Yoga e Meditazione Analitico Transazionale


meditazione analisi_transazionaleAl termine di una seduta introduttiva al corso di " Yoga e Meditazione A.T.", una  giovane donna si rivolse così all'Operatore :

" Ho capito di essere stressata ...  Ne sono diventata consapevole quando, pur non dovendo fare altro che stare distesa e respirare, ho avvertito il cuore battere forte e poi mi è venuto un gran mal di testa... Adesso ho proprio bisogno di rilassarmi".

L'Operatore sorrise e la rassicurò dicendo che fenomeni del genere, per quanto possano sembrare paradossali, rientrano nella norma. A volte, continuò, eseguire qualcosa di semplice, come stare distesi ad occhi chiusi e ascoltare il proprio respiro, può generare agitazione e inquietudine come se, in quel momento, sperimentassimo una condizione che non ci appartiene.
Proprio la pratica dello yoga, concluse, permette di entrare in contatto, senza disagio, con quelle parti di noi stessi spesso trascurate ed offuscate dalle modalità comportamentali in cui più facilmente ci riconosciamo.

La giovane donna ringraziò della spiegazione anche se l'espressione del suo volto indicava un sano scetticismo.

L'Operatore non era nuovo a questo genere di confronti ( in un'altra occasione una cliente gli disse: "Quando ci inviti a distenderci, a chiudere gli occhi e a respirare profondamente mi sento come se fossi chiusa in gabbia" ) e da esperto di Analisi Transazionale intuiva, proprio nel cliente che sperimentava difficoltà ad abbandonarsi all'immobilità e al respiro, l'azione di antichi "devo" incorporati.

Alcune volte, infatti, il bisogno di rilassarsi avvertito da chi si avvicina ad un corso di Yoga ha origine dall'esigenza, non necessariamente consapevole, di prendersi cura degli effetti che tale azione ha sul proprio assetto psicosomatico. In tal caso il cliente, se interrogato sulle motivazioni che sono alla base della sua decisione, molto probabilmente risponderà che si sente stressato ma incontrerà qualche difficoltà se vorrà spiegare in cosa consiste questa condizione. Sosterrà " semplicemente " che fa tutto " di corsa " e dunque si vuole rilassare.
Di fronte a questa richiesta, o ad altre che comunque sottendono un disagio, l'Operatore Yoga si interroga su come può intervenire senza toccare corde profonde che il cliente non intende assolutamente sollecitare ( tutto sommato, la richiesta è " semplicemente" rilassarsi e non risolvere problematiche psicologiche strutturali).

Ovvero l'Operatore si chiede come può dare sollievo senza però improvvisarsi psicoterapeuta.
Alcuni concetti di Analisi Transazionale sono un valido sostegno ad un lavoro che, pur tenendo conto del disagio sperimentato dal cliente, è in grado di favorire benessere senza intervenire sulle cause del disagio stesso. Un percorso del genere può apparire una astuta strategia messa in atto dall'Operatore per " tenersi " il cliente senza però fare molto per la sua salute psico - fisica.

Ma un'osservazione più attenta metterà in luce il suo autentico, e sano, obiettivo ossia creare un ambiente protetto in cui non si alimentino aspettative grandiose e che permetta di attivare quelle energie " positive " che, così nel Cliente come in ognuno di noi, continuano ad esistere pur se offuscate dal problema.
In sintesi, l'obiettivo è favorire benessere nonostante il problema.

L' Operatore parte da una osservazione e cioè che nello sperimentare un disagio la maggior parte dei suoi clienti tende ad identificarsi totalmente con il disagio stesso, ossia svaluta il fatto che la struttura della personalità non è riconducibile ad un unico aspetto. Partendo da questa premessa il compito che egli si assegna è lavorare insieme a quelle componenti della personalità del Cliente che possono contribuire, una volta attivate, se non a risolvere il problema, a dare comunque sollievo.

Veniamo ora ai concetti ed alle istanze filosofiche dell'A.T. utili all'Operatore in quanto applicabili efficacemente alla pratica dello Yoga. Tra questi  sicuramente l'idea che esistono parti di ciascuno di noi in continuo dialogo interno, non sempre armonico, rappresenta il punto di partenza. Queste parti vengono chiamate, in A.T., Stati dell'Io.
A tale proposito ritorniamo alla giovane donna che, dopo un'ora di yoga, si ritrova più agitata di prima e con il mal di testa. Proviamo a costruire alcune ipotesi riguardo il suo eventuale dialogo interno.

Probabilmente in lei, mentre faceva di tutto per eseguire le istruzioni dettate dall'Operatore, era attivo un messaggio del tipo " Sbrigati", " Non esprimerti " ovvero " Non ascoltare le tue emozioni", " Non fidarti" ( questi messaggi vengono anche chiamati Ingiunzioni o Spinte ) .

Se così fosse diventerebbe allora comprensibile l'origine del " cuore che mi batte forte in gola" e del mal di testa finale in quanto in quella persona, almeno in quel momento, è attiva una parte critica ( Genitore ) che duella con i bisogni emotivi

( Bambino naturale ) ovvero rilassarsi abbandonarsi al respiro, giocare con l'immaginazione.
Questo sintetico esempio basta ad indicare quanto sia intricato risalire alla causa del disagio. Inoltre  il contesto, il ruolo e la competenza dell'Operatore, nonché le motivazioni del Cliente, impediscono la raccolta di adeguate informazioni in merito.
All'Operatore non resta che procedere sull'unico terreno di cui ha conoscenza, ovvero la richiesta di rilassarsi pervenutagli dal Cliente. Dunque la meta del suo intervento consisterà nell'amplificare la voce del B. naturale dandogli il permesso di esprimersi e per farlo educherà il Cliente a riformulare la percezione di sé e a non identificarsi esclusivamente con quell'aspetto della sua personalità che rappresenta, almeno in quella fase, il luogo del disagio.

Si evidenzia, a questo punto, il significato della Meditazione AT.
Premettiamo che, riferendoci agli obiettivi indicati, il termine Meditazione non assume il significato solito ovvero una procedura attraverso cui giungere ad una condizione definibile di Vuoto Mentale e di Distacco dal Mondo.
L'obiettivo della meditazione A. T. è, al contrario, produrre nuovi contenuti mentali, ossia favorire un nuovo modo di percepirsi rispetto al sentirsi solo in parte, ovvero di fronte ad una parte critica ( Genitore ) " grande grande " e ad una parte emotiva ( B. naturale ) " piccola piccola ", l'orientamento suggerito è intanto amplificare il B. naturale in attesa di prendersi cura della parte critica.

Anche la ricerca di opzioni comportamentali ci rimanda agli obiettivi della Meditazione A.T.
Quante volte abbiamo ritenuto di non avere alternative ad un comportamento che pur ci procurava disagio e ci siamo percepiti capaci di quelle uniche risposte comportamentali svalutando ogni altra nostra potenzialità?

 

Vediamo sinteticamente in che modo quanto sostenuto fino ad ora può trovare applicazione in una seduta di Yoga e Meditazione A.T.:
E' la fase finale della lezione...

I clienti sono tutti distesi al suolo, ad occhi chiusi... Si lasciano guidare dalla voce dell'Operatore e dalla musica di sottofondo:

"...abbandoniamoci al contatto con il suolo... all'immobilità... al respiro... intanto le immagini ci attraversano e noi non le tratteniamo... le osserviamo semplicemente... ripercorriamo mentalmente il lavoro svolto fžno ad ora e recuperiamo le sensazioni sperimentate... abbiamo percepito in noi tensioni e rigidità ma insieme ad esse abbiamo sperimentato anche nuove opportunità ...così come ci appartengono le tensioni ci appartiene anche questa capacità di muoverci naturalmente e respirare profondamente e completamente... amplifichiamo questa consapevolezza. . . lasciamoci attraversare liberamente dalla piacevole sensazione che essa ci trasmette ...aiutiamoci con il respiro... ogni volta che mi svuoto mi abbandono sempre di più a questa consapevolezza ed accolgo sempre di più la piacevole sensazione respiriamo profondamente tre volte ...al termine della terza espirazione apriremo gli occhi e ci diremo che ogni volta che ne sentiremo bisogno sapremo recuperare questa capacità ed il piacere che ad essa si accompagna...”.

 

Non basterà certo una lezione di yoga (e nemmeno dieci o venti) ad indebolire la spinta o l'ingiunzione e comunque non è questo, come già precedentemente sottolineato, l'obiettivo né del Cliente ( al termine di un primo incontro un Cliente fece all'Operatore una domanda prevedibile quanto legittima: " Quante lezioni ci vogliono per ottenere dei benefici? " La risposta dell' Operatore fu: " Non ci sono tempi stabiliti. Quando sarai in grado di utilizzare, qui e altrove, ciò che ti propongo avrai ottenuto un buon risultato. Questo può accadere la prossima volta o tra sei mesi o tra un anno " ).

Eppure seduta dopo seduta il Cliente si addestrerà a creare uno spessore tra le parti dei suoi bisogni emotivi e le parti dei suoi devo "critici".
Quello spessore a volte potrà avere l'ampiezza di un minuto, altre di un ora, altre ancora di un giorno. E quando il Cliente, in quell'intervallo, saprà e vorrà percepirsi completamente, nonostante il disagio, allora il bersaglio sarà centrato.

 

 

  

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