Orientare oggi

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La pratica dell’orientamento, per essere efficace oggi, deve assumere necessariamente una forma adeguata alle mutate condizioni storico-sociali-politiche-epocali: anche l’orientamento nelle sue prassi e nella sua metodologia deve comprendere la complessità della società postmoderna in modo da poter generare (attraverso l’erogazione di percorsi) competenze di gestione della complessità, attitudini al cambiamento permanente e capacità riflessive di auto-orientamento.

 

 

L’orientamento, per essere efficace oggi, deve farsi complesso e, con ciò, “agganciarsi alla vita” intesa appunto come irriducibile complessità: in tal modo l’orientamento

 

  • non è più un mero servizio di informazioni
  • non è più un insieme di servizi isolati/istituzioni isolati l’uno dall’altro
  • non è più una risposta a “bisogni situati” in pochi “momenti urgenti” del vivere.

 

In tal modo l’orientamento diventa una pratica “importante” in cui ciò che vale e ciò che importa è la persona stessa con tutta la sua vita (passata, presente, futura), con tutto il sistema di attribuzione valoriale-semantico connesso al vivere e con tutte le dimensioni legate all’affettività ed alla relazionalità. L’orientamento è per vocazione una pratica di accompagnamento, di sostegno e di guida-non-direttiva rispetto ad una persona che in ogni istante è chiamata a progettare il proprio futuro, ad immaginare scenari possibili, facendo tesoro del proprio passato e scegliendosi nel proprio presente.

 

L’orientamento è necessariamente un’arte maieutica (orior = sorgere) che fa nascere e/o ri-nascere nelle persone la consapevolezza di sé, dei propri valori/interessi, dei propri desideri, dei propri sogni e per questo le accompagna e le sostiene “momento dopo momento” durante tutto l’arco di vita alla costruzione di una trama coerente toccando in ogni istante l’interezza e la globalità del Sé.

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