STALKING
“L’inizio dell’amore spesso è simultaneo.
Non così la fine. Da ciò nascono le tragedie.”
A. Morandotti
Il termine stalking, coniato nell’ambito dei paesi di lingua anglosassone, termine tecnico utilizzato nella caccia e mutuato dal verbo “to stalk”, è traducibile come “fare la posta, inseguire la preda”, designando “una serie di comportamenti di inseguimento, appostamento, di molestie di varia natura caratterizzate dalla ripetitività quasi ossessiva delle stesse, tali da ingenerare in chi le subisce la sensazione di una persecuzione posta in essere ai propri danni”; un insieme di comportamenti intrusivi, ripetuti, indesiderati di sorveglianza e controllo, di ricerca di contatto e comunicazione che vengono inflitti da un individuo (stalker) ad un altro (vittima) e che ingenerano paura. Le vittime diventano bersaglio di un desiderio di possessione diabolica, di un tormento incessante e persecutorio. Lo stalking è un fenomeno psicologico e sociale noto anche come “sindrome del molestatore assillante”, “obsessional following”, “inseguimento ossessivo.”
I comportamenti persecutori possono essere definiti come “un insieme di condotte vessatorie sotto forma di minaccia, molestie, atti lesivi continuativi che inducono nella persona che le subisce un disagio psichico e fisico e un ragionevole senso di timore”.
Le condotte possono essere molteplici, tuttavia Spietzberg in uno studio del 2002 ha proposto una suddivisione in sei categorie principali: iper-intimità (azioni tese a intensificare la relazione con la vittima), pedinamento, vicinanza e sorveglianza (azioni volte a mantenere il controllo sulla vittima), invasione (azioni in violazione della privacy), coercizione e costrizione (azioni che prevedono l’uso della forza fisica o psicologica), aggressione (violenza diretta sulla persona o su terzi cari alla vittima).
Le prime tracce di stalking compaiono fin dalla mitologia greca. Nelle Metamorfosi di Ovidio, scrittore latino vissuto tra il I secolo a.C e il I secolo d.C, ritroviamo Apollo nei panni dello stalker e Dafne in quelli della sua vittima. Lo scrittore racconta che dopo aver ucciso il serpente Pitone, Apollo si sentì particolarmente fiero di sé, perciò si vantò della sua impresa con Cupido, Dio dell’Amore, sorridendo del fatto che anche lui portasse arco e frecce, ed affermando che quelle non sembravano armi adatte a lui. Cupido indignato, decise allora di vendicarsi: colpì il Dio con la freccia d’oro che faceva innamorare, e la ninfa, di cui sapeva che Apollo si sarebbe invaghito, con la freccia di piombo che faceva rifuggire l’amore, per dimostrare al Dio di cosa fosse capace il suo arco. Apollo, non appena vide la ninfa chiamata Dafne, figlia del Dio-fiume Peneo, se ne innamorò. Tuttavia, se già prima la fanciulla aveva rifiutato l’amore, dedicandosi piuttosto alla caccia come seguace di Diana, essendo stata colpita dalla freccia di piombo di Cupido, quando vide il Dio, cominciò a fuggire. Apollo iniziò allora ad inseguirla, elencandole i suoi poteri per convincerla e terminando la persecuzione con una frase che riassume e riprende il tema attuale dello stalking: “non inseguo hostis, amor est mihi causa sequendi”, “non sono un nemico, è per amore che ti inseguo”. La ninfa nonostante ciò continuò a correre, finché, ormai quasi sfinita, non giunse presso il fiume Peneo, e chiese al padre di aiutarla facendo dissolvere la sua forma. Dafne si trasformò così in albero d’alloro prima che il Dio riuscisse ad averla. Egli, tuttavia, decise di rendere questa pianta sempreverde e di considerarla a lui sacra: con questa avrebbe ornato la sua chioma, la cetra e la faretra; ed inoltre, d’alloro sarebbero stati incoronati in seguito i vincitori e i condottieri.
In epoca moderna, sin dagli anni Ottanta si è sentito parlare di stalking in associazione a casi di celebrità e personaggi televisivi; col passare degli anni il fenomeno si è reso più evidente e sempre più spesso riguarda persone comuni. In alcuni paesi (Stati Uniti, Inghilterra, Canada e Australia) il fenomeno ha raggiunto dimensioni preoccupanti e dagli anni Novanta ha portato all’adozione di misure specifiche. In Italia, lo sviluppo, la consapevolezza e la giusta valutazione di questo problema sono stati più lenti e più recenti. Nella fase iniziale il confine tra stalking e corteggiamento può essere impercettibile, ma diventa evidente quando limita la vita della vittima costringendola a un costante stato di allerta.
Lo stalking spesso si origina dall’incapacità del molestatore di elaborare la perdita della relazione; ciò porta a leggere il rifiuto della vittima come qualcosa di indipendente da lei ma ad esempio, dalla volontà dei genitori o dalle circostanze. Spesso gli stalker si costruiscono un autoinganno disfunzionale e adottano comportamenti che si protraggono per molto tempo. Tra questi rientrano le comunicazioni indesiderate (comprendono tutti i comportamenti che hanno come obiettivo quello di trasmettere messaggi sulle proprie emozioni, bisogni, desideri; possono essere telefoniche, scritte e telematiche), i contatti indesiderati (pedinamento, approcci diretti indesiderati, intrusione nell’abitazione della vittima, cyberstalking) e i comportamenti associati (ordini o cancellazioni di beni o servizi, doni non richiesti, comunicazioni pubbliche, minacce, violenze, stalking attuato da terzi, azioni legali pretestuose, contatti facilitati dai processi).
Lo stalker condiziona ogni aspetto della vita personale e professionale della vittima, ne limita la libertà e ne viola la privacy. Il dover subire la costante presenza e il controllo imposti dallo stalker pone la vittima in uno stato di perenne emergenza e paura. Lo stress psicologico è collegato alla preoccupazione e all’angoscia per l’incolumità propria e dei propri cari. Lo stalker, infatti, può minacciare o aggredire oppure utilizzare come arma di ricatto psicologico anche persone che percepisce come ostacoli tra sé e la vittima (il nuovo partner, familiari, amici, chiunque tenti di proteggerla). Ciò deve essere riferito non solo agli esseri umani ma anche agli animali domestici, spesso oggetto di sevizie e violenze.
Sebbene, i comportamenti di violenza dello stalker siano prevalentemente di media gravità (schiaffi, calci, spintoni, abrasioni, ferite lacero contuse), alcune vittime vengono anche violentate e uccise dal loro molestatore. Secondo una notizia ANSA del 10 giugno 2008, circa il 20% degli italiani almeno una volta nella vita sono stati vittime di stalking. Da una ricerca condotta dall’Osservatorio nazionale sullo stalking, che dal 2002 al 2007 ha sottoposto 9600 questionari-interviste in sedici regioni italiane, emerge che la regione più colpita è la Toscana, seguita da Basilicata, Emilia Romagna, Calabria e Campania. Le regioni meno colpite sono Marche, Umbria e Puglia. Inoltre, le molestie assillanti, che possono essere destinate tanto alle donne quanto agli uomini, da quanto è emerso dalla ricerca del Modena group on stalking colpiscono per lo più le donne (86%). Diviene quindi necessario prendere consapevolezza di questo fenomeno per poterne comprendere le dinamiche ed agire sul versante della prevenzione e dell'informazione.
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