GLI INGANNI DEL PENSIERO POSITIVO. Gli spiaggiati profeti del mentalismo

Inviato da Nuccio Salis

pensiero libero

Le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che oltrepassa le loro capacità” (Francois de La Rochefoucauld)

 

I guru del mentalismo imperversano con gli slogan promozionali sul libero pensiero. Ma un pensiero non è mai libero. Il pensiero è il residuo riflesso delle ombre ricadute su questo piano di illusioni. È un estensione contaminata da un sistema di dottrine che non sa sospendere il suo giudizio, anche se gli piace raccontare che lo fa. E non è escluso che in molti casi ne sia scioccamente e tristemente autoconvinto.

Comunque, tali professionisti della fortunata espressione “libera mente”, non mancano di sollecitare le platee a sviluppare pensieri positivi, per generare una realtà positiva. Insomma, non sono interessati a spegnere il proiettore, ma giusto a cambiare la pellicola.

Se ne guardano bene di far uscire dagli steccati e dai limiti di uno stucchevole psicologismo da marketing a bella posta, rivolto alla portata di tutti coloro che non vogliono cambiare davvero. Costoro, infatti, sono i loro migliori clienti.

 

Esiste per grazia una terza forza, e non parlo della psicologia umanistica; ciò di cui parlo non ha nulla a che vedere con le speculazioni sull’Io e su fenomeni invero ignorati dalla quasi totalità degli studiosi e degli accademici di tali discipline ed affini. È la terza forza associata alla Legge del Tre, senza la quale nessuna creazione sarebbe possibile. È il passaggio che sintetizza il percorso degli opposti. Come spiegato nella pistis sophia, dopo il Santo Affermare e il Santo Negare, si approda al Santo Conciliare. Tradotto in termini più semplificati: Positivo, Negativo e Neutro.

In fondo è ciò che già troviamo nella filosofia hegeliana (tesi, antitesi e sintesi) e secondo un’altra interpretazione anche il percorso Ombra, Persona e Anima secondo le coordinate offerte dalla spregiudicata psicologia analitica di Carl Gustav Jung.

 

Pertanto, chi incita alla polarizzazione, di qualunque valenza si tratti, sta traendo in inganno se la dimensione auspicata è usata per congelare dentro uno stato di stabilità che non considera il potenziale disordine creante al suo interno.

 

In pratica, se è vero che gli opposti si attraggono, il polo positivo dovrebbe attrarre negatività, e queste dovrebbero manifestarsi sia sotto sembianze di entità-persona che di vicende legate a drammi e vicissitudini accettate da questo tipo di condizione. In linea con la medesima teoria, dovrebbe dunque respingere chi è caricato del medesimo segno, e dunque far decadere la possibilità dell’incontro costruttivo come invece è auspicato. Ponendosi nella condizione del polo negativo, contrariamente a quanto propugnato dai pontificatori della new-age, si dovrebbero piuttosto attrarre eventi positivi, e magari così tanto positivi e piacevoli da impastoiare nelle trame mondane perfino un eletto, ovvero una coscienza destinata al risveglio. In questo caso, l’accezione della positività e della negatività entrano certamente in crisi e diventano relative.

 

La possibilità veramente alternativa è data dall’assunzione della neutralità, che salva da ogni trappola della legge di attrazione. La neutralità preserva dai drammi e dalle vicissitudini che ci siamo appiccicati e calati addosso nel tentativo di dominare o gestire aspetti del nostro copione e della nostra scenografia esistenziale. Cose magari anche buone, belle e giuste, ma sostanzialmente inservibili per uscire dal palcoscenico, e anzi congegnate per l’appunto con qualità seducenti, tanto quanto basta per sollazzare la beatitudine del mondano che difende i suoi agi e i suoi privilegi, chiudendosi ogni possibilità di crescita, di riscoperta ed espressione autentica della propria interiorità.  

 

Forse non a caso, fra i singoli componenti dell’atomo, è una suggestiva allegoria capacitarsi che fra le tre particelle, sono quelle senza carica ad avere il potere di disintegrare la struttura atomica per intero, generando una reazione a catena e facendo collassare parti di molecole. Aderendo inoltre all’immagine dell’atomo come micro-riproduzione di un sistema stellare e planetario, questo rende ancora più pregnante la valutazione della forze distruttiva e rigenerante dei piccoli neutroni.

 

Pertanto, la positività è un inganno, la mente è un falso profeta, perché percepisce (e non capisce) i suoi stessi prodotti artificiosi originati dalla sua tendenza a proiettare il sogno, il delirio e ogni processo di mistificazione di cui è capace e per cui è stata concepita. IL nutrimento a questa macchina dell’inganno che proietta ombre e che le scambia per entità effettivamente palesate e presenti, proviene dalla paura, quella paura che coincide allo stesso tempo con il bisogno più grande: conoscere se stessi, l’impresa decisamente più coraggiosa, ostica e impopolare, da condursi su un piano virtuale programmato per irridere la conoscenza e per premiare la logica del conformismo e della beata (o beota) stagnazione dell’anima.

 

A tutti i gladiatori più coraggiosi è riservato il compito di procedere alla più grande delle liberazioni. Buon percorso.

 

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