Gli insegnanti di Zen abituano i loro giovani allievi a esprimersi - racconto 2


 

Come ho già avuto modo di specificare nel mio precedente articolo ho intenzione di condividere degli strumenti che ho trovato particolarmente utili nel mio percorso di formatore;  infatti, quando siamo chiamati a svolgere tale compito, poter utilizzare degli strumenti come letture semplici e veloci può sicuramente agevolare il nostro lavoro.

Allo scopo di fornire qualche piccolo suggerimento e spunto per la gestione della lezione e  del gruppo in aula ho pensato quindi di predisporre una piccola miniguida, quale supporto pratico, per i conduttori e vorrei, in questa sede, condividerne una parte.

Un suggerimento che propongo è quello di utilizzare dei brevi racconti per sollecitare lo scambio ed il confronto nel gruppo e per “rompere il ghiaccio”.

Eccone uno che ho trovato tempo fa e che mi è sembrato molto utile allo scopo:

 

Nan-in, un Maestro giapponese dell'era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen. Nan-in servì il te. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare. Il professore guardò traboccare il te, poi non riuscì più a contenersi. "E' ricolma. Non ce n'entra più!". "Come questa tazza" disse Nan-in "tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo zen, se prima non vuoti la tua tazza ?"

 

A tutti i formatori  buon lavoro!

 

Mycounselor Manuela Fogagnolo

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