Il counseling è un incontro, nel quale io sto davanti all'altro e accanto all'altro, con le mie risorse e capacità, senza giudizio, in attenzione a quello che accade tra noi, a me, all'altro. La persona davanti a me porta un problema, ma non è il suo problema, è lì con le sue risorse e i suoi blocchi, le sue potenzialità e i suoi dubbi, le sue aspettative a volte magiche, la sua capacità di passare dalla passività all'autonomia, a volte nascosta in profondità, e circondata da resistenze, ma presente e reale.
E' un percrorso nel quale insieme esploriamo quello che succede, cosa provoca la situazione vissuta con difficoltà che ha causato il nostro incontro, e quali luci e comprensioni può suscitare, quali nuove opzioni la persona può pensare e attivare, come può riconsocere e aggirare le proprie resistenze a cambiare comportamenti disfuzionali, modi di pensare, e di sentire. So che è importante a volte attendere, stare in silenzio, perché sia l'altro ad attivarsi e non io a dare la soluzione, a dire il "cosa" e il, "come": ho verificato che,quando questo è accaduto, il nsotro percorso è stato moltro più difficoltoso e arduo, il cambiamento debole e più simile a un adattamento che auna relae ed autonoma nuova comprensione.
E' un processo di modellamento, che "passa" molto di più attraverso il come sto con l'altro che con le cose che dico e che faccio dicendo: l'attenzione allo spazio che condividiamo, al tempo e alla fedeltà al nostro lavoro insieme, la chairezza del rapporto e degli obiettivi che ci diamo, la flessibilità nel rivederli in attenzione ai cambiamenti, i riconsoscimenti per i successi e la vicinanza per le difficoltà incontrate.
Ho anche imparato che è importante che io ci sia, con tutta la mia competenza e umanità, attenta a ciò che mi si muove dentro, e ai confini necessari per riconsocere anche alla persona che ho davanti che c'è e può davvero cambiare e stare bene.
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