SONDAGGIO CIPA
ON LINE PER I COUNSELOR
che esercitano la professione
dati e prime osservazioni
http://www.ancore.org/counseling/news.html
CIPA 2017 Questionario sui counselor
osservazioni statistiche CIPA 2017
Le prime conclusioni
(http://www.cipacounseling.eu/test‐per‐counselor.html)
AN.Co.Re comunica i dati e le prime osservazioni sul SONDAGGIO ON LINE PER I COUNSELOR che esercitano la professione
CIPA 2017 Questionario sui counselor
osservazioni statistiche CIPA 2017
Le prime conclusioni
(http://www.cipacounseling.eu/test‐per‐counselor.html)
La prima parte del questionario trattava i dati demografici come il genere, l'età, la laurea, ecc.
Dalle analisi preliminari esce che il rapporto tra uomini e donne è di uno a due e che l’età dei
partecipanti oscilla principalmente tra i 40 e i 60 anni.
I counselor hanno ottenuto il diploma tra il 2000 e il 2016, con un picco tra il 2008 e il 2016. Forse indica che la disciplina del counseling comincia a farsi conoscere.
L’82 % dei sondati possiede una laurea e il 63 % una specialistica (o vecchio ordinamento). Questo dato è importante perché rientra nel dibattito che oppone psicologi e counselor. È anche interessante notare che la maggioranza delle lauree è a indirizzo umanistico.
La seconda parte del questionario trattava gli aspetti pratici della professione, quale numero di clienti, la tariffa, l’iscrizione ad una associazione, ecc.
Il numero medio di clienti a settimana è 2, ed è uguale al numero medio di clienti giornalieri.
Questo porta a varie considerazioni che meritano un approfondimento: o si lavora solo un giorno a settimana (il che potrebbe significare che i sondati lavorano come counselor a “tempo perso”) o il nostro questionario non è stato chiaro.
Gli anni di lavoro in quanto counselor variano tra 0 e 15 anni, con picchi per 1‐2 anni e 5‐7 anni. Le cifre tendono a calare dopo 2 anni per risalire da 5 anni in poi. Quel gap potrebbe indicare un interesse rinascente per la professione di counselor negli ultimi anni.
Una forte maggioranza dei sondati (68%) lavora in sessioni individuali e gruppi. Il 14% nell’ambito della formazione, il 12% nel proprio posto di lavoro. Il resto si dedica prevalentemente a gestire laboratori o esperienziali.
La maggior parte dei clienti proviene dal passaparola (58%), 29% da invii e il rimanente ha altre
provenienze.
Il 36% degli sondati ha un proprio studio; 34% non ha uno studio; e 22% condivide uno studio con qualcun altro. Il resto possiede uno studio in azienda e il dato coincide con chi espleta la professione di counselor nel proprio posto di lavoro. Questo dato è, a nostro avviso, rilevante, oiché potrebbe essere importante per i counselor avere spazi comuni da condividere. Creando ad esempio degli studi associati o degli spazi in coworking.
Gli incontri di counseling individuali costano prevalentemente tra 30 e 50€ (53%). Il 15% degli intervistati lavora gratis e il 17% si accontenta di un onorario inferiore a 30€: Il resto non si è pronunciato. Questi numeri sottolineano il carattere sociale della professione.
Fatto che andrebbe approfondito è che il 68% degli intervistati non possiede una partita IVA. Questo dato può essere letto correlandolo a chi svolge attività pro‐bono o gratis per pubblicità (20%) e a chi opera come counselor all’interno del proprio posto di lavoro (12%).
La terza parte copriva la rete lavorativa dei counselor:
l’83% ritiene che il suo network sia costituito da varie professionalità, il 12 % dice che è formato da counselor, 2,5 % non ne sente il bisogno ora e per 2,5% degli sondati, la rete lavorativa comprende psicologi e psicoterapeuti.
Altro dato importante è che il 95% risulta essere iscritto ad un’associazione di categoria e l’88%segue aggiornamenti professionali regolarmente e quasi la metà (49%) dei partecipanti al sondaggio dichiara di andare regolarmente in supervisione ogni 20 ore con i clienti.
La parte finale del questionario analizzava l’opinione che i counselor hanno del loro lavoro, della loro vita e delle loro relazioni da quando si sono diplomati.
Più di 8 su 10 trovano il lavoro totalmente appagante o soddisfacente, il restante è ugualmente ripartito tra chi lo trova con una giusta carica di stress e molto stressante.
Alla domanda su quali cambiamenti desiderano, quasi la metà vorrebbe incrementare il numero di clienti. Il 29% vorrebbe crescere professionalmente, il 10 % vorrebbe diversificare il lavoro e il 15 % non è interessato a modificare la situazione attuale.
Più di 8 persone su 10 tra i sondati ritengono che i loro rapporti familiari siano migliorati o leggermente migliorati. 15 % pensano che siano rimasti invariati e 2,5% che siano peggiorati.
Per quanto riguarda i rapporti amicali, le cifre sono più o meno uguali.
La metà degli partecipanti afferma che la loro sensibilità (sviluppata grazie al percorso e al lavoro di counseling) alle incongruenze che rilevano nella relazione con l’altro, sia la principale causa di conflitti, e un quarto non si sente capito/a, o ‘fa il counselor con i cari.
Un terzo ritiene che i rapporti siano migliorati in generale perché gestiscono meglio i conflitti, un quarto perché adottano una comunicazione più efficace. Una persona su cinque entra spesso in empatia e il resto ascolta di più. Sarebbe interessante correlare questo dato con quello precedente per determinare delle linee guida operative da inserire nel percorso di formazione (o di aggiornamento) per i counselor.
Tre quarti delle persone sondate pensano che i cambiamenti nelle loro relazioni siano dovuti al loro cambiamento. Il resto è ugualmente diviso tra l’opinione che sia dovuto al fatto che hanno cambiato la loro comunicazione o che capiscono meglio ‘quello che l’altro non dice’.
Il 44% parla del lavoro come counselor con gli amici, il 24 % ne parla a talvolta con la famiglia, mentre bel il 20% non ne parla mai con alcuno.
Altro dato a nostro avviso molto interessante è che ben l’80% degli intervistati si sente più consapevole, e solo il 5% dichiara di non essere cambiato e di sentirsi come prima.
I sondati dichiarano che le persone a loro vicine dicono di loro che sono più sereni (46%); che sono più attenti ai bisogni dei loro cari (32%); che sono più attenti ai bisogni propri (19,5%). Solo il 2,5% dichiara che sono più pignoli.
Questionario sui counselor osservazioni statistiche ©CIPA 2017
http://www.cipacounseling.eu/test‐per‐counselor.html
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