IL “GIOCO DELLE COPPIE”. Modelli transazionali per la comprensione del rapporto a due

Inviato da Nuccio Salis

gioco di coppia

La coppia è da sempre oggetto di studio assai analizzato, nell’ambito delle dinamiche delle relazioni interpersonali. Essa rappresenta una molecola di indubbio valore, come micro-cellula che si interpone nella fitta rete dei rapporti umani. Il fenomeno del legame di coppia, a dispetto dell’unità minima che include numericamente la creazione di un rapporto, genera e solleva numerosi interrogativi, offrendo una tale complessità che nulla ha da invidiare ai processi comunicativi che regolano l’istituzione di un gruppo e le varie tipologie di fenomeni aggregativi.

Tale complessità è dovuta al fatto che, prima di tutto, la coppia non è la semplice sommatoria algebrica di due elementi. Essa invece sembra piuttosto seguire la legge che “il tutto è più dell’insieme semplice delle parti”. Inoltre, la complessità dei fattori ambientali, non consente certo alla coppia di esentarsi rispetto al contesto, come contenitore dentro il quale sono generate tutte le variabili storico-culturali che influenzano ed avviluppano gli agenti che ve ne fanno parte.

Una domanda che mi sono personalmente rivolto e sé gli elementi degli Stati dell’Ego-Sé, descritti secondo i canoni della teoria transazionale della personalità, possano riflettere e in qualche modo descrivere tipologie nei  vissuti di coppia, quindi anche al di là della personalità individua.

 

Questo tipo di legame è ancora a tutt’oggi, fondamentalmente un mistero, sia per chi lo vive e lo studia al tempo stesso. Il processo di scambio e di reciproche influenze che ha luogo, arricchisce e denota cambiamenti nella struttura di sé, di ciascuna parte in gioco.

Il tentativo qui proposto consiste nel cercare di analizzare sotto quale modello dominante di tratto personologico, la coppia può essere in qualche modo collocata, per poter così avviare di conseguenza un approccio funzionale, e promuovere un intervento di aiuto efficace, autenticamente partecipe e produttivo. Comprendere meglio può servirci a prestare una maggiore attenzione, e magari a costruire anche uno stile adeguato in virtù di ciò che ci si presenta di fronte. Ovvero, il fine coincide con la possibilità di gestire lo scambio comunicativo, rendendo tutto il processo un evento costruttivo per le parti coinvolte.

Dentro un generale contenitore di tipo “ genitoriale”, possiamo identificare coloro che sono particolarmente attenti alla forma, all’apparenza, alle consuetudini. Il Genitore Normativo della coppia è l’elemento fondante del vissuto della coppia stessa. La coppia ritiene sconveniente esprimersi al di fuori delle aspettative comuni e delle consuetudini. il rispetto delle tradizioni e delle abitudini consolidate,  offre un margine di sicurezza e il senso della conquista dell’accettazione altrui. Se questo tipo di espressione genitoriale, dovesse prendere il sopravvento nella sua valenza negativa, la coppia svilupperebbe un atteggiamento moralizzatore verso coloro che non partecipano delle comuni ritualità.

La genitorialità nella coppia, sempre in riferimento al linguaggio transazionale, può anche manifestarsi nella sua affettività negativa, modellandosi sulla dipendenza reciproca. Una ipotetica fraseologia di giochi sociali, inerenti a tale coppia, potrebbe essere: “Non sappiamo stare l’uno senza l’altra”,  “ Ci penso io a te”, “Proteggimi!”, “Ho capito che ne avevi bisogno”, “Ti seguirei ovunque”.  Un repertorio dentro cui si intende come il legame si declini in una comune identità fusiva, nell’immagine della mezza mela che completa l’altra. I bisogni dell’altro sono anticipati, e ogni cosa viene condivisa, poichè i confini individuali rappresentano una minaccia destabilizzante per  la continuità del menage.

Vi sono poi coppie che espandono determinati aspetti dell’Ego-Sé Bambino Libero, con valenza negativa. Si tratta di coloro che desiderano distinguersi a tutti i costi, non senza egocentrismo e propensione a richiamare l’attenzione. Un loro possibile gioco può essere sintetizzato dalla frase “Siamo la coppia più bella del mondo”,e  palesarsi  nella ricerca dell’originalità, condotta mediante comportamenti eccentrici, potenzialmente connotati dalla ricerca del rischio.

Quando invece sono le paure più profonde, a manifestarsi, possono predominare le contaminazioni del Bambino Adattato Negativo, il quale cerca di controllare gli eventi esterni non creando disturbi e non interferendo con le richieste esterne. Il dramma interno di questa coppia riverbera nel pensiero “gli altri si aspettano da noi che…”, il quale da alla coppia stessa  la possibilità di sentirsi accettati, nella misura in cui ci si adegua alle norme costituite, senza discuterle o tentare se è il caso di riformarle. Le estreme conseguenze più spiacevoli, riferite alla paura, si ritrovano nel rifuggire dall’esperienza dell’intimità, in quanto il blocco della curiosità esplorativa non permette di sentire l’esigenza di vivere l’appagante mondo dello scambio affettivo sensoriale e profondo. Il comando di non entrare in intimità si rivela come il fattore protettivo per la coppia, che lo usa per evitare di scoprire ciò che sente di non poter gestire.

Seguendo il paradigma transazionale, ne consegue piuttosto naturalmente che le valenze positive della genitorialità e dell’Ego-Sé Bambino, sono da sviluppare insieme a un’adultità attenta alla possibilità di cogliere opzioni concrete di cambiamento e possibili percorsi di emancipazione.

L’operatore che abbracciasse questo tipo di approccio, approfondirà gli aspetti dinamici sulla gestione delle relazioni, rimettendosi alla coppia come se si rivolgesse ad un soggetto unico, con un proprio modello egoico e personologico, nei confronti del quale tenere in considerazione la complessità degli scambi comunicativi e dei loro significati.

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