Lungo articolazioni che ci spingono a ragionare su che cosa siano l’intelligenza e la bellezza, la razionalizzazione dell'essere consta di una codificazione incosciente dell'apparire dovuta, essenzialmente, ad una presenza permanente nel mondo. Mondo, che stando alla moderna società, non è altro che virtuale, slegato pertanto da una realtà coscienziosa che riporterebbe con i piedi per terra. Lo stoicismo aveva già evidenziato il carattere di interiorità della coscienza che si manifesta come colloquio dell'anima con se stessa di fronte al "non senso" del mondo e delle sue realtà caduche, sottolineando che l'unica via che rimane al saggio è il ripiego su sé stessi che dà significato alla propria esistenza individuale.
E quindi un'autocoscienza con la quale preservare la filosofia stessa dalle derive del relativismo e dello scetticismo, tanto da essere anche utilizzata come strumento di intellezione dell'idea di Dio. Una tale autocoscienza tuttavia non è insegnabile né trasmissibile a parole, poiché non è il prodotto di una tecnica: ognuno deve trovarla da sé. Potrebbero volerci anni! Si tratterebbe del mistero dell'identità, coglibile attraverso un lungo lavoro di introspezione e di esercizio della propria autocoscienza, che consiste nel restare Uno nella differenza.Troppo dispendioso per chi vive credendo di essere unicità, intelligenza e bellezza assolute. Insomma, in questa società dai canoni inversi, resto uno tra i pochi ad essere stupido e brutto. E non è poi così male.
Dr. Francesco Mappa
Neuroscienziato, Criminologo, Pedagogista Giuridico esperto in Mediazione Penale Minorile, Familiare e Sociale
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