In che senso ci diciamo Humanisti? Già nel 300 si parla di studia humanitatis e di studia humaniora. Humanitas per gli autori Latini significava all'incirca ciò che gli elleni avevano espresso con il termine Paideia ossia educazione e formazione dell'uomo. Ora in questa opera di formazione spirituale si riteneva che svolgessero un ruolo essenziale le lettere, la poesia, La retorica, la storia e la filosofia. Infatti sono queste le discipline che studiano l'uomo in ciò che ha di peculiare a prescindere da ogni utilità pragmatica e per questo risultano particolarmente idonee non solo a farci conoscere quale sia la natura specifica dell'uomo medesimo ma anche ad incrementarla e a potenziarla.
Con Umanesimo si intende la presa di coscienza di una missione tipicamente umana orientata alla rigenerazione spirituale intesa come ritorno alle origini, ritorno ai Principi essenziali, ritorno all'autenticità e per questo stimolo efficace per ritrovare, ricreare e rigenerare se stessi. Come dice Pico della Mirandola l’uomo è un “grande miracolo” perché a differenza di tutte le altre creature (che sono ontologicamente determinate ad essere ciò che sono e non altro) l'uomo è l’unica, fra le creature, a cui non è stata assegnata una natura predeterminata, ma una natura costituita in modo tale che fosse lui stesso a plasmarsi e scolpirsi secondo la forma prescelta.
La grandezza e il miracolo dell'uomo sta, dunque, nell'essere artefice di sè medesima, auto-costruttore. Vogliamo dire che questa modalità di intendere l’umanesimo fa da sfondo all’attività di Simbiosofia ed in particolare è alla base del movimento umanistico da noi inteso come un movimento verso la peculiarità dell’umano che fonda qualsiasi tipo di processo intenzionato alla crescita personale.
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