nostra consapevolezza e capacità di contatto con noi stessi e con l’altro.

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