Le preoccupazioni del genitore di un figlio che "sbaglia"


mamma_preoccupataQUANDO UN GENITORE È PREOCCUPATO E CREDE COSTANTEMENTE

CHE SUO FIGLIO “SBAGLIA” O CHE SIA INADEGUATO,

PROBABILMENTE SARÀ ACCONTENTATO!

 

Quel che pensiamo ciò si avvera.

 

A volte ci sono genitori che sono ossessionati da un’idea negativa sul proprio o sui propri figli, dove quest’ultimi subiscono tale convinzione acriticamente, che può voler dire “tu non ce la fai”, che “sei in pericolo”. Qui inizia un condizionamento lento e costante che è fissato attraverso un immaginario asse che parte con una richiesta / offerta all’ambiente e che questa accoglie.

Molti bambini, da piccoli, oppure da grandi quando rimangono ancora bambini, accetteranno tale convinzione e potranno vivere come una sorta di copione acquisito dalla loro vita. È come una seconda pelle “innaturale” che si adegua sul loro corpo, governato dalla mente che confermerà con giuste argomentazioni (pensieri compulsivi) tale induzione esterna alla propria natura strettamente fisica.

PROCCUPAZIONE: PURA VANITÀ

L’abitudine tipicamente italiana a essere preoccupati nei confronti dei figli, risiede in antiche radici provenienti sia dai messaggi che alcune religioni monoteistiche hanno trasmesso, sia da culture che hanno trasformato la famiglia in una sorta di “riciclaggio” sociale nel quale “contenere” alcune azioni naturali che altrimenti sarebbero state ritenute pericolose. Minacce che avrebbero messo in forse tante azioni tese a “gestire” alcune tipologie di relazioni sociali attraverso le quali le persone avrebbero potuto sovvertire ribellandosi, ad alcune indotte azioni protese alla conservazione di alcuni vantaggio a favore di che governava i popoli non soltanto politicamente ma anche emotivamente. La libertà e la consapevolezza era ed è ancora ritenuta pericolosa, sovvertibile a canoni fissati, per il controllo dei singoli individui dentro le masse.

È un’abitudine che ha una doppia radice di trasmissione; una che deriva dal singolo verso un altro singolo individuo: io ti insegno che è così! E un’altra da una conferma di massa “indottrinata”. È come al tempo delle inquisizioni, quando dopo le sentenze emesse contro le donne “libere” accusate di stregoneria, le famiglie stesse, catturavano le “peccatrici” e le consegnavano ai tribunali per l’applicazione delle sentenze.

La libertà nasce da una radice avulsa dal contesto sociale in cui si vive. Aiuta a sviluppare la capacità di uscirne fuori, anche temporaneamente, che porta alla comprensione di ciò che si vive, sia per valorizzare il bene che si prende dentro al sistema, sia il male quando questo c’è.

Un padre può trasmettere, con eventuali convinzioni personali sulla vita e sugli altri, a un figlio, che è giusto essere violento nei confronti di qualcosa o qualcuno, oppure disprezzare un ambito sociale (popolo, le donne, ecc). Può diventare un lento condizionamento che si instaura nel figlio stesso e che il proprio DNA ne diventerà detentore, anche se gli studi sulla biologia umana non sono ancora in grado di dimostrarlo scientificamente e che i fisici quantici stanno tentando a provare ciò che hanno già intuito e sviluppato in laboratorio.

Una madre che è “preoccupata” per abitudine della salute psico-fisica del proprio figlio, rischierà di contribuire allo sviluppo naturale di uno stile di vita del figlio che la possa accontentare, come dire “FARÒ O SARÒ” come tu mi vuoi ovvero come tu credi. Egli, se non avrà appreso in tempo utile a “tradire” tale voce interiore e sussureggiante, che come un lento eco si insinua nella propria e mente e nella propria sfera caratteriale, imparerà probabilmente a essere fedele e soprattutto a sentirsi “giusto” così e riterrà “giusti gli altri che saranno come lui”.

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