Una nuova generazione di Leader e Manager centrati sulle persone


suu kyi

Invocare il cambiamento nel mondo dell'economia e del lavoro é pratica comune: cercare di operare il cambiamento attraverso una trasformazione della cultura aziendale nella gestione della leadership e del management, si rivela molto più difficile.

Nel 2013 sono stati più di 10.000 i fallimenti di piccole-medie imprese in Italia (fallimenti, non chiusure...).

Quasi ogni giorno leggiamo di piccoli imprenditori che si suicidano, perché travolti dalla crisi; di lavoratori, anche di alto livello, che da un giorno all’altro si trovano in mezzo ad una strada perché il mercato del lavoro é sempre più ridotto; di licenziamenti che si attestano su numeri da capogiro e che trascinano nel vortice della povertà intere famiglie.

Oggi si continua ad affrontare la crisi economica, che a parole tutti riconoscono come sistemica, utilizzando formule e strumenti ormai obsoleti, gli stessi che ci hanno portato a costruire una società nella quale la dignità dell’uomo realizzata attraverso il lavoro, viene costantemente distrutta dall’illusione del denaro, del possesso. Non più un lavoro che permette di mantenere se stessi e la propria famiglia, bensì un lavoro che ingoia le nostre vite e ci rende di più in più schiavi. Si afferma di dover cambiare paradigma, ma si continua ad operare con i vecchi paradigmi. La parola "crescita" (ripresa della crescita, ripresa dei consumi) é presente ovunque e le ricette economiche seguono questa parola magica, questo concetto che, come ormai dovremmo aver compreso, oggi sta mostrando con brutalità tutti i suoi limiti.

 

D'altra parte lo stesso Papa Francesco tempo fa ha affermato che "l'attuale crisi é prima di tutto una crisi dell'uomo."

E se fossimo noi counselor, in particolare quelli che si occupano di counseling per le organizzazioni, a rinnovare l’ambito della consulenza e della formazione aziendale? Chi meglio di noi counselor potrebbe costruire nuovi percorsi di assistenza agli imprenditori, ai leader ed ai manager? Centrare gli obiettivi è indispensabile per una qualunque impresa, ma farlo senza occuparsi prima delle persone che tali obiettivi devono raggiungere (e senza prepararle ad affrontare le conseguenze che il raggiungimento del traguardo innescherà), non è metodologia ormai inadatta al tempo che viviamo? In questa riflessione si innesta il tema del “benessere organizzativo” (attenzione al marketing ed ascolto interni), tema fino ad oggi considerato dalla maggioranza degli imprenditori tempo perso: se noi counselor organizzativi ci mettessimo più d’impegno, in unione gli uni con gli altri, non svolgeremmo un vero servizio sociale in tempi in cui sfiducia (e disperazione nei casi più gravi) guidano tante PMI? Pongo l’accento proprio sul termine “unione”, che ai miei occhi non si limita ad una semplice unione d’intenti, o di competenze, o di specializzazioni, bensì di visioni nuove, anche ardite, purché concrete e realizzabili.

Maria Cecilia Tagliabue, Elena Taraboletti ed io ci stiamo provando: vi invitiamo a visitare il link  http://www.edisonstart.it/idee/accademia-della-speranza e, se quanto presentato vi piacesse, vi invitiamo a dare il vostro voto al progetto. Se foste interessati alla sua versione completa, contenente anche studi internazionali sull'impatto benefico che l'interesse per i collaboratori provoca nelle organizzazioni, eccovi un secondo link: http://www.micaelaonblog.it/wp-content/uploads/2014/02/Pdf-aggiuntivo-Edison_Rev-3_Micaela.pdf.

Grazie a tutti per l'attenzione.

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