Gli insegnanti di Zen abituano i loro giovani allievi a esprimersi - racconto 1


Alcuni di noi sono chiamati a svolgere il ruolo di formatori in aule composte dai propri colleghi o, altre volte, per gruppi esterni o piccoli gruppi di studenti. Non sempre tale attività ci risulta spontanea e le abilità di formatore, così come le capacità di comunicatori, possono sicuramente essere apprese e rese più efficaci grazie a letture e corsi specifici.

Allo scopo di fornire qualche piccolo suggerimento e spunto per la gestione della lezione, del gruppo in aula e dei conflitti ho pensato di predisporre una piccola miniguida, quale supporto pratico, per i conduttori dei gruppi studio che andranno a formarsi.

 

Un estratto della mia guida è il suggerimento che vi propongo ciò  quello di utilizzare dei brevi racconti per sollecitare lo scambio ed il confronto nel gruppo e per “rompere il ghiaccio”.

 

Ecco un racconto uno che ho trovato tempo fa e che mi è sembrato particolarmente significativo:

 

Due templi Zen avevano ciascuno un bambino che era il prediletto tra tutti. Ogni mattina uno di questi bambini, andando a comprare le verdure, incontrava l'altro per la strada. "Dove vai?" domandò il primo. "Vado dove vanno i miei piedi" rispose l'altro.

Questa risposta lasciò confuso il primo bambino, che andò a chiedere aiuto al suo maestro. "Quando domattina incontrerai quel bambino" gli disse l'insegnante "fagli la stessa domanda. Lui ti darà la stessa risposta, e allora tu domandagli: "Fa' conto di non avere i piedi: dove vai, in quel caso?". Questo lo sistemerà.

La mattina dopo i bambini si incontrarono di nuovo. "Dove vai?" domandò il primo bambino. "Vado dove soffia il vento" rispose l'altro. Anche stavolta il piccolo rimase sconcertato, e andò a raccontare al maestro la propria sconfitta. "E tu domandagli dove va se non c'è vento" gli consigliò il maestro.

Il giorno dopo i ragazzi si incontrarono per la terza volta. "Dove vai ?" domandò il primo bambino. "Vado al mercato a comprare le verdure" rispose l'altro.

 

Dalla lettura di questo racconto possiamo sicuramente stimolare il nostro gruppo classe a una vera e propria "tempesta di cervelli".

Buon lavoro

Mycounselor Manuela Fogagnolo

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