non soltanto una questione di …chimica


non soltanto una questione di …chimica

           L’esercizio continuo, essenziale a cui nessuno di noi ha la libertà di sottrarsi, neppure per un attimo, è difendersi da distorsioni, esagerazioni, errate semplificazioni che attraverso i media rimbalzano a noi, utenti  frettolosi divoratori senza discernimento di notizie qualsiasi esse siano. In questo complicato ingranaggio, mai scevro da interessi economici e soggiogato da forti poteri, vengono stritolati anche eventi scientifici: ogni evento nuovo che ricercatori con fatica e con prudenza registrano, viene banalizzato, asservito alle leggi del condizionamento di possibili fruitori...noi.

                    Inseguiamo la felicità e il Benessere? I media sono pronti ad offrircene in quantità e leggiamo anche su riviste pseudoinformate affermazioni accattivanti, a dir poco: Siamo felici anche grazie a un gioco di molecole. (Focus. Aprile 2016, pag. 97). Se non siete felici è colpa del vostro precuneo. Il segreto della gioia di vivere localizzato nei lobi parietali http://www.italiasalute.it/

Il nostro Benessere, addirittura la nostra felicità vengono proposti come il risultato di un cocktail di molecole: Dopamina, ossitocina, la molecola della tranquillità, serotonina e farmaci che curano (!?!) ansia e depressione.

                    Molto dobbiamo alle neuroscienze, per la conoscenza della nostra “macchina” umana, di noi stessi, del collegamento tra circuiti nervosi, neurotrasmettitori ed emozioni, stati d’animo. Quando l’équipe  diretta dal Dott. Wataru Sato della Kyoto University (Scientific Reports, novembre 2015), ha effettuato risonanze magnetiche su circa cinquanta volontari, per  indagare le differenze anatomiche fra chi si sente soddisfatto della vita e chi non lo è, ha scoperto che una determinata area del cervello chiamata precuneo è la responsabile della felicità. Il precuneus si annida in un’area della corteccia cerebrale destra, grande quanto la punta di una penna. Si attiva grazie ad avvenimenti che creano soddisfazione e noi immediatamente proviamo una sensazione di felicità. Chi prova spesso una sensazione di felicità ha il precuneus più sviluppato, ma i meccanismi su come tutto questo avvenga non sono ancora del tutto chiari, in quanto questa stessa zona è relazionata a sentimenti positivi ma anche al loro contrario e quindi al dolore, è zona a cui è relegata la memoria episodica, l’autoriflessione e la coscienza. La scoperta, come forse sempre accade per la scienza, offre una certezza piccola e tuttavia di grande rilievo perché per la prima volta si è individuata nel nostro cervello la zona della felicità intesa come percezione di vivere un’esistenza piena e appagante (in passato erano state identificate zone legate all’allegria, al piacere, a sensazioni positive), tuttavia è evidente che la stessa scoperta apre uno sconfinato numero di dubbi e ulteriori quesiti ed è questo il valore autentico della scienza.

                    Ma, non appena intervengono i media, alla prudenza dei ricercatori si sostituisce il miraggio di una vita felice grazie a dosaggi di pillole, a modalità di vita che sarebbero in grado di aumentare la materia grigia del precuneo, come ad esempio la meditazione, praticare yoga, dedicare qualche minuto al giorno solo a se stessi per allenare questa parte del cervello.

Parlavamo, appunto, di distorsioni  e ci sentiamo suggerire pratiche senza dubbio utili, efficaci per il nostro benessere, ma finalizzate ad allenare …il nostro cervello, anzi una piccolissima porzione di esso. Uno strano modo per chiarire da dove può originare la felicità e l’appagamento della propria vita.

In quale angolo oscuro è stata confinata la percezione dell’autoefficacia, l’autostima, la capacità di superare le difficoltà e pro-agire. E, soprattutto, che cosa significa per ognuno di noi appagamento e felicità, qual è il campo di senso della nostra vita? Quali i valori irrinunciabili che ce la rendono migliore?

Chimica e pillole a parte, ciò che resta possibile e praticabile a ciascuno di noi è sentirci nel nostro essere unici e un unicum di pensiero ed emozione; i nostri comportamenti, le nostre abitudini, le nostre emozioni hanno certamente il potere di influenzare il nostro cervello, come i nostri pensieri, le nostre convinzioni allertano il nostro stato emozionale. A ciascuno di noi la scelta di rendere più intensi i momenti piacevoli, arginare quelli spiacevoli ascoltandoci, imparando a conoscerci meglio con il sostegno di strategie e tecniche del counseling nei diversi approcci e dando voce a quella tendenza attualizzante che è risorsa inesauribile per trovare e vivere la felicità, piuttosto che inseguirla.

Cordialissimamente,

Giancarla Mandozzi

 

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