Sognare di osservare un lago oppure un ruscello o un mare agitato, bere, nuotare, lavarsi, vedere scorrere acqua limpida o sporca, sono tutte rappresentazioni oniriche del nostro inconscio, che, come molte scuole di pensiero psicoanalitico ipotizzano, sarebbe il vero regista dei nostri sogni.
La protagonista – nel caso in esame – di questi sogni gradevoli o agitati è, dunque, l’acqua. Un elemento naturale per eccellenza, senza la quale non sarebbe possibile la vita sulla nostra Terra.
I sogni legati al più affascinante ed inquietante elemento naturale possono manifestarsi sotto varie forme, in diversi contesti e scatenare differenti stati d’animo. Al di là dei significati che assumono, evocano innanzitutto il misterioso ed articolato universo delle emozioni profonde. Le esplorazioni di tali emozioni può provocare sentimenti di angoscia, perché, a volte, nei sogni dove è presente l’acqua si percepisce anche una situazione di pericolo. Nel sistema onirico l’onda anomala rappresenta il vissuto emotivo e spesso è talmente intensa da sopraffare il sognatore ed indurlo ad un agitato quanto improvviso risveglio.
L’acqua è solitamente collegata al mistero della nascita e per queste ragioni è un sogno ricorrente tra le gestanti. Ciò perché c’è un sottile collegamento mentale tra l’acqua ed il liquido amniotico, che consente la vita al futuro nascituro. Non a caso la cosiddetta “rottura delle acque” accelera, a volte, il momento della nascita. Quello che per alcuni neonati rappresenta nei migliori dei casi un microtrauma naturale, a volte, in base alla posizione del cordone ombelicale ed a quella assunta dal bambino al momento della nascita, può rappresentare un trauma molto più importante. Questo succedeva specialmente quando il parto avveniva in casa e senza le necessarie strutture assistenziali, era pertanto impossibile monitorare questo momento così importante. Il cosiddetto taglio Cesareo ha impedito che continuassero a nascere bambini con parto podalico o con il cordone ombelicale posizionatosi in maniera ostruttiva per le vie respiratorie del neonato.
Questo approcciarsi al significato simbolico dell’acqua ha sicuramente riscontro anche nella mitologia greca e, infatti, nell’Iliade troviamo all’origine del mondo e delle divinità “Oceano, che a tutti i numi fu origine” e Teti, «la madre»; inoltre, per quanto riguarda Oceano, è specificato che di lui “tutti i fiumi e tutto intero il mare, tutte le fonti e i grandi pozzi traboccano” (Omero, Iliade, libro XIV, v. 246).
Se il sogno dell’acqua implica, invece, una enorme distesa quale ad esempio un oceano, secondo il celeberrimo psicoanalista Carl Gustav Jung nelle distese di acqua ritroviamo l’inconscio collettivo ma anche l’energia femminile: gli uomini che hanno paura dell’acqua hanno probabilmente un cattivo rapporto con le donne e con la loro “parte femminile”. Quindi l’acqua – sempre secondo Jung – rappresenta anche l’aspetto sessuale, gli impulsi generati dall’inconscio in fase onirica e quelli razionali durante la veglia, ovvero nell’ambito della vita corrente.
Uno dei sogni più ricorrenti riguarda il mare in tempesta, esso è legato ai momenti di trasformazione della vita, e non solo per simboleggiare il cambiamento in corso, che potrebbe essere interiore, esteriore o affettivo, ma anche le emozioni profonde che vi sono collegate, molto volte difficili da affrontare che appaiono contraddittorie.
Tra i sogni più ricorrenti c’è anche il mare visto dall’alto, da un aereo, da un elicottero oppure dalla cima di una montagna. Questa immensità del mare può incutere dei timori, la sensazione di perdersi in qualcosa di immenso, di indeterminabile e di imponderabile. La fase della salita è un’immagine onirica che può essere connessa ad un tentativo di ascesa spirituale del sognatore verso livelli più elevati di coscienza. Nel sogno viene rappresentata la dimensione sincronica dell’ascesa e della discesa che accompagna il conflitto tra conscio (razionale) ed inconscio, tra spirito e materia, tra spiritualità e sessualità, quest’ultima simboleggiata dal mare.
Un sogno diffuso è anche quello in cui viene vista e rappresentata dell’acqua sporca, melmosa, quindi non pulita e cristallina. Lago, mare o pozzanghera, fa poca differenza dal punto di vista psicoanalitico. Quest’acqua non pulita dovrebbe, quindi, rappresentare la parte distruttiva del sognatore, ovvero gli aspetti sconosciuti, quindi ignoti ed opachi della personalità dell’individuo.
La fase onirica che ricorre prevalentemente durante l’adolescenza e, più in generale, la fase dello sviluppo, riguarda lo tsunami, il cosiddetto maremoto, l’onda anomala che può essere secondaria ad un evento tellurico. Il sogno, nel caso in specie, descrive alcuni mutamenti dell’ambiente circostante, sia sociali sia familiari, del sognatore. Vissuti come paure e turbamento in quanto considerati irrazionali e non spiegabili. Nel momento in cui una trasformazione appare incomprensibile spaventa, crea panico, paure immotivate, che vengono vissute o rivissute drammaticamente a livello onirico. Trovarsi nel pieno di una calamità naturale è uno dei sogni più ricorrenti nella fase adolescenziale, ed è legato ai cambiamenti sconvolgenti tipici di quell’età. Tra il quali l’uscita dal mondo edipico e la scoperta delle relazioni con i propri coetanei e con il resto del mondo.
Lorenzo Lorusso
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