Il karma viene associato alla legge causa effetto. È una forza che ci spinge verso l’evoluzione ricreando equilibrio; è un’energia senza giudizio. È un insieme di leggi cosmiche che ci permette di comprendere, con la giusta consapevolezza i nostri errori, le nostre mancanze, i nostri errati comportamenti, permettendoci di porre rimedio. Quando nasciamo non siamo, come molti credono, un libro dalle pagine bianche. Anzi, abbiamo già scritto milioni e milioni di messaggi, credenze, blocchi e memorie. Abbiamo già il nostro bagaglio karmico che ci impedisce di essere liberi. Tutto ciò è contenuto in quello che i Veda chiamano karmashaya, ossia il deposito del karma e dei samskara (memorie emozionali sono la causa dell’attivazione delle emozioni) che determinano tendenze, attitudini e comportamenti, quasi sempre generati da coazioni a ripetere. Continuando a fare errori, a pensare e ad agire in maniera errata, contro le leggi del Dharma (Ordine Cosmico), continueremo a produrre karma. L’uomo dell’occidente lo vede come un castigo o come una sorta di giudizio universale, riallacciandosi alla propria cultura religiosa. Qui però, non si parla di una regolamentazione del tipo “occhio per occhio e dente per dente”. Non è una punizione e non un atto vendicativo di Dio. La vita è giusta e il karmala regola con le sue Leggi infinitamente perfette. Non dobbiamo vedere ciò che noi chiamiamo disgrazia, una punizione o una colpa, ma solo una possibilità per imparare qualcosa che nella vita precedente non abbiamo compreso a sufficienza, oppure ci era proprio sfuggita. Stiamo parlando della tipica crisi che ci permetterà di migliorarci, di comprendere e di effettuare il cambiamento. Certo, molti accadimenti non li possiamo comprendere con la sola ragione. Bisogna trascendere il raziocinio e vedere con occhi diversi ogni singola manifestazione, che può apparirci in quel momento un evento nefasto o un’avversità. La morte di un neonato possiamo non comprenderla, ma la vita è perfetta e, se riuscissimo a guardarla con occhi diversi, potremo vedere che tutto ciò che accade fa parte dell’esistenza e ha la sua giusta causa e il suo corretto effetto. Siamo noi con le nostre credenze e le nostre culture a dare un valore positivo e negativo agli accadimenti, mentre tutto fluisce al di là della nostra comprensione. Le leggi della natura sono ben diverse dai nostri pensieri condizionati e le nostre regole sono state decise dagli uomini che non conoscono le leggi cosmiche. Siamo proiettati verso ciò che ci appare esternamente e siamo abbagliati da tutto ciò che è materia. Questa però, essendo sempre in trasformazione ci destabilizza, ci illude e ci dà solo gioia momentanea. Ci accorgiamo subito che non ci basta mai e continuiamo la ricerca nella parte sbagliata, in maya, l’illusione. La bramosia si impossessa di noi come un cancro che ci corrode l’animo. Vogliamo, vogliamo, desideriamo in continuazione e non siamo mai sazi come la lupa della Divina Commedia. Più ci nutriamo di materia, più abbiamo fame. È un’ingordigia che non si placa, perché non ci soddisfa. Seguire il Dharma invece ci sazia: essere compassionevoli, umili, coerenti, essere insomma dei buoni devoti ci aiuta a crescere e ad evolvere. Facendo del bene ci sentiremo pieni di Amore. Quando riusciremo a comprendere, che ciò che ci soddisfa è all’interno di noi e non fuori, ci accorgeremo che la materia era solo qualcosa di molto potente, certo, ma effimera e illudente. Il karma è un processo ed è diviso in tre categorie: Sabija Karma, Agami Karma e Prarabdha Karma.Il prefisso Sa, significa con e Bija, seme.
Il primo,sabija karma, è quello che portiamo con noi fin dalla nascita e dipende dalle vite precedenti. Quei semi sono lì, pronti ma non ancora germogliati.
L’agami invece è quello che produciamo durante la nostra esistenza ed è il risultato inevitabile delle nostre azioni. I semi non ancora germogliati possono crescere da un momento all’altro e nella circostanza opportuna ci restituiranno il risultato delle nostre azioni. Questo tipo di karma è contrastabile, ossia effettuando un buon cambiamento e muovendoci secondo le leggi del Dharma, potremo far cambiare rotta ad eventuali reazioni non piacevoli. Insomma sostenendo una corretta disciplina saremo in grado di evitare le manifestazioni riguardanti il nostro vecchio comportamento che aveva generato karma. Qualsiasi azione genera karma, almeno che non si agisca rimettendo a Dio ogni nostra azione. Quando non siamo attaccati al risultato e offriamo al Signore ogni nostra azione, ecco che siamo akarma. Il karma non ha solo significato negativo come molti credono; esso è la remunerazione indefettibile delle nostre azioni. Quindi ci possiamo aspettare solo ciò che abbiamo seminato. Verremo pagati, insomma, con la stessa moneta che abbiamo usato nella nostra esistenza.
Il prarabdha karma, invece, è quello che ormai si sta manifestando o si manifesterà a breve ed è impossibile contrastarlo o bloccarlo. Il suo arrivo è imminente. Nulla e niente saranno in grado di fermarlo. Non preoccupiamoci però più di tanto perché possiamo sempre fare moltissimo. Il nostro è un cammino continuo e migliorarci può anche permetterci di accogliere quelli che potremmo chiamare cattivi avvenimenti. Sarebbe evolutivo essere in grado di far fronte positivamente a ogni accadimento e prendere tutto ciò che si rivela come nostra responsabilità e non come nostra colpa. Siamo qui per evolvere ed è giusto continuare il cammino senza fermarsi sugli errori. È giusto valutarli per comprenderli meglio ed evitare di ripeterli, ma concentrarsi sugli sbagli accaduti, non è di gran beneficio. Soffermarsi sul passato, non ci aiuta ad evolvere, guardare ciò che è stato, fa scattare i giudizi, che sono malsani e bloccanti. La vita è un gioco quindi non prendiamo proprio tutto alla lettera e con serietà. Questo non significa vivere alla giornata, parlare a vanvera ed essere fatalisti, ma prendere l’esistenza con più filosofia, affidandoci a Dio. Chi meglio di Lui può aiutarci a risolvere ogni intoppo? Dedichiamo a Lui ogni nostra azione e ascoltiamo il nostro cuore che è direttamente collegato alla Causa di tutte le Cause: la vita sarà più semplice.
Abbracciamo la nostra esistenza e sogniamo in grande. Perché i limiti ce li diamo solo noi. L’Universo ha più fantasia di quella che ci possiamo immaginare e se noi seguiamo la sua scia e ci lasciamo trasportare e non travolgere dall’onda, bene…avremo il massimo che ci potremmo mai aspettare. È necessario avere fiducia prima in noi stessi e poi negli altri: nelle creature, nel creato e nel Creatore.
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