È il titolo di un libro di Eric Fromm (psicanalista e sociologo tedesco), benché sia un testo del 1977 lo trovo estremamente attuale; l’ho rispolverato recentemente e riletto e mi ha portato a fare queste disquisizioni mentali da condividere: rapportato ad oggi noi siamo più nell’avere o nell’essere………..naturalmente è da troppi anni ormai che l’individuo si trova, nel pieno del boom economico e conseguentemente nell’era del “voler avere”, dei desideri materiali che devono essere soddisfatti e fino ad ora questo è stato soddisfatto ma soddisfatto lo è il venditore, noi ci sentiamo sempre vuoti….Non è obbligatorio essere individuati in “avere” o “essere” ma quale parte ci rappresenta meglio?
Soprattutto nel mio lavoro dove per me la parte dell’ ”essere” rappresenta il fulcro dell’individuo; mi trovo sempre a domandarmi quale parte sia prevalente nella persona che ho di fronte…..mi spiego meglio………..se una persona sente il mal di vivere, del disagio, sente che qualcosa non va e decide di prendere in mano la sua vita, di rivolgersi ad un figura (counselor, psicologo, psicoterapeuta ..) che lo aiuti nel suo percorso, inizialmente confusionario, per una ricerca, mi auguro del proprio benessere, la suddetta persona ricerca l’ “avere” o l’ “essere”? La ricerca dell’avere comporta l’acquisizione di un servizio: io pago e voglio un determinato riscontro o meglio io mi rivolgo ad una figura competente che richiede del denaro e conseguentemente io voglio il benessere quindi acquisto il mio benessere.
Diversa è la ricerca dell’essere: io mi rivolgo ad una figura competente e nel mio rivolgermi vi è il desiderio di riconquistare il mio benessere; ciò comporta mettersi in discussione, lavorare insieme alla figura scelta per poter attivare o consapevolizzare le risorse; sono io che attivo, con la mia personalità il cambiamento per riprendermi la vita e soprattutto ricercare la mia identità. Quindi tu sei nell’avere o nell’essere? E quanto sei disposto a sacrificare dell’avere per essere….Te stesso?
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