La motivazione è la forza che spinge l’uomo ad agire per soddisfare le proprie esigenze. Una persona manifesta molteplici necessità che possono essere differenziate in base all’importanza che hanno per le funzioni vitali. Per questo i bisogni sono stati classificati prendendo in considerazione la rilevanza di essi per la nostra sopravvivenza. A partire dal livello più basso, abbiamo: - i bisogni fisiologici, quali il mangiare, il dormire, il respirare, strettamente legati alle funzioni corporee - i bisogni di sicurezza, per sentirsi protetti. Il bambino ha bisogno dei genitori per questo motivo - i bisogni di appartenenza e di amore, corrispondono all’esigenza di sentirsi parte di un gruppo, di dare e ricevere amore - i bisogni di riconoscimento e di rendimento indicano l’esigenza di essere riconosciuti come persone capaci, di sentirsi meritevoli e competenti - il bisogno di realizzazione di sé, viene soddisfatto quando una persona riesce a sviluppare in pieno le proprie capacità - il bisogno di trascendenza implica l’andare oltre la propria individualità per sentirsi parte di qualcosa di più grande, di ordine cosmico o divino. Una condizione indispensabile per riuscire a soddisfare i bisogni collocati ai livelli superiori è che tutti quelli di ordine inferiore siano stati soddisfatti. Avete mai sentito il detto “non si può pensare a pancia vuota?”. I bisogni posti ad un livello più alto richiedono maggiori capacità per essere realizzati, capacità che si sviluppano nel processo di crescita. Un bambino imparerà prima di tutto a mangiare, a cercare i genitori. Solo quando sarà più grande sentirà il bisogno di avere degli amici e ancora dopo vorrà ricevere i complimenti per un bel voto a scuola. Nella prima età adulta si inizierà a sentire l’esigenza di essere orgogliosi di sé, magari attraverso un lavoro impegnativo che gode di buona considerazione a livello sociale. C’è un forte legame tra l’emozione (di cui si parla più approfonditamente in uno degli articoli di questa rubrica) e la motivazione. Potremmo dire che le emozioni mettono in luce come si reagisce ad uno stimolo, sia a livello psicologico che fisico, mentre la motivazione ci dà informazioni sul perché la persona sia spinta ad agire in un determinato modo. Ad esempio, uno studente dedica il fine settimana allo studio rinunciando al divertimento perché vuole prendere un bel voto quando sarà interrogato il lunedì mattina (motivazione), ma al momento di affrontare l’interrogazione, come starà? Potrebbe essere agitato e sentire il cuore battere più forte, impallidire quando il professore lo chiama, sentire i muscoli tesi (emozione). È importante sottolineare che non tutti sentiamo gli stessi bisogni, ma essi sono legati alla nostra individualità, all’appartenenza ad un gruppo, ad una cultura. Ad esempio lo studio dei consumi presta grande attenzione a questi fattori per comprendere quali sono le motivazioni inconsce del consumatore. Questo tipo di studi hanno contribuito a mettere in luce l’importanza delle emozioni nella motivazione, contraddicendo la credenza secondo cui le persone motivate agiscono secondo i criteri della razionalità. Si è visto che le scelte del consumatore sono spesso dettate dai bisogni di prestigio, di conformarsi ad un gruppo per sentirsi parte di esso, di dipendenza, di identificarsi con il leader, oppure dalla necessità di differenziarsi, di resistere alle pressioni sociali. Per soddisfare queste esigenze le persone si comportano secondo modalità difficilmente spiegabili con la logica ed acquistano oggetti per ciò che essi rappresentano e non per la loro effettiva utilità. Ad esempio, la scelta di abiti, di oggetti o di stili di vita sono rappresentativi, da un lato, dei gusti personali, ma dall’altro raccontano molto dell’ambiente di provenienza, della voglia di trasgressione o di dipendenza.
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