Vorrei qui indicare in quali contesti il counselor aziendale e sociale può essere utile per un imprenditore o per i suoi collaboratori.
Avviare una nuova attività , uscire dalla compagine societaria in cui si è soci, proseguire o meno un dato progetto aziendale…. questi temi e molti altri, possono talvolta togliere il sonno ed essere fonte di stress per l’imprenditore in questione diviso tra due voci interiori spesso ugualmente forti che causano una situazione di stallo facendogli perdere quella tempestività che avrebbe potuto essere provvidenziale. Il piccolo imprenditore, che opera da solo o con la collaborazione di pochi altri addetti può invece avere problemi di tipo più pratico e che necessitano di valutare diverse strategie imprenditoriali, o di svolgere una valutazione delle proprie risorse e punti di forza nonchè dei punti deboli che lo caratterizzano imprenditorialmente, o semplicemente attivare una organizzazione del lavoro più efficiente e dinamica.
Ma anche la donna divisa tra gli impegni familiari e quelli lavorativi, con tempi e ritmi spesso di diffcile conciliazione, un licenziamento improvviso o un nuovo ruolo in azienda che avevamo tanto desiderato ma che ora ci piomba addosso con tutta la responsabilità che questo comporta e le invidie che può scatenare. Ed ancora… inserirsi in una nuova azienda di cui non si conoscono le regole, i colleghi e le dinamiche ed accorgersi di essere “osservati” attentamente come potenziale “nemico” da sconfiggere, o lavorare a stretto contatto con lavoratori stranieri con tutte le difficoltà che questo comporta sia di carattere prettamente linguistico che culturale.
L'imprenditore, il manager o il singolo lavoratore direttamente coinvolto in una certa situazione non sempre riesce a vedere il problema con chiarezza o, se lo vede, fa difficoltà ad attuare dei cambiamenti. Ogni cambiamento di “direzione”, ogni novità, sia di tipo organizzativo che di esperienza di vita, porta con se sia tutta una serie di “emozioni ed attitudini positive” quali, entusiasmo, interesse, impegno, dedizione, piacere, ma anche una serie di “emozioni ed attitudini negative” quali: paura di “fallire”, preoccupazioni, sensazione di non avere sufficienti forze ed energie, incertezza, paura di sbagliare e mille altre ancora.
Queste diverse “correnti di emozioni e pensieri” si scontrano generando situazioni di stallo che determinano inerzia con la sensazione di non avere una via di uscita. Confrontarsi con la figura professionale del counselor ci permette di osservare noi e la nostra attività con maggior precisione e questo aiuta qundi ad essere più imparziali ed istintivi verso noi stessi e verso il percorso lavorativo, e non solo, che vorremo intraprendere e ci aiuta a rafforzare quelle qualità che abbiamo ma sono ancora in uno stato di latenza e che aspettano solo di essere scoperte ed utilizzate.
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