Fede o delirio?


devoti di sant'agataDopo gli eventi tragici avvenuti venerdì 2 febbraio allo stadio di Catania che hanno provocato la morte del 38enne poliziotto Filippo Raciti ho voluto partecipare ai festeggiamenti della patrona della città Sant’Agata. Constatando che il tono della festa fosse basso, niente fuochi d’artificio e neppure luminarie per le vie della città, non ho potuto fare a meno di notare come la percezione del culto porti giovani e meno giovani a compiere dei veri e propri atti di forza a dimostrazione del loro senso di appartenenza.

Ho visto un tappeto di persone. Ho visto bambini che portavano sulle spalle ceri di dimensioni maggiori del volume corporeo degli stessi, che per sollevarli c’era bisogno dell’aiuto, a volte, di due persone.fercolo di sant'agata Lo stesso dicasi per persone adulte che, seppur di conformazione fisica robusta, manifestavano con il corrugamento del volto e con il loro passo spedito la sofferenza nel portare sulle loro spalle cento o più chili di cera. Ho visto e sentito devoti che urlavano grida di devozione a squarcia gola fino a restare senza un filo di voce. Ho visto nei volti di tanti la frustrazione causata dalla mancata risposta dei devoti alle acclamazioni che sentitamente proponevano. Ho saputo che tutti i primogeniti delle famiglie catanesi sono tenuti a diventare devoti e portare il cosiddetto sacco(una tunica bianca che copre il busto e scende fino a metà coscia legata da un laccio bianco alla vita), un berretto di colore nero, i guanti ed un fazzoletto bianchi. Ho saputo che in mezzo a loro vi sono persone di ogni ceto e cultura ed anche delinquenti che alla fine della festa si svestono dei loro panni per tornare a fare furti e rapine. Ho sentito un bambino di circa dodici anni gridare “per i malati e i carcerati che non possono esserci… Viva Sant’Agata”. Ho visto centinaia di migliaia di euro in ceri conteggiando quelli portati a spalle dai devoti e quelli in vendita presso le bancarelle in giro per le strade ed anche quelli che i camion portano via dal fercolo della “Santuzza”(così come la chiamano i catanesi) ogni poche centinaia di metri, ho saputo che alcuni costano 500 euro. gruppo di devotiDopo tutto quanto ho visto e sentito mi sono chiesto se in verità questo sia lo spirito che si addice ad una comunità cristiana che professa un credo rivolto all’amore ed alla fratellanza. Mi chiedo se il denaro speso in ceri possa essere utile a far felici altre persone che hanno bisogno di aiuto. Mi chiedo se quegli sforzi sovraumani possano essere trasformati in azioni a favore di gente che vive in condizioni al limite della sopportazione. Mi chiedo se chi ha da intervenire ed educare i fedeli sia cosciente di ciò che accade.
Potrebbero interessarti ...