Counseling e logopedia


counseling e logopediaIL COUNSELING NELLA TERAPIA LOGOPEDICA”  LA METODICA ALI (Approccio Logopedico Integrato) PER IL TRATTAMENTO DELLE DISFONIE

Autori: Raffaele Sperandeo  - Annamaria Cimmino 
 
Nel libro viene proposto un approccio integrato, per il  trattamento dei disturbi della voce, che accanto alle competenze di counseling (universalmente riconosciute come un efficace ausilio nel trattamento delle patologie della voce), utilizza un intervento di potenziamento delle capacità empatiche del paziente attraverso l’addestramento all’ascolto di se e  degli altri. 
 
 
La metodica A.L.I. (Approccio Logopedico Integrato) se acquisita e monitorata costantemente diventa uno strumento utile al logopedista e a tutti quelli che utilizzano la voce come mezzo espressivo oltre che comunicativo. 
Gli autori propongono, in una prima parte, un breve escursus sulla metodologia del counseling umanistico e sui processi che collegano voce, emozioni e psiche. Successivamente illustrano un metodo pratico di intervento e ne documentano l’efficacia presentando un corpus di casi clinici che chiariscono il dispiegarsi clinico della metodica da loro sviluppata. Il libro consente l’acquisizione di un metodo di lavoro integrato immediatamente applicabile perché corredato da una accurata descrizione degli strumenti  e dei metodi necessari al logopedista che intenda servirsene. Emerge in più punti, però, la necessità che l’operatore padroneggi le fondamentali abilità di counseling per poter applicare in modo completo questo metodo clinico di matrice umanistico - neuroscientifica.
Il metodo ha preso spunto dalle attuali evidenze provenienti dal campo delle neuroscienze sociali che sono diventate la piattaforma biologica che documenta l’efficacia e la forza degli approcci terapeutici di matrice umanistica. Da questi studi emerge come l’esercizio dell’empatia e della focalizzazione sul Sé produce un incremento del volume delle aree della corteccia prefrontale di destra e un incremento della funzionalità della corteccia frontale di sinistra e delle relative connessioni col sistema limbico e i lobi temporali e parietali. Il processo di potenziamento di questi circuiti cerebrali di grande rilevanza psicobiologica si traduce in un significativo miglioramento nella gestione delle risorse personali (in primis della dote vocale) e della capacità relazionale del paziente.
Tratto dal libro : “La parola e la Voce sono i modi attraverso i quali si manifesta la vita psichica; la parola ha il compito di mostrare al mondo il pensiero quale prodotto dell’attività della corteccia cerebrale (in special modo le aree frontali e prefrontali), la voce invece, comunica la dimensione emozionale dello psichismo. L’emotività, modulata dal sistema limbico, è il luogo di passaggio dal corpo alla mente, dall’istintualità alla coscienza. ….. (pag 16)
Parlando, tutto il corpo è coinvolto, non solo la gola o la laringe, e ci sono aspetti relativi alla postura, alla schiena, al diaframma, all’energia investita, alla fatica del parlare, ma si tratta di un’energia che PASSA agli interlocutori. Non si tratta di qualità vocali, bensì di vocalità, che è un’esperienza importante per il proprio corpo, e se ci si consente di viverla autenticamente si possono comprendere i messaggi che il corpo invia anche attraverso la voce….. (pag 13)
Il Respiro e la Voce accompagnano dal primo istante la vita di ogni persona, nonostante ciò, quasi mai, si ha consapevolezza della grande importanza che essi hanno sotto il profilo emotivo e comunicativo ………(pag.16) La Voce racconta la qualità del proprio mondo interno, descrive  la tonalità e l’intensità dell’ umore e il flusso delle emozioni. Una disfunzionalità laringea  racchiude e rappresenta tutta la storia del paziente, di come vive, di come comunica, di come interagisce con l’ambiente, di come intende conquistarsi uno spazio vocale. La voce è la carta di identità attraverso cui si può comprendere maggiormente un paziente che si incontra per  la prima volta, in modo più efficace che non attraverso il contenuto del suo discorso. … (pag. 41)
La gestione di fenomeni emotivi, tumultuosi ed inattesi dal paziente stesso, richiede che il logopedista padroneggi efficacemente una tecnica di counseling emozionale….. (pag 23)
Tutte le volte che il logopedista si trova a lavorare con persone disfoniche o, quando sperimenta attività vocali in gruppo dove possono emergere forti esperienze emotive,  deve tener conto della delicata funzione che riveste come agevolatore della crescita dell’autoconsapevolezza e dell’autodeterminazione del paziente. Il compito del terapista che agisce in una maniera integrata è produrre nel paziente la consapevolezza che gli permette di liberare l’atto fonatorio dal processo emotivo doloroso innescando un circolo virtuoso che certamente avrà a latere delle ricadute positive anche sull’assetto psichico. Se la gestione del momento emotivo è scorretta si corre il rischio di irrigidire ulteriormente il blocco creando un corto circuito patologico che allontana il paziente dal processo evolutivo. Questo è esattamente quello che spesso avviene nei percorsi riabilitativi dove la dimensione emozionale non viene presa in esame. Che un fenomeno emotivo non venga sottoposto alla lente dell’analisi non esclude che esso sia presente ed agisca in controtendenza agli obiettivi della terapia.” (Pag. 24)
Il lavoro di focalizzazione nel qui ed ora sulla propria ed altrui esperienza emotiva, fisica e cognitiva, come proposto da Siegel nel 2008,  ottiene un profondo effetto di empowerment delle funzioni psichiche del paziente e lo educa alla corretta gestione dei sistemi motivazionali relazionali.
R. Sperandeo, A. Cimmino
 
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