Una volta, negli ambienti dove si iniziava a meditare, a praticare discipline Yoga o altro genere di addestramento, circolava la voce che pensare fosse inutile, sbagliato e perfino dannoso. Chi ha preso queste indicazioni alla lettera, ha citato - a sproposito - lo Zen, Krisnamurti o altri Maestri, per difendersi dall'accusa di pigrizia mentale, o di chiusura verso nuove forme del linguaggio.
In realtà, trovati i momenti opportuni per farlo, leggere un testo di filosofia, o studiare su un libro di letteratura, di psicologia e simili, non solo non fa male, ma può dischiudere porte senza la cui apertura la vita personale diventa a volte ripetitiva e monotona.
Quando la vita diventa tale, si perde anche il ricordo che in noi c'è una scintilla Divina, e poi, come sapere - a priori - di cosa si colora quella scintilla? Possiamo imparare certe evrità da situazioni 'casuali', da esperienze 'non ordinarie', come anche da questo tipo di contributi. L'importante è non farne un uso smodato!
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