Le tre domande dell'adolescenza

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adolescenzaL’ingresso nell’adolescenza è demarcato dall’acquisizione di una nuova realtà soggettiva. L’adolescente ha la consapevolezza di trovarsi di fronte a  nuove  possibilità, che presuppongono l’abbandono dei privilegi infantili e l’assunzione di responsabilità. Uno degli aspetti fondamentali dell’adolescenza è la chiamata a dare un significato oggettivo e conseguentemente un valore alla propria persona. La vita diviene un’esperienza caratterizzata dal senso del mistero, al quale l’adolescente tenta di dare una risposta. Da questo punto di vista il periodo dell’adolescenza è quello più creativo e produttivo.

Nell’adolescenza si sviluppa il pensiero ipotetico deduttivo e conseguentemente l’adolescente diviene capace di fare ipotesi sulla realtà e di trarre delle deduzioni. E’ la ricerca della verità che apre alla dimensione del possibile. Qui vi sono le insidie legate alla responsabilità di compiere delle scelte, di collocarsi ed osservare il  mondo con  uno sguardo diverso, di provare paura ed incertezza per il futuro con il  rischio di fuga nella dimensione accuditivi del mondo infantile.

 

Ma la ricerca della verità e della conoscenza è una delle più alte attività umane, come diceva  A. Einstein ed  è inevitabile, è intrinseca alla natura umana. Non porsi tale domanda espone al rischio di ciò che Victor Frankl chiamava ansia noogena. Uno stile di vita senza la ricerca attiva di un valore, di un significato fa ammalare l’uomo. “Raccontai ai miei compagni che la vita umana ha sempre, in tutte le circostanze, un significato, e che quest’infinito senso dell’essere comprende anche sofferenze, morte, miseria e malattie mortali ” scrive Viktor  Frankl nel famoso libro “Uno psicologo nei lager”.

L’avvento della pubertà, con tutte le dinamiche pulsionali, introduce la domanda d’amore.

Nascono riferimenti affettivi al di fuori della famiglia. L’amore adolescenziale è spesso totalizzante e romantico ma è anche educativo in quanto apre alla consapevolezza del limite, della necessità di condividere una parte dell’altro. Qui si scontra l’idea dell’amore con la realtà dell’innamoramento il più delle volte non coincidenti. L’adolescenza può portare l’amore ai livelli più sublimi ma può far sperimentare l’angoscia dell’abbandono, la perdita e la depressione anch'esse totalizzanti. Ciò in una fase critica nella quale coesiste il lutto per la perdita del mondo infantile.

“La rivedrò! grido al mattino quando mi sveglio e sbircio pieno d'allegria il sole; la rivedrò! E poi per tutto il giorno non ho nessun altro desiderio. Tutto, tutto viene fagocitato da questa prospettiva”, scriveva Goethe ne  I dolori del giovane Werther.

L’ultima domanda è legata alla comparsa della possibilità di avere un’idea estetica della realtà. Questo avviene in modo preponderante nella percezione del proprio aspetto fisico con tutte le problematiche legate al legame tra aspetto ed autostima. In questa autonomia di giudizio estetico può germogliare la patologia (dismorfofobie ed anoressia ne sono un esempio). Il mondo affettivo e il mondo estetico tendono ad incontrarsi nel desiderio. La domanda d’amore va a braccetto con la domanda di bellezza. Kafka scrisse che “la giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio”

Molte problematiche della stagione adolescenziale nascono da tutte quelle condizioni che mettono a rischio la possibilità di rispondere a tali domande che, al di là del loro specifico contenuto, si correlano alla ricerca d’identità. Sicuramente l’attuale nichilismo, edonismo ed utilitarismo non facilitano tale percorso. Maslow infatti ci ricorda che la persona cambia convinzioni, atteggiamenti e comportamenti quando ha la possibilità di vivere esperienze culminanti  dove poter sentirsi reale. Compito dell’adulto è fornire all’adolescenza questa possibilità cercando di agire in modo preventivo e non riparativo. E’ molto comodo definire l’adolescenza epoca del disagio, scaricandoci dei nostri sensi di colpa, ma è il terreno che il mondo adulto costruisce e nel quale crescono i ragazzi di oggi la peggior fonte di disagio. La miglior lezione viene da queste righe scritte da un’adolescente di terza media: “Tanta gente parla dell’adolescenza,  c’è chi dice che è un periodo difficile e chi invece consiglia di viverlo senza preoccuparsi troppo. Io penso che ognuno debba vivere la propria adolescenza come riesce…”

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