Se mantieni la tua genuinità dopo un “Come sei Bravo!”…o un “Come Sei Cattivo!”…vinci un premio...


ragazzaSe mantieni la tua genuinità dopo un “Come sei Bravo!”…o un “Come Sei Cattivo!”…vinci un premio: il Con.Tatto con il tuo vero sé.

Diceva Bruno Munari che il prodotto della creatività e della fantasia nasce dalla relazione che il pensiero fa con ciò che conosce…” e specifico io, ancor di più dalla relazione che il pensiero fa tra ciò che conosce e ciò che vive e sperimenta nella sua esperienza….soprattutto nel qui ed ora attraverso il principio di sincronicità.

Non so cosa ne uscirà fuori…voglio navigare nei miei pensieri e nelle mie esperienze creando un "prodotto creativo"….

Mi sento un po’ come  se avessi disegnato su un foglio bianco 3 puntini: in uno il mio pensiero relativo ai condizionamenti derivati dall’approvazione o disapprovazione altrui, in un altro una serie di esperimenti psicologici fatti con i macachi a partire dal 1957, e nell’ultimo la piramide dei bisogni di Maslow.

Direi che per oggi basta così.

Ora vediamo se riesco a congiungere con linee…che mi immagino essere ondulate e  variopinte…questi puntini messi lì sul foglio bianco.

 

Parto da lui, H. Harlow, uno psicologo e ricercatore americano che condusse intorno agli anni ’60 una serie di esperimenti dal dubbio valore etico per le modalità utilizzate nei confronti degli animali (moltissime furono le associazioni animaliste nate per protesta ai suoi metodi crudeli), ma che portò a mio parere una scoperta straordinaria che integrò da un certo punto di vista la teoria dei bisogni scritta da Maslow 10 anni prima e che vedremo poi.

Harlow, e mi immagino con un necessario e corposo cinismo che deve per forza appartenere a chi fa ricerca usando gli animali, separò delle piccole scimmiette macachi dalla madre, per verificare e dare prova degli effetti positivi di un “qualcosa”  difficile da misurare e quantificare…chiamato Amore, Calore Umano.

Harlow chiuse queste piccole creature in una gabbia dove collocò due diversi sostituti materni: da una parte un peluche, caldo e morbido che non forniva latte e dall’altra un pupazzo metallico, freddo, ma che aveva al suo interno un biberon da cui poter succhiare il latte. ( su internet potrete trovare delle foto esemplificative di questi due surrogati materni…)

Le scimmiette passavano la maggior parte del tempo abbracciate alla “madre” di peluche ma ancor di più quando si sentivano minacciate e avevano bisogno di trovare conforto. Ricorrevano invece al surrogato di madre metallico solo quando si dovevano nutrire e quindi esclusivamente per prendere latte.

Venne così dimostrato che la necessità di contatto fisico, di calore umano è un bisogno primario e indipendente da quello relativo al soddisfacimento dei bisogni fisiologici, e che il legame di attaccamento tra madre e figlio è qualcosa di più che il risultato di un rapporto strumentale finalizzato all’ottenimento di cibo da parte del cucciolo.

Gli esperimenti furono spinti oltre ogni nera e cupa immaginazione…: Harlow volle quantificare fino a che punto i cuccioli erano disposti a sopportare pur di avere un po’ di calore..di amore e programmò il peluche ad avere reazioni diverse nei confronti dei cuccioli. E’ orribile lo so…ma cercate di concentrarvi sul senso dell’esperimento e non sull’atrocità che è innegabile…

Fu così che i cuccioli si trovarono non appena giunti ad abbracciare la “mamma di peluche”, scaraventati a metri di distanza attraverso la spinta di una molla, oppure soffiati lontano da aria compressa e ancora…feriti da coltelli e lame inseriti sul pelo del peluche. Orribile.

Pensate che i cuccioli abbiano smesso di andare ad abbracciare quella “mamma rifiutante e crudele”? Che abbiano cambiato idea e scelto la mamma di ferro che era innocua e che anzi dava loro il latte? Giammai! Incredibile! I cuccioli tornavano ad abbracciare quella mamma crudele per avere un po’ di calore…un po’ di amore…aldilà dell’umiliazione…aldilà del dolore…aldilà della sofferenza ricevuta.

Quanto bisogno abbiamo dell’amore e del calore umano? Quanto abbiamo bisogno di sentirci amati?

…e RI.Conosciuti…

…e Appartenenti…

E qui entra il secondo puntino, A. Maslow, un’esponente della già trattata Psicologia Umanistica,  che stabilì con la sua piramide un ordine gerarchico dei bisogni umani, bisogni che risultano essere anche motivazioni.

Bisogni = Motivazioni

Secondo Maslow la realizzazione umana passa necessariamente da questi stadi strutturati nella piramide: se non vengono soddisfatti i primi a partire dal basso (quelli legati alla sopravvivenza e all’autoconservazione), non è possibile soddisfare quelli successivi (quelli legati alla socialità e autorealizzazione)

Alla base della piramide ci sono i bisogni fisiologici, quelli legati alla sopravvivenza, poi in successione quelli di sicurezza, quelli di appartenenza, i bisogni di stima e infine quelli di autorealizzazione.

Ed è qui che si inserisce a mio avviso la scoperta di Harlow: il bisogno di contatto, di calore umano e amore è al pari dei bisogni fisiologici…alla base della piramide dei bisogni…e anche delle Motiv.Azioni… del motivo delle nostre azioni!

E nella nostra vita…dove possiamo ricevere amore? Dove andiamo a cercarlo?

Dalla famiglia, dagli amici, dalle persone care, a volte anche nell’ambiente lavorativo se si tratta di un contesto stimolato alla crescita nella relazione…

Ed è sempre in questi contesti intimi che possiamo soddisfare il nostro bisogno di sicurezza e di appartenenza…

Il nostro bisogno di avere stabilità, protezione e anche dipendenza…

Il nostro bisogno di essere riconosciuti e benvoluti a livello sociale…

E siamo disposti a tutto per avere calore, amore, riconoscimento….forse anche noi come i piccoli macachi… a volte aldilà del nostro benessere…

E qui arriva il terzo puntino…le mie considerazioni sui condizionamenti legati all’approvazione e alla disapprovazione altrui.

Se all’interno del nostro contesto intimo, quello in cui soddisfacciamo il nostro bisogno di amore e calore ci fosse disapprovazione per ciò che scegliamo? …e se al contrario ci fosse approvazione per ciò che non desideriamo per noi stessi?

...Si fa dura…la situazione diventa difficile, pesante e forse a volte insostenibile…

Non mi è poi così raro ascoltare storie in cui le persone si accorgono che quello che stanno facendo nella loro vita è qualcosa di diverso da quello che realmente desiderano…un po’ quella storia del pesce che si arrampica sull’albero invece di nuotare nel fiume…perché mai un pesce dovrebbe arrampicarsi su un albero! Ecco il perché! Per soddisfare un bisogno primario quanto il bisogno di mangiare e bere…il bisogno di calore e amore.

E così ci basta sentire un “non va bene ciò che stai facendo” che mettiamo in discussione i nostri desideri...i nostri bisogni ad esempio di autorealizzazione…perché ricordiamocelo…prima di soddisfare quelli…bisogna soddisfare tutti gli altri che stanno sotto, e quindi anche il bisogno d’amore e di calore umano.

(…una precisazione……il sentire è qui inteso come sentire dentro, percepire come messaggio e non sentire con le orecchie…considerando quei dati che dichiarano che di un messaggio comunicativo che ci arriva,  riceviamo l’informazione per il 7% dal verbale, per il 56% dal non verbale, mimica, gesti, postura, sguardi…, e per il 37% dal paraverbale , tono, volume, timbro…)

Allo stesso modo della disapprovazione, anche l’approvazione, il “guarda come sei bravo!” può condurre a percorrere strade che non sono nostre, ad andare aldilà dei confini del nostro essere…sempre per quella ragione…Bisogno di calore, amore, riconoscimento, appartenenza…

Ecco che la relazione umana diventa complessa così guardata al microscopio…complessa e allo stesso tempo affascinante!!! Diventa quasi un’avventura per chi ha voglia di conoscersi, di crescere, di andare oltre se stesso….cercarsi e sentirsi per quel che si è aldilà di ogni “bravo” o “cattivo”…avere un ConTatto con il proprio vero sé.

Ed è qui che un counselor può dare una mano!...e non smetterò mai di promuovere la mia professione, come quella dei miei colleghi, perché in questa vita abbiamo il diritto e il dovere di essere ciò che siamo e continuare a muoverci verso l’aspirazione… della nostra autorealizzazione…

Perché è questo che siamo venuti a fare qui…a dare il nostro unico e irripetibile contributo all’umanità…

Buona primavera di veri sé!

 

Elisabetta Vera Graziani

 

Per approfondire il tema del nostro agire in relazione agli altri… E.Giusti  R.Bucciarelli “Terapia del senso di colpa” Ed. Sovera 

In riferimento alle percentuali sulla comunicazione, possono trovarsi in rete altri dati lievemente diversi, ma comunque vicini a quelli trasmessi.

Tratto dalla rivista “L’Edizione” n°18, Farnedi Edizioni, Cesena

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